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MONDO

In scena a teatro Parigi

Il comico francese Dieudonné scarcerato e rinviato a giudizio per "apologia del terrorismo"

L'uomo comparirà davanti ai giudici il 4 febbraio prossimo per aver scritto su Facebook di sentirsi "Charlie Coulibaly" dopo la marcia di Parigi di domenica scorsa. Rinviato a giudizio per "apologia del terrorismo"

Dieudonné (LaPresse)
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Parigi (Francia) Il controverso comico francese Dieudonné M'bala M'bala è stato scarcerato e sarà regolarmente in scena stasera a Parigi, al teatro della 'Main d'or', con lo spettacolo 'La bete immonde'. Lo stato di fermo, decretato contro di lui in mattinata, si è concluso dopo che nel pomeriggio era stato rinviato a giudizio per "apologia del terrorismo". 

Dieudonné, famoso per le prese di posizione provocatorie e antisemite, comparirà davanti ai giudici il 4 febbraio prossimo per aver scritto su Facebook di sentirsi "Charlie Coulibaly" dopo la marcia di Parigi. Dopo aver partecipato lui stesso alla manifestazione di domenica - tornando a casa - Dieudonné, origini camerunesi, aveva scritto sul web il messaggio "Je suis Charlie Coulibaly". Di fronte alle proteste dei frequentatori di social network, Dieudonné aveva tolto il post la mattina di lunedì, spiegando poi in una lettera di sentirsi considerato "come Amedy Coulibaly" ma di "sentirsi Charlie".

Nel frattempo, il suo legale Jacques Verdier è già partito al contrattacco bollando come 'ridicole' le accuse di apologia di terrorismo. Le autorità - ha detto il legale - "sbagliano bersaglio" e in questo momento avrebbero "di meglio da fare nella lotta al terrorismo" che prendersela con il suo cliente. Stando al codice penale francese, ha sottolineato l'avvocato, "è vietato fare direttamente apologia di atti terroristici, e provocare questi atti. Ora, credete davvero che Dieudonné sia nella posizione di provocare degli atti terroristici? Siamo di nuovo alla persecuzione di questo artista".

Il professionista se la prende anche con i metodi usati per l'arresto del suo cliente, con un "dispiegamento" di forze che giudica eccessivo. "Dieci poliziotti si sono presentati a casa sua per arrestarlo", ha osservato leggendo anche questo fatto come un'ulteriore prova dell'eccesso di 'zelo' dello Stato contro Dieudonné.

Il comico non è del resto l'unico ad essere finito nei guai per presunta apologia di terrorismo negli ultimi sette giorni. Secondo dati forniti dal ministero della Giustizia, sono quasi 70 le procedure giudiziarie aperte in Francia per accuse di questo tipo dopo l'attacco di mercoledì scorso alla redazione di Charlie Hebdo, e la cifra, sottolinea Le Monde, è in continuo aumento. In una ventina di casi, le denunce si sono gia' tradotte nell'apertura di inchieste. Due persone, oltre a Dieudonné, sono stati poste in stato di fermo, otto saranno giudicate per direttissima nei prossimi giorni e otto hanno ricevuto una convocazione davanti alla polizia giudiziaria. In cinque casi, per gli imputati di apologia è già arrivata la condanna. La pena più grave è stata comminata a un automobilista di Valenciennes, nel nord della Francia. Fermato da una pattuglia dopo che, guidando ubriaco, aveva tamponato un'altra auto e provocato lievi ferite ai due occupanti, aveva urlato agli agenti: "Ci vorrebbero più Kouachi". Accusato di diversi reati, tra cui lesioni colpose - ed essendo recidivo - si è visto infliggere ben quattro anni di prigione senza condizionale. 
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