MONDO
La conferenza stampa
Yanukovich: "Il presidente sono io e continuerò a lottare"
Il presidente ucraino deposto parla da una località russa e denuncia: "Il Paese è nelle mani di giovani neofascisti, ma io tornerò non appena sarà più sicuro per me e la mia famiglia". La crisi? "Provocata da politici europei irresponsabili". Gli spari sui manifestanti? "Non l'ho mai ordinati". Sull'alleato storico: "Non ho incontrato Putin". Quanto alla Crimea, "deve rimanere parte dell'Ucraina"
Rostov sul Don (Russia)
"Terrore, anarchia, caos. E assenza di legge". Questo lo scenario che secondo il presidente deposto domina l'Ucraina. Viktor Yanukovich parla da Rostov sul Don, in Russia e assicura: "Continuerò a lottare, il presidente sono io. Tornerò non appena la situazione sarà sicura sia per me, sia per la mia famiglia". Intanto, si è rifugiato nella terra del suo storico alleato, Vladimir Putin, che però non ha incontrato. "Ci ho parlato al telefono", dice lui. Ma comunque, Yanukovich è "sorpreso per il silenzio del presidente russo sull'Ucraina".
La crisi "provocata da politici europei irresponsabili"
Dalla Russia, Yanukovich ci tiene a specificare che non è stato deposto. Anzi, è stato "costretto a lasciare il Paese per le minacce di morte ricevute". E se l'Ucraina è ora in questo stato, è perché è in una "crisi provocata da politici europei irresponsabili". Ai giornalisti che gli chiedono di rendere conto degli spari sui manifestanti, lui risponde: "Non ho mai detto alla polizia di farlo".
"Parlamento illegittimo"
Ecco che quindi il presidente deposto punta il dito contro il Parlamento uscito dalla rivoluzione di Euromaidan: "È illegittimo, è stato votato sotto la pressione dei militanti". Quanto al governo, le parole non sono meno dure: "L'Ucraina è nelle mani di giovani neofascisti". E sulle elezioni, c'è l'affondo: "Il voto del 25 maggio? Illegittimo anche questo. Non parteciperò".
La Crimea "rimanga in Ucraina"
C'è poi il riferimento alla crisi nel sud-est del Paese, "una reazione naturale a un'usurpazione di potere": "La Crimea dovrebbe rimanere parte dell'Ucraina, lo Stato deve rimanere unito e indivisibile", dice Yanukovich, condannato così i separatisti filorussi autori del blitz di ieri nel Parlamento della Repubblica autonoma. Comunque l'ex presidente non chiederà aiuto alla Russia per risolvere la crisi.
La Tymoshenko in carcere? "Niente di personale"
Nella conferenza stampa c'è anche spazio per parlare di Yulia Tymoshenko, leader dell'opposizione e principessa del gas. Sarebbe proprio l'affare siglato con la Russia e "nulla di personale" ad aver portato Yulia in carcere: "Quell'accordo è costato oltre 20 miliardi di dollari", dice l'ex presidente.
La crisi "provocata da politici europei irresponsabili"
Dalla Russia, Yanukovich ci tiene a specificare che non è stato deposto. Anzi, è stato "costretto a lasciare il Paese per le minacce di morte ricevute". E se l'Ucraina è ora in questo stato, è perché è in una "crisi provocata da politici europei irresponsabili". Ai giornalisti che gli chiedono di rendere conto degli spari sui manifestanti, lui risponde: "Non ho mai detto alla polizia di farlo".
"Parlamento illegittimo"
Ecco che quindi il presidente deposto punta il dito contro il Parlamento uscito dalla rivoluzione di Euromaidan: "È illegittimo, è stato votato sotto la pressione dei militanti". Quanto al governo, le parole non sono meno dure: "L'Ucraina è nelle mani di giovani neofascisti". E sulle elezioni, c'è l'affondo: "Il voto del 25 maggio? Illegittimo anche questo. Non parteciperò".
La Crimea "rimanga in Ucraina"
C'è poi il riferimento alla crisi nel sud-est del Paese, "una reazione naturale a un'usurpazione di potere": "La Crimea dovrebbe rimanere parte dell'Ucraina, lo Stato deve rimanere unito e indivisibile", dice Yanukovich, condannato così i separatisti filorussi autori del blitz di ieri nel Parlamento della Repubblica autonoma. Comunque l'ex presidente non chiederà aiuto alla Russia per risolvere la crisi.
La Tymoshenko in carcere? "Niente di personale"
Nella conferenza stampa c'è anche spazio per parlare di Yulia Tymoshenko, leader dell'opposizione e principessa del gas. Sarebbe proprio l'affare siglato con la Russia e "nulla di personale" ad aver portato Yulia in carcere: "Quell'accordo è costato oltre 20 miliardi di dollari", dice l'ex presidente.