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ECONOMIA

Brexit, la Banca d'Inghilterra taglia le stime del Pil e punta sulla mini-sterlina

Nel 2017 Pil atteso solo a +0,7% da +2,2%, Qe aumenta del 18%

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La Banca di Inghilterra ha tagliato il tasso di riferimento della politica monetaria di 25 punti base portandolo allo 0,25%.

La decisione ampiamente attesa dal mercato è la conseguenza del deterioramento della ciclo economico dopo la Brexit, il referendum con cui i sudditi di sua Maestà britannica hanno deciso di lasciare l'Unione europea.

La sterlina ha subito perso terreno scendendo a 1,18 sull'euro e a 1,11 sul dollaro.

Il movimento ribassista della valuta britannica non è stato certo provocato dal taglio dei tassi di interesse, in quanto era ampiamente atteso.

Quello che ha sorpreso è stato invece il robusto aumento del programma di acquisto di attività finanziarie passato da 375 a 445 miliardi di sterline. Nei fatti l'allentamento quantitativo (Qe) aumenta del 18%. Le munizioni di addizionali pari a 70 miliardi saranno distribuite per 60 miliardi sugli acquisti di titoli di Stato per almeno 12 mesi e 10 miliardi in obbligazioni corporate non finanziarie per almeno 18 mesi.

Trattandosi di acquisti "outright", cioè netti, l'effetto immediato è l'aumento della base monetaria e conseguentemente dell'offerta di sterline. Lo scopo svalutare la moneta in modo da recuperare competitività e sostenere il Pil.

Inoltre, è stato annunciato l'introduzione del Term Funding Scheme finanziato con le riserve della stessa Banca di Inghilterra, invece che con i Treasury Bills. Questo consente alle banche una provvista meno cara e dunque amplia le possibilità che il taglio dei tassi si trasmetta sui prestiti concessi alle famiglie e alle imprese.
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