ECONOMIA
Con loro anche il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo
Ast di Terni, Conclusa la protesta: operai hanno bloccato raccordo Terni-Orte e l'E45 per tre ore
Circa 250 operai hanno poi occupato il raccordo e l'E45 intorno alle 20. Alle 23 hanno iniziato a sgomberare la superstrada. Le rappresentanze sindacali unitarie hanno comunque deciso di scioperare almeno fino a giovedì perché anche oggi l'azienda non ha provveduto al pagamento degli stipendi
Terni
Gli operai della ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni hanno bloccato il traffico sul Raccordo Terni-Orte in entrambe le direzioni e sulla superstrada E45. Dopo circa tre ore hanno interrotto la protesta. La nuova manifestazione spontanea a cui hanno partecipano più di 200 operai (600 secondo le tute blu) si è svolta pacificamente.
L'azienda non ha pagato gli stipendi. Sciopero fino a giovedì
Poco prima delle 19 le rappresentanze sindacali di base dell'Ast di Terni hanno tenuto un'assemblea informativa di fronte i cancelli della fabbrica. Le Rsu hanno deciso di proseguire lo sciopero almeno fino al prossimo giovedì 6 novembre - giorno in cui è stato convocato l'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico - perché anche oggi l'azienda non ha provveduto al pagamento degli stipendi. Intorno alle 20 ha preso il via il corteo che ha occupato la superstrada per circa tre ore.
Il sindaco di Terni partecipa al corteo
Con i manifestanti, al corteo ha partecipato anche il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, il quale nel pomeriggio era intervenuto per criticare il ritardo nel pagamento degli stipendi ai lavoratori, definendolo "una ulteriore grave provocazione da parte dell'ad di Ast".
Sospensione attività amministrativa
Per tutta la giornata gli operai dell'Ast hanno continuato i presidi davanti alla fabbrica, al Comune e alla prefettura di Terni. L'atmosfera è ancora di preoccupazione nonostante la convocazione del nuovo tavolo di trattativa al Mise tra sindacati e azienda per riprendere il confronto sul piano industriale. Anche i capigruppo del Consiglio comunale e l'Ufficio di presidenza hanno deciso di procrastinare fino a venerdì 7 la sospensione dell'attività amministrativa in attesa del vertice, ribadendo la solidarietà espressa alla lotta dei lavoratori. La seduta del consiglio di lunedì prossimo non si terrà, dunque, dato che all'ordine del giorno non vi sono atti urgenti.
I rappresentanti sindacali: "Non ce la facciamo più"
"Nei giorni scorsi - ha affermato il segretario della Fim Cisl Umbria Claudio Bartolini - avevamo chiesto prima al Prefetto di Terni poi al ministro Guidi di intercedere per sbloccare questa situazione che aggiunge alla rabbia del rischio di perdere il posto di lavoro, pure la disperazione. Non si possono mettere in ginocchio così le famiglie dell'Acciaieria". Stefano Garzuglia, delegato della Fiom Cgil, ha spiegato: "Non possiamo buttare al vento le lotte e gli sforzi di questi giorni, dobbiamo continuare con la lotta anche se siamo allo stremo". Che poi parlando nel ritardo nel pagamento degli stipendi ha sottolineato: "Vi sono lavoratori che non hanno un euro neanche per pagare il pane. Non ce la facciamo più".
Monsignor Bregantini: "Mondo del lavoro esasperato dai licenziamenti"
Intanto, mons. Giancarlo Bregantini, presidente della commissione Cei per i problemi sociali e del lavoro, è tornato sugli scontri avvenuti mercoledì a Roma. "Un nervosismo - ha detto - che a tratti diventa rabbia, anche perché l'episodio dell'altro ieri ha creato quasi una barriera tra le esigenze legittime del mondo del lavoro, esasperato da questi numeri tremendi di licenziamenti, con la realtà governativa che non si è fatta capace di capire ed interpretare. Questo è il nodo maggiore".
L'azienda non ha pagato gli stipendi. Sciopero fino a giovedì
Poco prima delle 19 le rappresentanze sindacali di base dell'Ast di Terni hanno tenuto un'assemblea informativa di fronte i cancelli della fabbrica. Le Rsu hanno deciso di proseguire lo sciopero almeno fino al prossimo giovedì 6 novembre - giorno in cui è stato convocato l'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico - perché anche oggi l'azienda non ha provveduto al pagamento degli stipendi. Intorno alle 20 ha preso il via il corteo che ha occupato la superstrada per circa tre ore.
Il sindaco di Terni partecipa al corteo
Con i manifestanti, al corteo ha partecipato anche il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, il quale nel pomeriggio era intervenuto per criticare il ritardo nel pagamento degli stipendi ai lavoratori, definendolo "una ulteriore grave provocazione da parte dell'ad di Ast".
Sospensione attività amministrativa
Per tutta la giornata gli operai dell'Ast hanno continuato i presidi davanti alla fabbrica, al Comune e alla prefettura di Terni. L'atmosfera è ancora di preoccupazione nonostante la convocazione del nuovo tavolo di trattativa al Mise tra sindacati e azienda per riprendere il confronto sul piano industriale. Anche i capigruppo del Consiglio comunale e l'Ufficio di presidenza hanno deciso di procrastinare fino a venerdì 7 la sospensione dell'attività amministrativa in attesa del vertice, ribadendo la solidarietà espressa alla lotta dei lavoratori. La seduta del consiglio di lunedì prossimo non si terrà, dunque, dato che all'ordine del giorno non vi sono atti urgenti.
I rappresentanti sindacali: "Non ce la facciamo più"
"Nei giorni scorsi - ha affermato il segretario della Fim Cisl Umbria Claudio Bartolini - avevamo chiesto prima al Prefetto di Terni poi al ministro Guidi di intercedere per sbloccare questa situazione che aggiunge alla rabbia del rischio di perdere il posto di lavoro, pure la disperazione. Non si possono mettere in ginocchio così le famiglie dell'Acciaieria". Stefano Garzuglia, delegato della Fiom Cgil, ha spiegato: "Non possiamo buttare al vento le lotte e gli sforzi di questi giorni, dobbiamo continuare con la lotta anche se siamo allo stremo". Che poi parlando nel ritardo nel pagamento degli stipendi ha sottolineato: "Vi sono lavoratori che non hanno un euro neanche per pagare il pane. Non ce la facciamo più".
Monsignor Bregantini: "Mondo del lavoro esasperato dai licenziamenti"
Intanto, mons. Giancarlo Bregantini, presidente della commissione Cei per i problemi sociali e del lavoro, è tornato sugli scontri avvenuti mercoledì a Roma. "Un nervosismo - ha detto - che a tratti diventa rabbia, anche perché l'episodio dell'altro ieri ha creato quasi una barriera tra le esigenze legittime del mondo del lavoro, esasperato da questi numeri tremendi di licenziamenti, con la realtà governativa che non si è fatta capace di capire ed interpretare. Questo è il nodo maggiore".