ECONOMIA
Il rischio Grexit affossa le borse. Draghi: "Serve accordo credibile". Atene sempre più sola
Il Presidente Bce Mario Draghi: "Ora la palla passa alla Grecia, serve un accordo credibile e forte. La situazione economica è drammatica".
default della Grecia si fa sempre più consistente e il tempo a disposizione per evitare l'uscita di Atene dall'euro continua a ridursi.
Le borse europee bruciano 172 miliardi
Le parole del Governatore della Bce Mario Draghi (intervenuto al Parlamento europeo), che da una parte ha confermato il sostegno alle banche elleniche e dall'altra ha definito l'insolvenza come un possibile ingresso in "acque inesplorate", hanno fermato solo per poco l'emorragia dei listini, con Milano che ha chiuso a -2,4%, ai minimi di giornata.
Il "terreno ignoto" di Grexit
Con una 'Grexit', "entreremmo in un terreno ignoto", ha detto Draghi, perché se anche dopo le ultime riforme del sistema finanziario ci sono strumenti per gestire la situazione nel breve, "nel medio lungo periodo quali sarebbero le conseguenze per l'Ue? Questo non siamo in grado di prevederlo".
Draghi: "Su aiuti decide la politica"
La Banca centrale europea lascia aperto il canale di finanziamenti di emergenza alle banche greche, e così sarà "fin quando saranno solventi", ha ripetuto il presidente Mario Draghi. Ma durante la consueta audizione trimestrale al parlamento europeo, il banchiere centrale ha anche lanciato chiari segnali sia ad Atene che ai Paesi dell'area euro.
Questo strumento, chiamato "Ela" non può essere usato per "aggirare il divieto di finanziamento dei debito pubblici". Per questo esiste il limite imposto alle emissioni di titoli di Stato a breve scadenza (che le banche possono acquistare e usare come garanzia per accedere ai fondi della Bce, creando indirettamente un canale di finanziamento a favore dello Stato).
La rimozione di questo limite richiede "un accordo credibile e un esborso di aiuti dai paesi dell'area euro", ha detto Draghi.
In altri termini, anche più espliciti "deve essere assolutamente chiaro che le decisioni di concludere il programma e di procedere con altri esborsi di aiuti ricadono interamente sull'Eurogruppo. E' una decisione politica - ha insistito - che andrà presa da rappresentanti eletti dal popolo, non dai banchieri centrali".
In pratica, senza un accordo non si pensi che il caso Grecia possa essere risolto o tamponato con i fondi della Bce.
Grecia su pensioni e Iva: "Volete portarci alla schiavitù"
Oltre al miliardo e 800 milioni di euro derivanti dalla riforma dell'Iva, i creditori della Grecia chiedono al Paese un altro miliardo e 800 milioni da trovare apportando ulteriori tagli al sistema pensionistico pari al 20% in meno su tutte le pensioni principali e quelle integrative. Lo ha spiegato il vice ministro della Sicurezza sociale, Dimitris Stratoulis, parlando con l'agenzia di stampa ellenica Ana-Mpa.
Secondo Stratoulis, queste richieste "porteranno il popolo greco alla schiavitù. Sono inaccettabili e quindi vanno respinte".
Il vice ministro ha aggiunto che le cosiddette "pensioni alte" in Grecia non esistono e ha sottolineato che complessivamente, dall'inizio della crisi ad oggi, i tagli alle pensioni hanno già portato ad una riduzione del 50% delle rendite dei pensionati.
Il punto di non ritorno
Intanto il calendario della Grecia è quasi esaurito. Il 16 giugno a Bruxelles si riunisce l'Euro Working Group, l'organismo tecnico che prepara i lavori dell'Eurogruppo. Il 18 e 19 giugno. I ministri che compongono l'Eurogruppo e il Consiglio Finanze dell'Ue si incontrano a Lussemburgo. Il 25 e 26 giugno a Bruxelles ci sarà il vertice dei capi di Stato e di governo dell'Ue.
E poi il 30 giugno. La data in cui la Grecia, dopo i rinvii decisi nelle ultime settimane, dovrà rimborsare al Fondo monetario internazionale di una supertranche da 1,6 miliardi di euro.
Senza lo sblocco dei nuovi aiuti internazionali o l'individuazione di una soluzione alternativa al momento imprevedibile, sarà inevitabile che Atene dichiari lo stato di insolvenza.
