MONDO
Dalla mezzanotte
Ucraina, ultimatum dei filorussi a Kiev: ritiratevi o distruggiamo tutto
I separatisti di Donetsk hanno lanciato un ultimatum all'esercito di Kiev. Se non si ritira entro 24 ore, forti della vittoria del referendum, minacciano di "distruggere ogni cosa"
Ucraina
L'Ucraina è sull'orlo della guerra civile, aveva detto ieri il ministro degli Esteri di Mosca Sergei lavrov. Ora, alla mezzanotte, le forze di autodifesa filorusse hanno lanciato un ultimatum di 24 ore a Kiev perchè ritiri l'esercito dalla autoproclamata Repubblica di Donetsk. Altrimenti partirà l'attacco conto i posti di blocco, ha annunciato a Ria Novosti Serghiei Zdriliuk, vice comandante delle milizie del Donbass.
"Se i veicoli corazzati non saranno ritirati e i blocchi stradali delle cosiddette autorità non saranno rimoss i- ha detto - avrò sufficiente potere e mezzi, il comandante per distruggere e bruciare qualsiasi cosa.
Gruppi di ricognizione e di sabotaggio sono pronti a muoversi a alcuni sono già in posizione".
Intanto ieri si è inaugurata a Kiev una tavola rotonda per cercare di risolvere la crisi politica dell'Ucraina. Le speranze che arrivano, però, sono piuttosto esili. All'incontro infatti partecipato ministri, leader
politici, imprenditori e governatori regionali, ma non è stato invitato nessun rappresentante dei separatisti filorussi, e questo è per molti osservatori un grave ostacolo all'efficacia delle trattative.
Il vertice di Kiev arriva in un momento molto delicato della storia ucraina. Le presidenziali anticipate fissate per il 25 maggio sono minacciate dalle violenze quotidiane nelle regioni del sud-est e la partecipazione al voto potrebbe essere ulteriormente ridotta dai controversi referendum separatisti di domenica scorsa, che secondo i filorussi che li hanno organizzati avrebbero sancito la sovranità delle "Repubbliche
popolari" di Donetsk e Lugansk con un vero e proprio plebiscito.
"Se i veicoli corazzati non saranno ritirati e i blocchi stradali delle cosiddette autorità non saranno rimoss i- ha detto - avrò sufficiente potere e mezzi, il comandante per distruggere e bruciare qualsiasi cosa.
Gruppi di ricognizione e di sabotaggio sono pronti a muoversi a alcuni sono già in posizione".
Intanto ieri si è inaugurata a Kiev una tavola rotonda per cercare di risolvere la crisi politica dell'Ucraina. Le speranze che arrivano, però, sono piuttosto esili. All'incontro infatti partecipato ministri, leader
politici, imprenditori e governatori regionali, ma non è stato invitato nessun rappresentante dei separatisti filorussi, e questo è per molti osservatori un grave ostacolo all'efficacia delle trattative.
Il vertice di Kiev arriva in un momento molto delicato della storia ucraina. Le presidenziali anticipate fissate per il 25 maggio sono minacciate dalle violenze quotidiane nelle regioni del sud-est e la partecipazione al voto potrebbe essere ulteriormente ridotta dai controversi referendum separatisti di domenica scorsa, che secondo i filorussi che li hanno organizzati avrebbero sancito la sovranità delle "Repubbliche
popolari" di Donetsk e Lugansk con un vero e proprio plebiscito.