MONDO
I militanti dell'Isis lanciano una campagna online
La "jihad del sesso" del califfato islamico
Da alcuni mesi ci sono donne che partono da tutto il mondo per offrirsi nei "matrimoni a ore" con gli estremisti dello Stato islamico. Le ultime dalla Malesia. E nel nord della Siria, da qualche giorno, c'è un'agenzia matrimoniale per chi vuole sposare un jihadista
Roma
Si scrive jihad al-Nikah, si legge guerra santa del sesso. Il fenomeno non è nuovo, ma con la nascita del Califfato islamico alcune donne decidono di partire per il nord dell'Iraq. Obiettivo, offrirsi in sposa ai militanti dell'Is per offrire loro conforto. Una forma di prostituzione in chiave ideologica che spesso porta alla gravidanza.
Le donne malesi
L'ultimo caso è quello di tre sunnite partite dalla Malesia. Ne parla il Malaysian insider, citando un funzionario dei servizi segreti: "Alcune donne apprezzano le rivendicazioni dell'Isis" e così hanno deciso di partire per offrire "conforto sessuale" agli islamisti. Il governo malese è a conoscenza di tre casi, tre sunnite partite recentemente. La fonte ha poi detto che l'intelligence di altri Paesi ha segnalato donne tra chi è partito dall'Australia o dal Regno Unito per unirsi ai militanti in medio oriente.
L'idea di una jihad del sesso
Già nel 2013, un religioso wahabita, Muhammad al-Arifi aveva invocato la pratica della "jihad del sesso": si tratta di matrimoni brevi tra donne e combattenti islamici. All'epoca in Tunisia il caso aveva destato scandalo. Molte donne, volontarie ma forse anche costrette erano andate in Siria e avevano avuto rapporti con "20, 30, 100 militanti" che combattevano contro il presidente siriano Assad. Lo riferiva il ministero dell'Interno tunisino, davanti al Parlamento ammutolito. Poi sono tornate in patria, incinte, sole e col marchio infamante da prostituta. Tuttavia, più di una fonte ha specificato che si tratta di casi isolati e comunque l'Islam non prevede pratiche di questo tipo.
La campagna online
Alcune settimane fa, il Daily Beast segnalava una campagna sui social network lanciata dall'Is per convincere le donne a unirsi alla jihad islamica. Alcune sono europee, molte hanno blog che incitano alla guerra santa. Altre sono come Umm Layth: inglese, sposata a un combattente dell'Isis in Siria, su twitter descrive la gioia del martirio: "Non c'è modo per descrivere la sensazione di stare con sorelle aspettando notizie su quale marito lo ha commesso (il martirio)":
Il caso non è l'unico. Ci sono anche donne che "non vedono l'ora di uccidere un occidentale". E alcune sono occidentali: una dozzina dall'Inghilterra, aveva riferito il ministro dell'Interno inglese, due austriache, scappate da Vienna. E due gemelle di Manchester di 16 anni, fuggite da casa per diventare mogli dei jihadisti. Salma e Zahra, questo il loro nome, avevano chiamato i loro parenti per dire che non sarebbero tornate indietro.
L'ufficio matrimoniale
I jihadisti sono interessati anche al lato sentimentale. Proprio qualche giorno fa, Reuters riferiva di un ufficio matrimoniale aperto ad Al Bab, nel nord della Siria. Il target? Giovani donne che vogliono sposare i jihadisti. Unioni che spesso avvengono online, in modo da permettere alle spose di viaggiare da sole verso il medio oriente.
di Emma Farnè
Le donne malesi
L'ultimo caso è quello di tre sunnite partite dalla Malesia. Ne parla il Malaysian insider, citando un funzionario dei servizi segreti: "Alcune donne apprezzano le rivendicazioni dell'Isis" e così hanno deciso di partire per offrire "conforto sessuale" agli islamisti. Il governo malese è a conoscenza di tre casi, tre sunnite partite recentemente. La fonte ha poi detto che l'intelligence di altri Paesi ha segnalato donne tra chi è partito dall'Australia o dal Regno Unito per unirsi ai militanti in medio oriente.
L'idea di una jihad del sesso
Già nel 2013, un religioso wahabita, Muhammad al-Arifi aveva invocato la pratica della "jihad del sesso": si tratta di matrimoni brevi tra donne e combattenti islamici. All'epoca in Tunisia il caso aveva destato scandalo. Molte donne, volontarie ma forse anche costrette erano andate in Siria e avevano avuto rapporti con "20, 30, 100 militanti" che combattevano contro il presidente siriano Assad. Lo riferiva il ministero dell'Interno tunisino, davanti al Parlamento ammutolito. Poi sono tornate in patria, incinte, sole e col marchio infamante da prostituta. Tuttavia, più di una fonte ha specificato che si tratta di casi isolati e comunque l'Islam non prevede pratiche di questo tipo.
La campagna online
Alcune settimane fa, il Daily Beast segnalava una campagna sui social network lanciata dall'Is per convincere le donne a unirsi alla jihad islamica. Alcune sono europee, molte hanno blog che incitano alla guerra santa. Altre sono come Umm Layth: inglese, sposata a un combattente dell'Isis in Siria, su twitter descrive la gioia del martirio: "Non c'è modo per descrivere la sensazione di stare con sorelle aspettando notizie su quale marito lo ha commesso (il martirio)":
Allahu Akbar, there's no way to describe the feeling of sitting with the Akhawat waiting on news of who who's Husband has attained Shahadah
— ام ليث (@UmmLayth_) July 24, 2014
Il caso non è l'unico. Ci sono anche donne che "non vedono l'ora di uccidere un occidentale". E alcune sono occidentali: una dozzina dall'Inghilterra, aveva riferito il ministro dell'Interno inglese, due austriache, scappate da Vienna. E due gemelle di Manchester di 16 anni, fuggite da casa per diventare mogli dei jihadisti. Salma e Zahra, questo il loro nome, avevano chiamato i loro parenti per dire che non sarebbero tornate indietro.
L'ufficio matrimoniale
I jihadisti sono interessati anche al lato sentimentale. Proprio qualche giorno fa, Reuters riferiva di un ufficio matrimoniale aperto ad Al Bab, nel nord della Siria. Il target? Giovani donne che vogliono sposare i jihadisti. Unioni che spesso avvengono online, in modo da permettere alle spose di viaggiare da sole verso il medio oriente.