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MONDO

L'ora dei fatti

Inizia in Brasile l'era Bolsonaro: "Tempo di grandi sfide e grande speranza"

Discorso di insediamento a Brasilia: "Grato a Dio e ai brasiliani che mi hanno affidato la missione"

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Jair Bolsonaro si è insediato oggi come presidente del Brasile, insieme al suo vice, il generale Hamilton Mourao. Lo ha proclamato il presidente del Senato, Eunício Oliveira, durante la cerimonia solenne nella sede del potere legislativo a Brasilia. Lungo il tragitto per arrivare al Congresso, il leader della destra populista, che era accompagnato dalla moglie, è stato acclamato da decine di migliaia di sostenitori.

"Avremo un periodo di grandi sfide, ma se sapremo ascoltare il popolo riusciremo a raggiungere gli obiettivi" ha detto Bolsonaro nel discorso d'insediamento. Ha anche ringraziato "Dio per essere vivo" dopo l'accoltellamento subito in campagna elettorale, così come i medici che lo hanno curato. Inoltre, ha detto di "tornare con umiltà nel luogo dove per 28 anni ha lavorato come deputato", ora "non più come deputato ma come presidente". Si è detto "rafforzato, emozionato e grato a Dio e ai brasiliani che mi hanno affidato la missione".

Il neo presidente ha chiesto l'appoggio dei parlamentari per "rimettere in piedi" il Brasile: "Abbiamo l'opportunità unica di ricostruire il nostro Paese" ha detto , aggiungendo: "Abbiamo l'opportunità unica di riscattare il nostro Paese e la speranza dei nostri compatrioti".

Ex capitano dell'esercito, Bolsonaro si appresta a guidare il paese  alla testa di un governo dove siedono molti generali, un noto giudice anticorruzione, soltanto due donne e nessun afro-brasiliano. Il ministero del Lavoro è stato abolito e le sue competenze ripartite fra altri dicasteri.

"Abbiamo creato la nostra equipe con una forma tecnica- ha detto ancora durante il discorso di insediamento- senza l'inclinazione politica ha trasformato lo Stato in inefficiente e corrotto. Realizzeremo riforme strutturali, che saranno essenziali per la salute economica e la sostenibilità dei conti pubblici. Dobbiamo creare un circolo virtuoso e aprire i nostri mercati al commercio internazionale".

"Voglio un Paese senza discriminazioni e divisioni"
In questo suo primo discorso dopo il giuramento, ha promesso che libererà il Paese dai "retaggi ideologici", nel pieno rispetto delle "religioni e della tradizione giudaico-cristiana". Bolsonaro ha ribadito il suo impegno per un Paese libero da "discriminazioni" e "senza divisioni". "Chiedo a ciascuno dei membri del Congresso di contribuire a liberare definitivamente il paese dal giogo della corruzione, della violenza, della sottomissione ideologica", ha detto.

L'ora dei fatti dopo gli slogan
E' l'ora della verità per Jair Bolsonaro. Dopo aver vinto le elezioni, facendo proclami sulla lotta alla corruzione, contro i partiti di sinistra e scagliandosi contro gli studi di genere, i riflettori sono puntati sull'inizio del suo mandato. Il 63enne è arrivato al Planalto con un'ampia vittoria alle urne, in un panorama politico devastato dagli scandali per corruzione, dalla crisi economica e dall'aumento della criminalità. Scenario in cui la sinistra è divisa e i partiti di centrodestra sono ridotti ai minimi termini. Il suo Partito social liberale (PSL), con appena 52 seggi su 513, sarà la seconda forza in una Camera mai così frammentata.

Fondamentale conservare il consenso di alcuni gruppi parlamentari
Per governare, Bolsonaro dovrà riuscire a conservare il sostegno dei gruppi parlamentari che rappresentano gli interessi dell'agrobusiness, dei difensori dell'accesso alle armi da fuoco e delle chiese evangeliche. Potrà anche contare sul sostegno del mondo degli affari, sedotto dalle promesse di riduzioni fiscali e privatizzazioni. Ma la promessa di far cambiare decisamente rotta al Paese si preannuncia difficile per il presidente eletto. La riforma delle pensioni, ritenuta essenziale dalla sua equipe, fa storcere il naso anche nel suo campo. E il riavvicinamento con Israele è guardato con sospetto dai potenti esportatori di carne, che temono le rappresaglie commerciali dei Paesi arabi.

Dopo l'elezione ha dovuto fare marcia indietro su alcune promesse
Dopo l'elezione, intanto, Bolsonaro ha dovuto fare marcia indietro su alcune promesse e affrontare uno scandalo legato al figlio Flavio. Per ora, gli annunci concreti riguardano il ritiro del Brasile dal patto mondiale Onu sulle migrazioni, la fine della collaborazione in materia di sanità con Cuba, l'apertura al possesso di armi per chi abbia la fedina penale pulita. Misure che accontentano il suo elettorato, ma sono lontane dall'ottenere il favore dell'insieme della popolazione "senza distinzione di origine, razza, sesso, colore della pelle o religione", come aveva affermato davanti alla Corte suprema il 10 dicembre. Nel discorso, l'ex militare aveva anche promesso di scuotere il sistema stabilendo "una relazione diretta" con il popolo tramite le reti social, di cui fa largo uso. In pieno stile Donald Trump, di cui è dichiarato ammiratore.

Lo scandalo legato al figlio Flavio
Sul nostalgico della dittatura è anche calata l'ombra di uno scandalo legato al figlio Flavio, eletto senatore alle elezioni. Le autorità hanno scoperto movimenti sospetti per 1,2 milioni di reais (circa 280mila euro) sul conto personale di un ex autista e collaboratore di Flavio Bolsonaro nel corso del 2016, quantità di denaro imparagonabile con il suo salario e per cui è ipotizzata corruzione. Tra i versamenti, quelli a vari rappresentanti eletti e uno alla futura first lady, Michelle Bolsonaro. L'indagine rientra nella Operação Furna da Onça, nuovo filone carioca del Lava Jato.

Banditi inclusione e diversità
Il governo Bolsonaro non si aprirà all'insegna dell'inclusione e della diversità: con 22 componenti, comprende sette ex militari, soltanto due donne e nessun nero (nel Paese dove sia le donne, sia le persone afrodiscendenti, costituiscono ben oltre il 50% della popolazione). Tra i fedelissimi del futuro presidente ci sono l'ultraliberale Paulo Guedes all'Economia, il generale e mentore Augusto Heleno alla Sicurezza pubblica, il giudice simbolo del Lava Jato Sergio Moro alla Giustizia. Anche la scelta per gli Esteri di Ernesto Araújo, fedele ammiratore di Trump, e alla Famiglia e ai Diritti umani di Damares Alves, pastora evangelica contraria al diritto all'aborto, dice molto sulla linea che Bolsonaro intende seguire. Il governo ha annunciato che si dà 100 giorni per avviare le riforme prioritarie ed eventualmente revocare decreti e leggi esistenti: ha dato appuntamento all'11 aprile ai brasiliani, per celebrare la "cerimonia dei 100 giorni".

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