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MONDO

Il terzo e ultimo giorno della tregua

Continua l'evacuazione di Homs, sotto i colpi di mortaio

Il team delle Nazioni Unite e della Mezzaluna Rossa stanno portando aiuti ed evacuando la città vecchia, sotto assedio da 600 giorni. A Ginevra riprendono i negoziati tra governo e opposizione

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Continuano le operazioni del team delle Nazioni Unite e della Mezzaluna Rossa per l'evacuazione della città vecchia di Homs e per la consegna degli aiuti umanitari. Altri 420 siriani sarebbero stati portati fuori dalla città, sotto assedio da 600 giorni. Lo riporta l'agenzia ufficiale Sana, mentre la tv di stato aggiunge che l'operazione sarebbe avvenuta "malgrado gli spari dei gruppi terroristi armati", facendo riferimento ai ribelli. 

È l'ultimo giorno della tregua per l'applicazione dell'accordo raggiunto sotto l'egida dell'Onu. Sabato sera però il cessate il fuoco è stato rotto ed un convoglio della Mezzaluna Rossa carico di aiuti destinati ai civili di Homs è stato oggetto di spari che avrebbero ferito quattro cooperanti. Sulle responsabilità della violazione della tregua, governo e ribelli si rimbalzano responsabilità dalle prime ore di sabato.

Riprendono a Ginevra i colloqui di pace; il mediatore internazionale Lakhdar Brahimi sta spingendo perché le parti arrivino ad un accordo sulle forniture di aiuti e sul rilascio di prigionieri. Progressi su tali questioni potrebbero, infatti, dare slancio per affrontare il punto più controverso, vale a dire la transizione politica.

Il conflitto in Siria ha già ucciso 130 mila persone, costretto milioni di civili a lasciare la propria casa e devastato interi quartieri, soprattutto ad Homs, il centro della protesta scoppiata nel 2011 contro i 40 anni di dominio della famiglia Assad. L'evacuazione dei civili e la consegna degli aiuti è stato il primo risultato concreto, anche se modesto, dei colloqui promossi due settimane fa in Svizzera dal mediatore delle Nazioni Unite per cercare di porre fine alla guerra civile.
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