ECONOMIA
Assemblea dei soci della banca di Siena
Alessandro Falciai nuovo presidente di Monte dei Paschi di Siena
Gli azionisti di Mps hanno approvato il nuovo piano per la copertura delle perdite, l'aumento del capitale e il raggruppamento delle azioni. Allontanato lo "spettro" del bail-in
Gli azionisti di Monte Paschi di Siena hanno dato luce verde ad nuova situazione patrimoniale per la copertura delle perdite, ad un aumento del capitale e al raggruppamento delle azioni (con 1 nuovo titolo per ogni 100 azioni di vecchio corso). Con un quorum che oscilla tra il 22% e il 23%, comunque sopra la soglia del 20 necessaria per la validità della decisione, l'istituto senese prova così ad aprire una fase di rilancio che passa però per un sentiero con diversi ostacoli. Il primo, secondo alcuni, sarà il referendum del prossimo 4 dicembre.
Aumento o azzeramento?
L'amministratore delegato di Mps Marco Morelli, tornato a Siena dopo l'uscita di scena di Fabrizio Viola, gira l'immagine in positivo: quella che propone è "un'operazione che non ha precedenti per dimensione e struttura nel mercato italiano, che rappresenta un passaggio fondamentale" per l'istituto senese. L'obiettivo, ha proseguito Morelli, è "permettere alla banca di potersi nuovamente posizionare, con maggiore forza, fra gli istituti leader del sistema bancario italiano, con una situazione patrimoniale solida". Ma le voci critiche, soprattutto di risparmiatori e di alcuni ex lavoratori di Mps, non sono mancate. I soci sono chiamati a votare un aumento del capitale sociale di 5 miliardi di euro che, però, viene letto anche come un azzeramento: chi aveva investito in bond dell'istituto senese, infatti, non vedrà i fondi che aveva depositato. Come ristoro, viene concessa una parte della cartolarizzazione dei crediti in sofferenza (la tranche più rischiosa, detta 'junior'). Tale tranche viene stimata da Mps in 427 milioni quando, nominalmente, sarebbe pari a 1,6 miliardi. E la stima potrebbe ulteriormente scendere rispetto anche ai 427 milioni, visto che la valutazione finale sarà affidata ad un tecnico indipendente.
Lo spettro del bail-in
La faccenda si complica ulteriormente quando si immagina un'alternativa al piano proposto oggi. Non a caso, alternativa non c'è, secondo i vertici di Rocca Salimbeni. O, come la mette qualche azionista, "mangia la minestra o salta dalla finestra". Se si salta dalla finestra (cioé se non si approva il piano), l'unica alternativa è il bail-in, vero e proprio "spettro" che terrorizza i risparmiatori d'Italia. Costretta alla risoluzione, la banca di Siena sarebbe costretta a questa misura. E, secondo i documenti circolati in assemblea, questo avverrebbe per 13 miliardi di euro. Ma Morelli precisa di non avere "nessuna idea del prezzo del bail-in, perché il bail-in è una cosa che la banca non ha preso in considerazione".
Il peso del referendum
Quanto peserà l'esito del referendum del 4 dicembre sul futuro di Mps? "Tenderei a non sovrastimarne gli effetti, anche se va tenuto in considerazione". Questo il pensiero del presidente della Fondazione Mps, Marcello Clarich. Ricordando i timori, forse eccessivi, per gli effetti sui mercati dell'uscita di Londra dall'Ue o dell'elezione di Donald Trump in Usa, Clarich ha auspicato che "anche in Italia, quale che sia l'esito del referendum, si trovi una soluzione che sia adeguata a non spaventare gli investitori istituzionali e andare avanti come abbiamo sempre fatto". La stessa Fondazione, comunque, deciderà se aderire all'aumento di capitale solo dopo il 4 dicembre. Per Morelli, comunque, il piano approvato dagli azionisti va "assolutamente sganciato dall'esito del referendum" del 4 dicembre.