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MONDO

Nel 2015 morte 153 persone

Arabia Saudita giustizia leader sciita e altri 46 "terroristi". Iran: morte di Nimr vi costerà cara

Si tratta di Nimr al-Nimr. Era stato arrestato nel luglio 2012 e condannato a morte l'anno scorso per sedizione. Nimr al-Nimr ha guidato le principali proteste sciite nella parte orientale del paese ed era noto per le sue posizioni critiche verso il governo saudita. "Serie preoccupazioni" Ue

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L'Arabia Saudita ha giustiziato uno dei principali leader sciiti nel Paese. Si tratta di Nimr al-Nimr. Era stato arrestato nel luglio 2012 e condannato a morte l'anno scorso per sedizione. Nimr al-Nimr ha guidato le principali proteste sciite nella parte orientale del paese ed era noto per le sue posizioni critiche verso il governo saudita. Insieme a lui Ryad ha giustiziato altre 46 persone con l'accusa di "terrorismo". Erano state condannate per aver progettato e compiuto attacchi terroristici contro civili. Si tratta delle prime esecuzioni del 2016 nel regno ultraconservatore che ha giustiziato 153 persone nel 2015.

L'esecuzione di Nimr ha scatenato la reazione iraniana. "Non si è trattato di procedimenti speciali, ma di normali processi in cui sono stati garantiti i diritti della difesa" ha risposto il portavoce del ministero della Giustizia saudita, Mansur al Quafari, che ha descritto i processi che hanno portato alle condanne dei 47 giustiziati oggi. Il portavoce del ministero dell'Interno, Mansur al Turki, ha detto che alcuni dei condannati sono stati decapitati e altri fucilati, secondo le disposizioni dei diversi giudici che hanno emesso le sentenze. 

L'ira di Teheran
"Il Risveglio è insopprimibile". Così su Twitter la Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, condanna l'esecuzione in Arabia Saudita. L'immagine di Nimr al-Nimr appare nel tweet di Kamenei insieme a quella di altri leader sciiti morti in passato. A luglio scorso, nel corso di una conferenza dedicata al "Risveglio islamico", Khamenei aveva indicato in questa condizione "uno stato di coscienza ed evoluzione nella Ummah islamica che ora ha creato un grande cambiamento tra i popoli della regione e ha dato vita a rivoluzioni ed insurrezioni che non potevano mai essere previste dai demoni che dominano la regione ed il mondo".

Il ministero degli Esteri iraniano ha avvertito che l'Arabia Saudita pagherà "a caro prezzo" l'esecuzione dell'imam sciita Nimr al-Nimr. Il portavoce, Hossein Jaber Ansari, ha lamentato che Ryad "sostiene i movimenti terroristici ed estremisti, ma affronta i dissidenti interni con l'oppressione e le esecuzioni".

"Serie preoccupazioni" Ue
L'Unione Euopea ha espresso le proprie "serie preoccupazioni" dopo l'esecuzione dell'imam sciita. "Il caso specifico di al-Nimr solleva delle serie preoccupazioni per la libertà di espressione e il rispetto dei diritti civili e politici fondamentali, che dovranno essere preservati in ogni caso, anche nella lotta contro il terrorismo", ha dichiarato la responsabile della politica Estera dell'Ue, Federica Mogherini.

"Questo caso rischia di infiammare ulteriormente le tensioni settarie che hanno già provocato gravi danni nella regione, con delle conseguenze pericolose", ha concluso Mogherini invitando anche a "promuovere la riconciliazione tra le differenti comunità" e ribadendo la "forte opposizione" dell'Ue alla pena di morte.

Proteste anche in Iraq, Bahrein e India
L'esecuzione ha suscitato proteste anche in Iraq, dove alcuni leader hanno chiesto la chiusura dell'ambasciata saudita a Baghdad, riaperta il 15 dicembre, e l'espulsione dell'ambasciatore dopo circa 25 anni di gelo. E' il caso di Khalaf Abdelsamad, capo del blocco sciita del partito Dawa in Parlamento. Proteste e analoghe richieste sono arrivate anche Asaib Ahl al-Haq, una delle più potenti milizie sciite del Paese. Ferma condanna è stata espressa anche da Abu Mahdi al-Mohandis, leader della potente Hashed al-Shaabi (milizia di mobilitazione popolare) impegnata tra l'altro al fianco dei curdi contro l'Isis nel nord del paese.

La polizia del Bahrein ha sparato gas lacrimogeni contro diverse decine di persone che stavano protestando contro 'esecuzione di Nimr al-Nimr. Lo riportano alcuni testimoni. I manifestanti, riuniti nel villaggio sciita di Abu-Saiba, a ovest della capitale Manama, avevano in mano le immagini del religioso e si sono scontrati con le forze dell'ordine. La situazione ora è in stallo, riferiscono i testimoni.

Centinaia di musulmani sciiti sono scesi in piazza anche a Srinagar, nel Kashmir indiano. I manifestanti innalzano foto dell'imam giustiziato per "terrorismo" e inneggiano slogan contro la monarchia saudita. Alcuni manifestanti portano alta la bandiera del movimento libanese sciita di Hezbollah.

La difesa del Gran mufti
Il Gran mufti dell'Arabia Saudita Sheikh Abdul-Aziz Alal-Sheikh ha difeso l'esecuzione di 47 detenuti nel Regno, compreso il religioso sciita Nimr al-Nimr, parlando di "grazia ai prigionieri", in quanto la morte eviterà loro di commettere altro male e di causare caos. Il mufti saudita ha quindi affermato che le esecuzioni sono state condotte nel rispetto della Sharia, la legge islamica, e con l'obiettivo di tutelare la sicurezza nel Regno.

La condanna di Hrw
Human Rights Watch ha condannato l'esecuzione di massa di 47 persone in Arabia Saudita e quella del religioso sciita Nimr al-Nimr, sostenendo che rischia di esacerbare il conflitto settario. "Al di là dei crimini commessi, giustiziare detenuti in massa macchia ulteriormente lo stato dei diritti umani in Arabia Saudita", ha detto il direttore di Hrw per il Medio Oriente, Sarah Leah Whitson. Al-Nimr è stato condannato a morte a seguito di un processo "sleale", ha aggiunto l'attivista, sostenendo che la sua esecuzione "è solo un aggravante del già esistente conflitto settario".
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