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MONDO

Sicurezza a rischio in Europa

Terrorismo, Alfano: "Livello di allerta in Italia molto elevato". Ue: Più di 3mila europei nell'Isis

"C'è chi è più esposto di noi, ma non possiamo rilassarci". A dirlo il nostro ministro dell'Interno. Anche secondo il coordinatore europeo contro il terrorismo l'allarme è elevato in tutto il continente. I raid aerei in Iraq e Siria potrebbero spingere delle cellule terroristiche a rappresaglie. Arrestati nove presunti islamisti in Spagna e due in Gran Bretagna 

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Roma Alta tensione nel vecchio continente per il rischio di attentati da parte dei jihadisti. Anche l'Italia corre ai ripari benchè il Paese non sia in cima alla lista dei minacciati. "C'è chi è più esposto di noi, ma non possiamo trovare motivi per rilassarci - fa sapere il ministro dell'Interno Alfano - Abbiamo inviato una lettera ai prefetti e proporrò al Governo l' approvazione di norme per rafforzare il contrasto al terrorismo". 

Il rischio di rappresaglie in Europa è stato lanciato dal coordinatore europeo contro il terrorismo, Gilles De Kerchove, che in un'intervista alla Bbc, ha detto che sono più di 3mila gli europei che si sono uniti ai jihadisti dell’Isis in Siria ed Iraq.

De Kerchove: rischio rappresaglie
Intervistato dalla Bbc, De Kerchove ha messo in guardia l'Occidente: i raid aerei in Iraq e Siria potrebbero spingere delle cellule terroristiche a compiere attentati in Europa per rappresaglia. Secondo il coordinatore europeo contro il terrorismo, le minacce arrivano da gruppi collegati all’Isis ma anche da gruppi terroristici “rivali”, come al Qaeda. Ci sarebbe infatti il rischio che possano compiere attentati per mantenere alto il loro profilo e mostrare “che contano ancora”.  

Le misure di Alfano
"Proporrò al Governo - ha detto Alfano - l'approvazione di alcune norme per rafforzare il contrasto al terrorismo internazionale. Innanzitutto una misura di prevenzione che venga estesa anche a chi pensa di andare in teatri di guerra stranieri e l'estensione di misure già esistenti contro mafiosi e soggetti particolari che vorrei tipizzare definendo al meglio la loro applicabilità nei confronti dei potenziali combattenti stranieri non siriani ne' iracheni ma europei o italiani che possono dare fenomeni di 'reducismo' ovvero che radicalizzati tornano nel Paesi di origine, anche in Italia, a fare dei possibili attentati". "L'altra norma - ha proseguito il ministro dell'Interno - è di consentire la punibilità di colui che radicalizzato vuole andare a combattere anche se non è il reclutatore che potrebbe essere già punito in base al Codice penale vigente".

Arruolamenti aumentati dopo proclamazione "califfato"
La stima di 3mila jihadisti europei comprende sia quelli che sono da tempo nella regione, sia quelli che sono tornati in Europa o che sono morti in battaglia. Secondo Gilles De Kerchove, la nascita del “califfato” ha probabilmente amplificato le adesioni alla jihad in Europa: "Se ci credi, probabilmente ne vuoi far parte il prima possibile", ha dichiarato alla Bbc.

Arresti in Spagna e Gran Bretagna
L’attenzione è alta in tutta Europa. Nove persone – il fratello di un ex militare spagnolo e otto marocchini - sono state arrestate a Melilla, l’enclave spagnola in Marocco: sarebbero membri di una cellula della jihad collegata all’autoproclamato Stato Islamico. Alcuni avrebbero arruolato miliziani, altri sarebbero combattenti pronti a partire o di ritorno dalla Siria e dall’Iraq. Secondo le autorità spagnole, erano addestrati all'uso di armi ed esplosivi. In Gran Bretagna sono invece finiti in manette due uomini, di 33 e 42 anni, sospettati di appartenere o sostenere un gruppo islamista. Ieri altre nove persone erano state fermate con l'accusa di appartenere al gruppo  estremista Al Muhajiroun, vietato dal 2011. 
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