MONDO
Bubka: "Rispetto per la scelta individuale"
Sochi, alcuni atleti ucraini lasciano i Giochi
La decisione di abbandonare le Olimpiadi per gli scontri in Ucraina tra polizia e manifestanti anti governativi. Il comitato olimpico ucraino: "Via solo chi ha già gareggiato"
Sochi
Sochi e Kiev: 1024 chilometri di distanza. Una distanza fisica che oggi si annulla. Perché oggi è entrata prepotentemente a Sochi la protesta di Kiev, la capitale ucraina infiammata da giorni dalle violenze. Alcuni atleti ucraini hanno infatti deciso di lasciare la cittadina russa in cui si disputano i Giochi invernali per rientrare nel proprio Paese sconvolto dalle proteste. La conferma arriva dal Comitato Olimpico internazionale. "Alcuni di loro - dice il portavoce del comitato Mark Adams - hanno deciso di ritornare a casa. E Sergei Bubka (presidente del Comitato olimpico ucraino, ndr) rispetta la loro decisione". Si tratta, ha poi precisato il Comitato olimpico ucraino sul proprio sito, degli atleti che hanno già gareggiato. Gli altri resteranno in Russia fino alla fine dei Giochi.
Bogdana Matsotska torna sui suoi passi
La prima ad annunciare il proprio rientro in patria era stata la sciatrice ucraina Bogdana Matsotska. Lo aveva comunicato lei stessa su Facebook come forma di protesta contro il presidente Yanukovych e per solidarietà con i manifestanti di Kiev. "Mi rifiuto di gareggiare ancora" aveva scritto l'atleta, accusando il presidente di "irresponsabilità". Poi, dopo un incontro con Sergei Bubka, ha cambiato idea e ha deciso di rimanere a Sochi.
Un minuto di silenzio
Intanto per ricordare le vittime degli scontri di piazza tra polizia e manifestanti a Kiev la delegazione olimpica ucraina ha osservato un minuto di silenzio nel quartier generale del villaggio olimpico a Sochi, tutti gli atleti ucraini, insieme con i dirigenti, si sono alzati in piedi, esponendo la bandiera nazionale.
Bogdana Matsotska torna sui suoi passi
La prima ad annunciare il proprio rientro in patria era stata la sciatrice ucraina Bogdana Matsotska. Lo aveva comunicato lei stessa su Facebook come forma di protesta contro il presidente Yanukovych e per solidarietà con i manifestanti di Kiev. "Mi rifiuto di gareggiare ancora" aveva scritto l'atleta, accusando il presidente di "irresponsabilità". Poi, dopo un incontro con Sergei Bubka, ha cambiato idea e ha deciso di rimanere a Sochi.
Un minuto di silenzio
Intanto per ricordare le vittime degli scontri di piazza tra polizia e manifestanti a Kiev la delegazione olimpica ucraina ha osservato un minuto di silenzio nel quartier generale del villaggio olimpico a Sochi, tutti gli atleti ucraini, insieme con i dirigenti, si sono alzati in piedi, esponendo la bandiera nazionale.