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MONDO

Dopo Ginvera

Crisi ucraina, Russia: "Inaccettabili altre sanzioni Usa"

Parla il portavoce del Cremlino: dopo il vertice di Ginevra è inaccettabile la minaccia di altre sanzioni dagli Stati Uniti. Poi aggiunge: "La responsabilità della crisi ucraina è collettiva"

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Roma All'indomani dall'accordo raggiunto con il vertice di Ginevra, l'Ucraina sembra di nuovo sul punto di esplodere. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha riconosciuto durante un'intervista televisiva la presenza di soldati russi a ridosso del confine ucraino e, anzi, ha precisato: "Noi abbiamo truppe in varie regioni russe, anche vicino al confine ucraino. Alcune vi sono basate, altre sono state inviate come rinforzo a causa della situazione in Ucraina".

Cremlino: inaccettabili ulteriori sanzioni
Tra i colleghi occidentali, come li ha definiti Peskov, lo scetticismo è aumentato già dopo. La Germania prima e il Regno Unito poi si sono detti d'accordo con gli Stati Uniti sul fatto che per Vladimir Putin sia arrivato il momento di passare ai fatti, pena nuove sanzioni. Da qui, la dura presa posizione del Cremlino, con le parole di Peskov: minacce "inaccettabili" perchè la responsabilità di fare funzionare l'accordo non è solo della Russia. Con una telefonata Barack Obama e Angela Merkel si sono detti d'accordo a tenere sul tavolo, pronte per essere adottate, ulteriori misure contro la Russia. Sanzioni economiche, in arrivo per il Cremlino se non agirà immediatamente  per disinnescare la tensione nella parte orientale dell'Ucraina, anche utilizzando la sua influenza sulle forze irregolari in Ucraina orientale perche' "depongano le armi e lascino gli edifici che hanno occupato con la forza". E la stessa intesa si estende al Regno Unito. 

Cremlino: crisi ucraina, responsabilità collettiva
Ancora, rifiutando di essere la sola responsabile dell'applicazione dell'accordo, la Russia punta il dito contro "i nostri colleghi occidentali che stanno ad addossare solo a noi la colpa mentre la responsabilità della crisi ucraina è collettiva". 

Tensioni nell'est dell'Ucraina
Sul campo la situazione è sempre più tesa. Da un lato i filorussi hanno chiaramente fatto sapere di non sentirsi in alcun modo vincolati all'intesa di Ginevra e si rifiutano di lasciare gli edifici occupati. Il ministro degli esteri ucraino ha annunciato che il governo non ritira le forze militari dislocate nel sudest, precisando però che se ci sarà la de-escalation concordata "le forze non saranno impiegate". E Mosca ha confermato la presenza di truppe ammassate al confine, alcune basate in quelle zone, altre come rinforzi proprio per la crisi ucraina. 


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