Atene sempre più sola
Dopo il Fondo Monetario e l'Unione europea anche il Presidente della Bce dice che: "La palla passa ora alla Grecia". Serve un accordo credibile e forte, dice Draghi: "La situazione economica è drammatica".
Dopo un fine settimana di trattative che si è concluso ancora una volta senza accordo tra il governo ellenico e i suoi creditori, l'ipotesi di un
Le borse europee bruciano 172 miliardi
Le parole del Governatore della Bce Mario Draghi (intervenuto al Parlamento europeo), che da una parte ha confermato il sostegno alle banche elleniche e dall'altra ha definito l'insolvenza come un possibile ingresso in "acque inesplorate", hanno fermato solo per poco l'emorragia dei listini, con Milano che ha chiuso a -2,4%, ai minimi di giornata.
Il "terreno ignoto" di Grexit
Con una 'Grexit', "entreremmo in un terreno ignoto", ha detto Draghi, perché se anche dopo le ultime riforme del sistema finanziario ci sono strumenti per gestire la situazione nel breve, "nel medio lungo periodo quali sarebbero le conseguenze per l'Ue? Questo non siamo in grado di prevederlo".
Draghi: "Su aiuti decide la politica"
La Banca centrale europea lascia aperto il canale di finanziamenti di emergenza alle banche greche, e così sarà "fin quando saranno solventi", ha ripetuto il presidente Mario Draghi. Ma durante la consueta audizione trimestrale al parlamento europeo, il banchiere centrale ha anche lanciato chiari segnali sia ad Atene che ai Paesi dell'area euro.
Questo strumento, chiamato "Ela" non può essere usato per "aggirare il divieto di finanziamento dei debito pubblici". Per questo esiste il limite imposto alle emissioni di titoli di Stato a breve scadenza (che le banche possono acquistare e usare come garanzia per accedere ai fondi della Bce, creando indirettamente un canale di finanziamento a favore dello Stato).
La rimozione di questo limite richiede "un accordo credibile e un esborso di aiuti dai paesi dell'area euro", ha detto Draghi.
In altri termini, anche più espliciti "deve essere assolutamente chiaro che le decisioni di concludere il programma e di procedere con altri esborsi di aiuti ricadono interamente sull'Eurogruppo. E' una decisione politica - ha insistito - che andrà presa da rappresentanti eletti dal popolo, non dai banchieri centrali".
In pratica, senza un accordo non si pensi che il caso Grecia possa essere risolto o tamponato con i fondi della Bce.
Grecia su pensioni e Iva: "Volete portarci alla schiavitù"
Oltre al miliardo e 800 milioni di euro derivanti dalla riforma dell'Iva, i creditori della Grecia chiedono al Paese un altro miliardo e 800 milioni da trovare apportando ulteriori tagli al sistema pensionistico pari al 20% in meno su tutte le pensioni principali e quelle integrative. Lo ha spiegato il vice ministro della Sicurezza sociale, Dimitris Stratoulis, parlando con l'agenzia di stampa ellenica Ana-Mpa.
Secondo Stratoulis, queste richieste "porteranno il popolo greco alla schiavitù. Sono inaccettabili e quindi vanno respinte".
Il vice ministro ha aggiunto che le cosiddette "pensioni alte" in Grecia non esistono e ha sottolineato che complessivamente, dall'inizio della crisi ad oggi, i tagli alle pensioni hanno già portato ad una riduzione del 50% delle rendite dei pensionati.
Il punto di non ritorno
Intanto il calendario della Grecia è quasi esaurito. Il 16 giugno a Bruxelles si riunisce l'Euro Working Group, l'organismo tecnico che prepara i lavori dell'Eurogruppo. Il 18 e 19 giugno. I ministri che compongono l'Eurogruppo e il Consiglio Finanze dell'Ue si incontrano a Lussemburgo. Il 25 e 26 giugno a Bruxelles ci sarà il vertice dei capi di Stato e di governo dell'Ue.
E poi il 30 giugno. La data in cui la Grecia, dopo i rinvii decisi nelle ultime settimane, dovrà rimborsare al Fondo monetario internazionale di una supertranche da 1,6 miliardi di euro.
Senza lo sblocco dei nuovi aiuti internazionali o l'individuazione di una soluzione alternativa al momento imprevedibile, sarà inevitabile che Atene dichiari lo stato di insolvenza.
Atene sempre più sola
Dopo il Fondo Monetario e l'Unione europea anche il Presidente della Bce dice che: "La palla passa ora alla Grecia". Serve un accordo credibile e forte, dice Draghi: "La situazione economica è drammatica".