ECONOMIA
All'ordine del giorno Jobs Act, piano casa ed edilizia scolastica
Renzi, ecco il pacchetto-choc per rilanciare l'economia
Riunione di governo fissata alle 16. All'ordine del giorno indirizzi in materia fiscale e
per il rilancio dell'economia: più detrazioni per i redditi bassi e incentivi per chi assume. Alle 17 conferenza stampa da Palazzo Chigi. Renzi rassicura sulle coperture per il taglio del cuneo fiscale: "Ce le abbiamo. Abbiamo trovato 20 miliardi e ne utilizziamo solo 10"
Roma
Le ultime rifiniture ieri sera a Palazzo Chigi. Con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Delrio e al telefono con il ministro Padoan a Bruxelles per l'Ecofin. Sarà proprio oggi che il governo di Matteo Renzi presenterà i suoi primi, importanti, provvedimenti economici. All'ordine del giorno ci sono il Jobs Act e un pacchetto di riforme che si preannuncia rivoluzionario, o meglio, come dice lo stesso premier in una intervista a Repubblica "un vero e proprio shock positivo". Alle 16 comincerà la riunione dell'esecutivo, quella che si annuncia come la più significativa, almeno finora, dell'era targata Renzi. Obiettivo del premier e del suo governo taglio del cuneo fiscale e pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione. Ma non solo: c'è anche l'edilizia scolastica, il piano casa, e non ultimo il Jobs Act con la riforma degli ammortizzatori, il contratto unico, ecc...
Taglio delle tasse su lavoratori dipendenti a basso reddito
Il Consiglio dei ministri dovrebbe quindi varare il taglio delle tasse sui lavoratori dipendenti a basso reddito con più detrazioni irpef dalla busta paga di aprile. "Il punto - spiega Renzi - è che il prossimo 27 aprile i lavoratori si troveranno cento euro in più in busta paga". "Noi vogliamo dare quei soldi in modo che chi guadagna 1.200 o 1.300 euro al mese possa dare qualcosa di più alla famiglia". "Voglio che un padre possa dare 20 euro in più al figlio" per una pizza e "che una madre possa trovarsi nella sua borsa 50 euro in più per fare la spesa e per comprarsi qualcosa di cui sente il bisogno da tempo. Questa è sinistra. Questa è la manovra più di sinistra degli ultimi anni: dare a chi ha un reddito basso 1.000 euro in più l'anno".
"La più impressionante operazione politica mai fatta a sinistra"
Per Renzi sarà "la più impressionante operazione politica mai fatta a sinistra di recupero di potere d'acquisto per chi non ce la fa. Su questo tema ci giochiamo tutto, non sulle alchimie interne". "La sinistra - continua il presidente del Consiglio - è dove si combatte la povertà, non dove sta Rosy Bindi".
"Abbiamo le coperture"
Il premier considera cruciali queste misure. Misure per cui, ribadisce, ci sono le coperture. "E basta con questa storia che non ci sono. Ce le abbiamo. Abbiamo trovato 20 miliardi e ne utilizziamo solo 10". E la puntata il premier la fa sul taglio Irpef: gran parte dei 10 miliardi andranno quindi a vantaggio dei lavoratori, con l'obiettivo di rilanciare i consumi: "Anche così aiutiamo le imprese", spiegano fonti di governo. Che sottolineano come per gli imprenditori ci saranno anche lo sblocco dei pagamenti dei debiti della P.A., qualche sgravio selettivo per chi assume giovani e donne, e una serie di misure di semplificazione burocratica che saranno annunciati oggi. Alle 17, quando da Palazzo Chigi si terrà la conferenza stampa post Cdm, si saprà tutto: "E' #laSvoltabuona", ha scritto ieri Renzi lanciando l'hashtag per chi volesse seguire via twitter l'evoluzione dei lavori. Le pressioni degli industriali restano dunque senza esito, e il messaggio lanciato ieri ("Se ne faranno una ragione") sembra aver tenuto fino alla fine. Nonostante dalla stessa maggioranza in molti (soprattutto i centristi) abbiano provato per tutto il giorno a spostare sulle imprese buona parte del taglio. Niente da fare: quella che Renzi ha in mente è appunto la più impressionante operazione politica mai fatta a sinistra di recupero di potere d'acquisto. Con buona pace di Squinzi. Il punto fermo per Renzi, in merito alle coperture, sono i risparmi della spending review: proprio ieri Carlo Cottarelli ha presentato la sua relazione, e da lì dovrebbero arrivare circa 5 miliardi dei 10 necessari. Un altro paio di miliardi dovrebbero arrivare dalla minor spesa per interessi: "La stabilità dello spread - spiega una fonte del Tesoro - ci garantisce ulteriore margine rispetto ai tendenziali". Sul resto si ragiona ancora: l'ipotesi del rientro dei capitali sembra archiviata ("è la più debole", riconoscono dal governo) mentre sempre nella categoria una tantum si potrebbe puntare sul maggior gettito Iva derivante dai pagamenti P.A. Ma non è detto che si arrivi per oggi a stringere tutto il pacchetto: tanto che il Cdm potrebbe varare solo le linee guida.
