La strategia del terrore
Bruxelles, media belgi: l'obiettivo erano le centrali nucleari. E spunta un quinto terrorista
Secondo la Derniere heure, in un blitz a Bruxelles gli investigatori avrebbero messo le mani su materiale video che dimostra l'obiettivo finale dei terroristi: spiavano il direttore del programma di ricerca e sviluppo nucleare belga.
Il Belgio abbassa da 4 a 3 il livello di allerta nazionale, mentre dalle indagini sugli attacchi di lunedì emerge un secondo uomo che accompagnava il kamikaze della metro: appare nelle immagini della videosorveglianza con una grande borsa. E per i media belgi Salah Abdeslam stava organizzando attacchi in strada analoghi alle stragi di Parigi
Non è un caso, scrive oggi il quotidiano belga la Derniere heure, che, all'indomani delle stragi di Parigi del 13 novembre, le autorità di Bruxelles e Parigi abbiano annunciato il rafforzamento delle misure di sicurezza attorno alle centrali nucleari. E sempre la Derniere heure ritiene di poter rivelare, nel numero odierno, che l'indagine avviata a suo tempo in Belgio per rintracciare la cellula terroristica di Parigi abbia permesso di mettere le mani su prove reali del fatto che fosse proprio questo, un attacco agli impianti nucleari, il vero obiettivo dei terroristi, l'ambizione ultima del cosiddetto Stato islamico. Una minaccia più concreta che mai, una detonazione micidiale nel cuore del continente europeo. Secondo quanto riferito da diverse fonti, scrive ancora Derniere heure, tutto sarebbe emerso da uno dei blitz della polizia belga in appartamenti della capitale in seguito agli attacchi terroristici simultanei di Parigi che, come sappiamo, sono stati coordinati proprio da Bruxelles.
Ma cosa hanno scoperto gli investigatori nel covo dei terroristi? Il quotidiano belga riferisce di una serie di video che ritraggono un'abitazione nelle Fiandre. L'obiettivo è puntato sempre e solo sulla porta di ingresso della casa. Analizzando un filmato dopo l'altro, i poliziotti capiscono che l'intenzione è quella di riprendere un uomo. Non ne conoscono l'identità, si mettono al lavoro per scoprire chi sia e dove si trovi esattamente. Quando lo capiscono, "il sangue si gela nelle vene". C'è un autobus che passa regolarmente davanti a quella casa, si tratta della corsa per Lijn. Individuano con esattezza l'abitazione. Capiscono chi è quell'uomo spiato: il direttore del programma di ricerca e sviluppo nucleare belga.
Come hanno fatto i terroristi a scoprire l'indirizzo del loro obiettivo, che dovrebbe essere segreto? Dove hanno piazzato la telecamera? Gli investigatori decidono quindi di analizzare le immagini riprese da una videocamera di sorveglianza. Vedono due persone che nottetempo, a bordo di una automobile a luci spente, recuperano una telecamera nascosta in un cespuglio. Non sono identificabili, ma sono - o sono state - necessariamente legate alla cellula terroristica di Parigi. E le immagini sarebbero state riprese prima o dopo gli attacchi del 13 novembre.
Oggi sappiamo chi spiava lo studioso: i fratelli Bakraoui
E oggi, dopo gli attacchi di martedì, scrive ancora la Derniere heure, la polizia ha scoperto chi erano quelle due persone: i due fratelli-kamikaze Ibrahim e Khalid el Brakraoiu. Sono stati loro a prelevare la videocamera sistemata di fronte all'abitazione del direttore del programma di ricerca e sviluppo nucleare, poco dopo gli attentati di Parigi. E fonti investigative confermano, stamane, che l'arresto di Salah ha accelerato i piani della cellula, costringendola a rinunciare all'obiettivo primario, il programma nucleare, evitando così il peggio. In particolare, la registrazione di una decina d'ore era stata sequestrata dagli inquirenti a dicembre, durante la perquisizione in casa di Mohamed Bakkali. Il 17 febbraio, 140 militari erano stati dispiegati intorno alle centrali nucleari del Paese. Resta ora da capire come i terroristi abbiano scoperto l'indirizzo privato del direttore del programma nucleare.
Il Belgio abbassa il livello di allerta da 4 a 3
Il livello di allerta in Belgio è stato abbassato dal livello 4 a 3 per decisione dell'organo di coordinamento per l'analisi dei rischi. Lo ha annunciato il ministro dell'interno Jan Jambon.
Un secondo uomo nella metro insieme a Khalid
Un secondo uomo si trovava con Khalid El Bakraoui, il kamikaze che si è fatto esplodere nella metropolitana di Bruxelles, causando la morte di 20 persone. Lo riferisce la radio belga Rtbf. E' stato intercettato dalle telecamere di sorveglianza: porta una grande borsa e cammina vicino a Bakraoui. I due parlano, poi solo Khalid sale sul vagone. Questo fa pensare che sia vivo. Sarebbero così due, lui e l'uomo col cappello nero e la giacca chiara ritratto all'aeroporto, i terroristi in fuga. In mattinata, sempre la Derniere heure ne aveva diffuso un identikit, smentito qualche ora dopo dalla procura.
Ibrahim Bakraoui era già stato fermato
Uno dei due fratelli kamikaze, Ibrahim Bakraoui, sarebbe stato già fermato in Turchia e segnalato, ma rilasciato dal Belgio. A rivelarlo è stato lo stesso presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Un altro degli attentatori, Naijim Laachraoui, è stato invece identificato attraverso il dna e si tratta dell'artificiere della strage di Parigi.
Gli attacchi erano pianificati per il giorno di Pasquetta
Lo afferma l'emittente Vtm. I terroristi avrebbero deciso di anticipare a causa dell'arresto di Salah Abdeslam. Fonti della sicurezza europee riferiscono, anche, che l'Isis avrebbe addestrato e inviato in Europa centinaia di combattenti per attacchi nel Continente. Un esercito di 400 jihadisti, organizzati prevalentemente in cellule interconnesse come quelle di Parigi e Bruxelles con l'ordine di scegliere i luoghi, i tempi e i metodi di attacco. Inoltre, sarebbero sparsi tra Germania, Gran Bretagna, Italia, Danimarca e Svezia gli elementi della cellula dell'Isis che ha "compiuto gli attacchi di Parigi".
Media belgi: Salah stava organizzando attacchi analoghi alle stragi di Parigi
Salah Abdeslam stava organizzando insieme ad altri due complici - Mohamed Belkaid e Amine Choukri - un attacco a colpi di kalashnikov per le strade di Bruxelles, mentre il gruppo di terroristi partito dal covo di Schaerbeek avrebbe dovuto farsi saltare in aria mettendo così in atto un piano analogo a quello di Parigi. Ne danno notizia i media belgi. La sparatoria avvenuta nel covo di Forest, nel corso della quale è stato ucciso Belkaid, avrebbe impedito l'attuazione del piano nella sua interezza. L'avvocato del terrorista fa intanto sapere che Salah ha accettato il suo trasferimento in Francia: e sarà estradato "il piu' presto possibile". Sven Mary ha poi sostenuto che "non era al corrente" degli attentati di Bruxelles".
32 morti e 300 feriti di cui 61 gravi. Tra le vittime forse anche Patricia Rizzo
Sale a 32 il numero delle vittime dopo il ritrovamento di un altro cadavere all'aeroporto, e 300 feriti, 61 in terapia intensiva. Tra i morti, con ogni probabilità, c'è anche un'italiana, come ha reso noto la Farnesina. Potrebbe trattarsi di Patricia Rizzo, un'impiegata presso un'agenzia della Commissione Ue.