POLITICA
Il premier: "Non sforeremo il tetto del 3%, deficit al 2,9%"
Renzi al Financial Times: "Decido io le riforme, né la Troika né la Bce"
In una intervista al quotidiano britannico, il presidente del Consiglio difende le sue riforme e ribadisce che "l'Italia non ha bisogno di altri che le spieghino cosa fare". Poi aggiunge: "Continueremo ad abbassare le tasse, faremo cose rivoluzionarie"
Londra (Gran Bretagna)
Non c'è bisogno che la Troika, la Bce o la Commissione europea spieghino all'Italia come fare le riforme. L'Italia le sa fare da sola. È un Matteo Renzi determinato quello che parla al Financial Times. "Sono d'accordo con Draghi quando dice che l'Italia ha bisogno di fare le riforme" - afferma il presidente del Consiglio - ma le farò io, "perchè l'Italia non ha bisogno di qualcun altro che ci spieghi cosa fare".
Per il premier la riforma del bicameralismo perfetto è "la più importante" anche rispetto a quelle del lavoro e del taglio delle tasse, perché "è la più difficile". Nel giorno dell'ingresso di Etihad in Alitalia, il premier dice: "Stiamo aprendo le porte" agli investitori stranieri, citando gli investimenti cinesi, indiani e statunitensi negli asset italiani.
Parla poi di conti pubblici e ribadisce l'intenzione di non "superare il tetto del 3% (nel rapporto deficit/Pil, ndr)" e che la speranza è che ci sia "una crescita migliore nella seconda metà e di chiudere con un deficit al 2,9%". La regola che impedisce il sforare il tetto del 3%, dice Renzi, è "una regola vecchia ma è una questione di credibilità e reputazione per l'Italia, anche se altri lo supereranno".
"Stiamo portando il Paese fuori dalla crisi - continua il presidente - l'Italia ha un grande futuro davanti, le finanze sono sotto controllo. Continueremo ad abbassare le tasse, faremo cose rivoluzionarie". E il Paese - aggiunge - sarà consegnato in ordine a chi verrà dopo di me. "Il tempo - osserva Renzi - dimostrerà se questa è arroganza o coraggio. Da parte mia non ho intenzione" di indietreggiare "e andrò avanti".
Il premier parla poi della moneta unica e dice che sarebbe "contento se non fosse così forte nei confronti del dollaro e l'inflazione fosse un po' più alta".
Per il premier la riforma del bicameralismo perfetto è "la più importante" anche rispetto a quelle del lavoro e del taglio delle tasse, perché "è la più difficile". Nel giorno dell'ingresso di Etihad in Alitalia, il premier dice: "Stiamo aprendo le porte" agli investitori stranieri, citando gli investimenti cinesi, indiani e statunitensi negli asset italiani.
Parla poi di conti pubblici e ribadisce l'intenzione di non "superare il tetto del 3% (nel rapporto deficit/Pil, ndr)" e che la speranza è che ci sia "una crescita migliore nella seconda metà e di chiudere con un deficit al 2,9%". La regola che impedisce il sforare il tetto del 3%, dice Renzi, è "una regola vecchia ma è una questione di credibilità e reputazione per l'Italia, anche se altri lo supereranno".
"Stiamo portando il Paese fuori dalla crisi - continua il presidente - l'Italia ha un grande futuro davanti, le finanze sono sotto controllo. Continueremo ad abbassare le tasse, faremo cose rivoluzionarie". E il Paese - aggiunge - sarà consegnato in ordine a chi verrà dopo di me. "Il tempo - osserva Renzi - dimostrerà se questa è arroganza o coraggio. Da parte mia non ho intenzione" di indietreggiare "e andrò avanti".
Il premier parla poi della moneta unica e dice che sarebbe "contento se non fosse così forte nei confronti del dollaro e l'inflazione fosse un po' più alta".