I sindacati
L'intenzione del premier sembra quella di concentrare le risorse sull'Irpef e quindi sul lavoro dipendente piuttosto che sui costi delle imprese per il lavoro. "Per la prima volta - ha detto ieri Renzi - sarà messa nelle tasche degli italiani una significativa quantità di denaro". Mentre sul lavoro il presidente del Consiglio ha annunciato la presentazione di un disegno di legge delega (allungando i tempi e la ricerca delle coperture necessarie a una nuova riforma degli ammortizzatori sociali). "Devo dire che per chi si è presentato al Paese con l'idea che avrebbe cambiato verso, avrebbe introdotto il nuovo e cambiato tutto - ha chiosato il numero uno della Cgil, Susanna Camusso - usa degli argomenti di una antichità straordinaria. Nella nostra memoria di governi che si sono presentati nella logica dell'attacco al sindacato ne abbiamo una lunga sequenza. Con una idea in fondo antica, quella di immaginare che si può prescindere dal lavoro e dalle sue forme organizzate quando si disegna la direzione del Paese". E sulle coperture necessarie per i provvedimenti annunciati (a partire dal taglio del cuneo fiscale) la Cgil ribadisce il no a ipotesi di nuovi interventi di blocco delle retribuzioni dei dipendenti pubblici. In attesa dei provvedimenti del Governo la Cisl e la Uil: "Non possiamo dare il voto a Renzi - ha detto il leader Uil, Luigi Angeletti, aspettiamo giovedì, deve ancora fare gli esami..." mentre il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni sottolinea di non essere d'accordo a proclamare scioperi, o mobilitazioni, "a scopo preventivo. Vediamo cosa succede - ha aggiunto dicendosi convinto che il jobs act non crei posti di lavoro - se Renzi taglierà le tasse alle famiglie la Cisl è d'accordo". No a minacce preventive anche dal numero uno della Fiom, Maurizio Landini. "Il mio problema non è polemizzare - ha detto - ma dire come deve essere cambiato il Paese. A questo punto io non faccio minacce preventive. Matteo Renzi rappresenta un elemento di novità e i voti che ha preso nel corso delle primarie indicano che c'è una grande parte del paese che desidera cambiare. E in questi ultimi 20 anni è stato cambiato poco. Io il Paese lo voglio cambiare".
"Non sono riusciti a farmi fuori"
Parlando del suo partito, dell'Italicum e del suo iter a Montecitorio, Renzi dice: "Volevano dimostrare che sì, mi avevano lasciato il partito. Che sì mi avevano lasciato la presidenza del Consiglio, ma che i numeri ce li avevano loro. Che loro potevano ancora essere determinanti. E invece no, i numeri li abbiamo noi". A Montecitorio "non si è votata solo una riforma, si è giocata una partita tra due modelli culturali. E anche se a costo di qualche ammaccatura, abbiamo vinto noi. "Adesso - avverte Renzi - bisogna cambiare registro. Nessuno può pensare di andare avanti così. I numeri ora sono chiari e al Senato non si può fare così. Le cose devono cambiare. Anche lì".
Taglio delle tasse su lavoratori dipendenti a basso reddito
Il Consiglio dei ministri dovrebbe quindi varare il taglio delle tasse sui lavoratori dipendenti a basso reddito con più detrazioni irpef dalla busta paga di aprile. "Il punto - spiega Renzi - è che il prossimo 27 aprile i lavoratori si troveranno cento euro in più in busta paga". "Noi vogliamo dare quei soldi in modo che chi guadagna 1.200 o 1.300 euro al mese possa dare qualcosa di più alla famiglia". "Voglio che un padre possa dare 20 euro in più al figlio" per una pizza e "che una madre possa trovarsi nella sua borsa 50 euro in più per fare la spesa e per comprarsi qualcosa di cui sente il bisogno da tempo. Questa è sinistra. Questa è la manovra più di sinistra degli ultimi anni: dare a chi ha un reddito basso 1.000 euro in più l'anno".
"La più impressionante operazione politica mai fatta a sinistra"
Per Renzi sarà "la più impressionante operazione politica mai fatta a sinistra di recupero di potere d'acquisto per chi non ce la fa. Su questo tema ci giochiamo tutto, non sulle alchimie interne". "La sinistra - continua il presidente del Consiglio - è dove si combatte la povertà, non dove sta Rosy Bindi".
