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POLITICA

Riunione della Commissione

Antimafia, Bindi: "Accuse infondate e inaccettabili"

Il presidente della commissione antimafia: "Si dovrà meditare per il futuro su come affrontare il nostro ruolo nell'indagare su mafia e politica. Lo spirito - ha aggiunto - non è stato e non è quello di creare indebite black list né, tantomeno, improprie white list, bensì solamente quello di assolvere ad un compito della Commissione, stabilito dalla legge".    

Rosy Bindi (Ansa)
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"Prima ancora che infondate, le accuse di 'aver dato vita a un'iniziativa sul piano umano volgare e diffamatoria, sul piano politico infame e sul piano costituzionale eversiva' sono semplicemente inaccettabili". È il commento di Rosy Bindi sulla vicenda della lista degli impresentabili. Il lavoro è stato svolto "con imparzialità e correttezza", ha detto in Commissione Antimafia.

Il presidente della Commissione ha poi aggiunto: "Le offese che ci sono state rivolte non sono un fatto personale ma toccano il cuore delle istituzioni. Si dovrà meditare per il futuro su come affrontare il nostro ruolo nell'indagare su mafia e politica". 

Bindi ha comunque sottolineato come il lavoro sia stato "il frutto di un'iniziativa largamente condivisa dai gruppi parlamentari. Lo spirito - ha detto - non è stato e non è quello di creare indebite black list né, tantomeno, improprie white list, bensì solamente quello di assolvere ad un compito della Commissione, stabilito dalla legge".    

Bindi ha aggiunto che gli organi della Commissione - la presidente e l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, "si sono mossi rigorosamente nell'ambito delle proprie competenze, nel rispetto dei compiti e dei poteri assegnati a tal fine dalla Costituzione e dalla legge istitutiva. Pertanto, si è svolto il compito con imparzialità e correttezza, attenendosi esclusivamente al codice di autoregolamentazione approvato all'unanimità in Commissione Antimafia il 23 settembre 2014".    

Il totale dei nominativi dei candidati alle elezioni Regionali vagliati sono stati oltre 4.300; i procedimenti giudiziari segnalati dalla Dna per i quali sono stati effettuati riscontri presso le Procure sono stati in totale 95, a carico di 77 soggetti. Le Procure distrettuali e circondariali interpellate dalla Commissione per la verifica successiva dei dati sono state in tutto 28. 
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