ITALIA
Ha ucciso tre persone e ne ha ferite altre due
Spari al tribunale di Milano, malore in carcere per Giardiello. Convalidato l'arresto
Il fascicolo che è stato aperto è di omicidio plurimo premeditato, tentato omicidio e lesioni gravi; non è escluso che venga ipotizzato il reato di strage
Giardiello, il killer del tribunale di Milano. Le accuse contestate all'uomo sono omicidio plurimo aggravato, tentato omicidio e porto abusivo di arma.
Claudio Giardiello, l'uomo che giovedì scorso ha ucciso tre persone nel tribunale di Milano ha avuto un malore nel carcere di Monza, prima che iniziasse l'udienza di convalida dell'arresto. È saltato dunque l'interrogatorio di garanzia.
"Giardiello è in stato confusionale e non è in grado di riconoscere neanche il difensore" ha spiegato il legale Nadia Savoca al termine dell'udienza. Il gip, una volta emesso il verdetto, trasmetterà gli atti a Brescia, sede competente per le indagini che riguardano magistrati milanesi.
Lunedì sono previste invece le autopsie delle vittime. Il fascicolo che è stato aperto è di omicidio plurimo premeditato, tentato omicidio e lesioni gravi; non è escluso che venga ipotizzato il reato di strage.
L'amico di Giardiello: "Era ossessionato dalle sue vicende giudiziarie"
"Claudio che conoscevo io era un brav'uomo, non avrei mai pensato che mettesse in pratica quello che diceva. Era ossessionato dalle sue vicende giudiziarie, dalle liti coi soci". Così in un'intervista a La Stampa Ermenegildo Gabrielli, amico di Claudio Giardiello. Gabrielli spiega che non vedeva Giardiello da oltre un anno, ma "aveva tutto in mente. Mi diceva della pistola, del sistema che aveva escogitato per entrare in Tribunale". Giardiello diceva a Gabrielli, secondo il racconto di quest'ultimo, che in tribunale "gli bastava essere ben vestito per entrare dove passano gli avvocati. Mi spiegava: 'Sai Gildo, gli faccio vedere il mio tesserino da agente immobiliare e nemmeno lo guardano'".
Esplode la polemica: Come è potuto succedere?
Intanto è esplosa la polemica sulla sicurezza nei Palazzi di Giustizia. Sarebbe stata infatti una "falla" nei controlli che avrebbe permesso a Claudio Giardiello, imputato per bancarotta fraudolenta, di entrare armato in tribunale e poi di muoversi liberamente dentro l'edificio. Prima infatti ha aperto il fuoco nell'aula dell'udienza al terzo piano e ha ucciso l'avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani e il coimputato al processo per bancarotta, Giorgio Erba. Ha poi rivolto l'arma contro Davide Limongelli ferendolo. Quindi nel momento di massima confusione è sceso al primo piano, ha ferito il commercialista che era stato consulente nel corso del procedimento e poi è tornato indietro, al secondo piano, è entrato nella stanza del giudice fallimentare Fernando Ciampi e lo ha ucciso sparandogli due colpi. Fuggito dal Palazzo di Giustizia è stato bloccato a Vimercate.
Il metal detector e il tesserino
Giardiello è entrato dall'ingresso di via Manara, un'entrata riservata al personale, ai magistrati e agli avvocati e che, per questo, non è dotata di metal detector. Il metal detector rimosso dopo dei lavori di ristrutturazione non è mai stato più installato. "Si tratta di un ingresso riservato al personale - ha precisato il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati - che può entrare esibendo i documenti".
Per entrare in Tribunale, Giardiello avrebbe utilizzato un tesserino falso, come emergerebbe dai filmati delle telecamere di sorveglianza, documento che finora non è stato però ritrovato. A casa di Giardiello, come rivelano le prime indagini, sono stati trovati tesserini simili a quelli dei legali. Sotto accusa finiscono ora i controlli all'ingresso del Tribunale.
"Ci sono state falle nel sistema di sicurezza - ha ammesso Liberati - ma finora aveva sempre funzionato". Alcuni puntano il dito anche contro il sistema di evacuazione nei casi di emergenza. "Siamo rimasti in balia di noi stessi all'interno della struttura - ha spiegato un avvocato, Emanuele Perego - in una situazione di confusione totale, senza nessuno che ci dicesse cosa fare".
Il lavoro dei vigilantes sotto la lente degli inquirenti
La Procura di Brescia si occuperà anche delle indagini su eventuali 'falle' nel sistema di sicurezza e di sorveglianza agli ingressi del Palazzo di giustizia di Milano. Probabilmente verranno ascoltati anche gli addetti alla sorveglianza, dipendenti di una società privata, in servizio quando l'uomo è riuscito a entrare armato nell'edificio.