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MONDO

Aldo Ferrari, direttore del programma Russia ed Europa Orientale dell'ISPI

Ucraina: rischio bancarotta se Mosca usa il pugno di ferro

"Ora  - spiega il Professor Ferrari - tutti i problemi irrisolti dell'Ucraina tornano sul tavolo. L'economia è sull'orlo del default e non può più contare sugli ingenti aiuti economici di Mosca. La sfida della nuova leadership filoeuropea è garantire la tenuta del sistema-Paese"

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di Veronica Fernandes E' successo a tre mesi dall'inizio delle proteste a Piazza Maidan e a dieci anni dalla Rivoluzione Arancione, una svolta rapidissima: il presidente ucraino Viktor Yanukovic è stato destituito dal Parlamento e la leader simbolo dell'opposizione, Yulia Tymoshenko, è stata rilasciata. Aldo Ferrari,direttore del programma Russia ed Europa Orientale dell'ISPI e docente all'Università Ca' Foscari di Venezia commenta gli ultimi eventi.

La questione cruciale è quella economica. Che sfide deve affrontare l'Ucraina?
L'Ucraina è un Paese sull'orlo del default. L'economia è fragilissima, totalmente dipendente dalla Russia, in particolare per quanto riguarda gas e petrolio, che compra a prezzi agevolati. E' un'economia lontana dagli standard europei, con un debito pubblico alle stelle a cui Mosca con ogni probabilità cancellerà gli aiuti. Si rischia la bancarotta. 

Per evitare la bancarotta come può muoversi la nuova dirigenza?
La rottura tra Mosca e Kiev ha reso l'Ucraina dipendente dall'Unione Europea, si troverà letteralmente a battere cassa. Bruxelles e il Fondo Monetario Internazionale hanno promesso aiuti: vanno quantificati per capire quanto possano aiutare Kiev. Mosca aveva promesso 15 miliardi di dollari di aiuti e l'acquisto di un'ingente quota del debito pubblico, cifre così dall'Europa già in crisi non possono arrivare. A questo va aggiunto che i rapporti con Mosca sono compromessi e ricucirli sarà arduo, anche perchè Mosca ha in mano una leva economica fortissima contro Kiev.

Come prevede che si muoverà la Russia?
Quasi sicuramente non erogherà gli aiuti a fondo perduto concordati con Yanukovich e nemmeno acquisterà quote del debito pubblico. E può attuare una vera e propria guerra commerciale, a partire dal fronte energetico. Se alzasse il prezzo di gas e petrolio - ora venduti a prezzi agevolati - per Kiev sarebbe la fine. E ancora: potrebbe ostacolare l'importazione di prodotti agricoli e industriali dall'Ucraina. Il Cremlino può potenzialmente nuocere moltissimo, l'economia ucraina dipende da quella russa. Questa è una delle ragioni per cui Yanukovich non ha firmato il trattato di associazione con l'Ue, perchè Mosca non chiudesse la porta degli aiuti.

Intende dire che dal punto di vista strettamente economico la mancata firma dell'accordo con l'Unione Europea non era una scelta sbagliata?
Bisogna dire innanzitutto che Yanukovich non era "filorusso", aveva un rapporto difficile con Putin, non era un suo proconsole ma si muoveva sapendo che l'economia di Kiev dipendeva da Mosca. In questo senso la scelta di non firmare quegli accordi è stata una scelta equilibrata, per garantirsi prestiti e tutele dalla Russia. Non si può dire che volessere rompere con l'Europa, cercava un equilibrio che poi, come abbiamo visto, è saltato del tutto. Yanukovich è stato un capo di Stato che certamente guardava ai propri interessi e a quelli degli oligarchi che lo sostenevano ma puntava alla stabilità di un Paese che non è mai stato stabile. In più, l'ex presidente non era certo un leader politico in grado di affascinare né la popolazione filoeuropea né tantomeno gli europei.

Dopo Yanukovich che scenario politico si apre per l'Ucraina?
E' indubbio che Yulia Tymoshenko sarà la figura centrale, è un personaggio carismatico che con la carcerazione si è guadagnata anche un'aura da martire. C'è da dire però che la sua condanna per appropriazione indebita è stata di sicuro strumentale ma non del tutto infondata. La sua liberazione è stata inattesa e sconcertante, anche un po' leggera dal punto di vista giuridico. Va anche ricordato che quando ha governato lo ha fatto malissimo, ha gestito il potere in modo personale. La sua è figura polarizzatrice, ci sono ampie fasce della popolazione che provano avversione per lei, sono quelle che hanno lasciato la piazza ieri sera.

Che ruolo avranno i tre partiti di opposizione protagonisti delle rivolte?
Il ruolo preminente sarà in mano al partito della Tymoshenko. Il partito Alleanza Democratica dell'ex pugile Vitali Klitschko deve essere ancora verificato, per quanto riguarda la sua presa politica. E Svoboda è troppo nazionalista ed estremista per aspettarsi un successo ampio. 

Qual è lo scenario migliore e quale quello peggiore per l'Ucraina di domani?
La soluzione auspicabile, ma difficilissima, è che i nuovi governanti riescano a integrare i rapporti con l'Unione Europea e con il Cremlino, piuttosto che contrapporli. Lo scenario peggiore è che la tregua sia lontana: le proteste dei giorni scorsi hanno visto contrapporsi le due anime del Paese, quella sud-orientale più vicina alla Russia e quella occidentale più vicina all'Europa. La situazione è così delicata dal punto di vista politico ed economico che non si può escludere che tornino gli scontri. 
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