"Abbiamo le coperture"
Il premier considera cruciali queste misure. Misure per cui, ribadisce, ci sono le coperture. "E basta con questa storia che non ci sono. Ce le abbiamo. Abbiamo trovato 20 miliardi e ne utilizziamo solo 10". E la puntata il premier la fa sul taglio Irpef: gran parte dei 10 miliardi andranno quindi a vantaggio dei lavoratori, con l'obiettivo di rilanciare i consumi: "Anche così aiutiamo le imprese", spiegano fonti di governo. Che sottolineano come per gli imprenditori ci saranno anche lo sblocco dei pagamenti dei debiti della P.A., qualche sgravio selettivo per chi assume giovani e donne, e una serie di misure di semplificazione burocratica che saranno annunciati oggi. Alle 17, quando da Palazzo Chigi si terrà la conferenza stampa post Cdm, si saprà tutto: "E' #laSvoltabuona", ha scritto ieri Renzi lanciando l'hashtag per chi volesse seguire via twitter l'evoluzione dei lavori. Le pressioni degli industriali restano dunque senza esito, e il messaggio lanciato ieri ("Se ne faranno una ragione") sembra aver tenuto fino alla fine. Nonostante dalla stessa maggioranza in molti (soprattutto i centristi) abbiano provato per tutto il giorno a spostare sulle imprese buona parte del taglio. Niente da fare: quella che Renzi ha in mente è appunto la più impressionante operazione politica mai fatta a sinistra di recupero di potere d'acquisto. Con buona pace di Squinzi. Il punto fermo per Renzi, in merito alle coperture, sono i risparmi della spending review: proprio ieri Carlo Cottarelli ha presentato la sua relazione, e da lì dovrebbero arrivare circa 5 miliardi dei 10 necessari. Un altro paio di miliardi dovrebbero arrivare dalla minor spesa per interessi: "La stabilità dello spread - spiega una fonte del Tesoro - ci garantisce ulteriore margine rispetto ai tendenziali". Sul resto si ragiona ancora: l'ipotesi del rientro dei capitali sembra archiviata ("è la più debole", riconoscono dal governo) mentre sempre nella categoria una tantum si potrebbe puntare sul maggior gettito Iva derivante dai pagamenti P.A. Ma non è detto che si arrivi per oggi a stringere tutto il pacchetto: tanto che il Cdm potrebbe varare solo le linee guida.
I sindacati
L'intenzione del premier sembra quella di concentrare le risorse sull'Irpef e quindi sul lavoro dipendente piuttosto che sui costi delle imprese per il lavoro. "Per la prima volta - ha detto ieri Renzi - sarà messa nelle tasche degli italiani una significativa quantità di denaro". Mentre sul lavoro il presidente del Consiglio ha annunciato la presentazione di un disegno di legge delega (allungando i tempi e la ricerca delle coperture necessarie a una nuova riforma degli ammortizzatori sociali). "Devo dire che per chi si è presentato al Paese con l'idea che avrebbe cambiato verso, avrebbe introdotto il nuovo e cambiato tutto - ha chiosato il numero uno della Cgil, Susanna Camusso - usa degli argomenti di una antichità straordinaria. Nella nostra memoria di governi che si sono presentati nella logica dell'attacco al sindacato ne abbiamo una lunga sequenza. Con una idea in fondo antica, quella di immaginare che si può prescindere dal lavoro e dalle sue forme organizzate quando si disegna la direzione del Paese". E sulle coperture necessarie per i provvedimenti annunciati (a partire dal taglio del cuneo fiscale) la Cgil ribadisce il no a ipotesi di nuovi interventi di blocco delle retribuzioni dei dipendenti pubblici. In attesa dei provvedimenti del Governo la Cisl e la Uil: "Non possiamo dare il voto a Renzi - ha detto il leader Uil, Luigi Angeletti, aspettiamo giovedì, deve ancora fare gli esami..." mentre il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni sottolinea di non essere d'accordo a proclamare scioperi, o mobilitazioni, "a scopo preventivo. Vediamo cosa succede - ha aggiunto dicendosi convinto che il jobs act non crei posti di lavoro - se Renzi taglierà le tasse alle famiglie la Cisl è d'accordo". No a minacce preventive anche dal numero uno della Fiom, Maurizio Landini. "Il mio problema non è polemizzare - ha detto - ma dire come deve essere cambiato il Paese. A questo punto io non faccio minacce preventive. Matteo Renzi rappresenta un elemento di novità e i voti che ha preso nel corso delle primarie indicano che c'è una grande parte del paese che desidera cambiare. E in questi ultimi 20 anni è stato cambiato poco. Io il Paese lo voglio cambiare".
"Non sono riusciti a farmi fuori"
Parlando del suo partito, dell'Italicum e del suo iter a Montecitorio, Renzi dice: "Volevano dimostrare che sì, mi avevano lasciato il partito. Che sì mi avevano lasciato la presidenza del Consiglio, ma che i numeri ce li avevano loro. Che loro potevano ancora essere determinanti. E invece no, i numeri li abbiamo noi". A Montecitorio "non si è votata solo una riforma, si è giocata una partita tra due modelli culturali. E anche se a costo di qualche ammaccatura, abbiamo vinto noi. "Adesso - avverte Renzi - bisogna cambiare registro. Nessuno può pensare di andare avanti così. I numeri ora sono chiari e al Senato non si può fare così. Le cose devono cambiare. Anche lì".