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SCIENZA

Ambiente

Clima, allarme Cnr: L'Italia del Sud rischia di diventare un deserto in meno di un secolo

I dati del CNR prevedono un'impennata delle temperature superficiali nel corso di questo secolo che porterebbe a desertificare quasi un quinto del territorio nazionale, il 41% del quale nel Sud. A rischio oltre la metà del territorio in Sicilia, Puglia, Molise e Basilicata

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di Roberta RizzoRoma Il deserto avanza, anche in Italia. Nuovi dati impressionanti e sconcertanti che arrivano dal Centro Nazionale delle Ricerche prevedono infatti un aumento delle temperature superficiali importanti nel corso di questo secolo: si potrebbe arrivare addirittura ad una desertificazione di quasi un quinto del territorio nazionale. A rivelarlo è Mauro Centritto, direttore dell'istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del CNR: "Il rischio di desertificazione in Italia è molto alto. Specie nel Sud". Questo sarebbe dovuto principalmente al degrado del suolo per l'eccessivo sfruttamento ad opera dell'uomo.

Sicilia, Puglia, Molise e Basilicata le più a rischio
Le aree maggiormente a rischio di siccità sono Sicilia, Puglia, Molise e Basilicata a causa dell’aumento delle temperature dai 4°C ai 6°C del bacino del Mediterraneo che provocherà una riduzione delle precipitazioni soprattutto in estate: "il 21% del territorio nazionale è in pericolo. I numeri salgono al 41% al Sud: in Sicilia le aree affette sono addirittura il 70%, in Puglia il 57% e in Molise il 58%".

Deserto senza ritorno
Nel mondo già due miliardi di persone vivono in aree siccitose e questo acuirà i fenomeni migratori. Il rischio è di passare alla 'conca di polvere', un punto di non ritorno. "Le conseguenze di quest'inadeguata gestione - sottolinea l'esperto del Cnr - sono sintetizzate nella espressione inglese Dust bowlification, da dust, polvere, e bowl, conca. È un concetto differente dalla desertificazione, giacché anche i più estremi deserti sono comunque degli ecosistemi (le aree aride includono il 20% dei centri di biodiversità e il 30% dell'avifauna endemica), mentre le conche di polvere sono un punto di non ritorno".

Profughi ambientali
La diffusione di questi territori sempre più inospitali acuirebbe ovviamente le ondate migratorie in atto. "Ad essere colpiti dalla siccità sono i paesi del bacino Mediterraneo, tra i più fragili dal punto di vista ambientale e antropico - spiega Centritto - . Molte persone che arrivano da noi non fuggono dalla guerra, ma da aree rese invivibili dalla desertificazione. E il loro numero è destinato a crescere esponenzialmente nel prossimo futuro” conclude il direttore.

In Europa la peggior siccità dal 2003 ad oggi
Ma non c'è solo l'Italia. Anche molti paesi del Nordeuropa sono infatti alle prese con la peggiore carenza di acqua piovana e con temperature record da dodici anni a questa parte. Non è un caso che da quindici anni a questa parte il record dell'anno più caldo di sempre è stato già battuto ben tre volte. Nel 2005, nel 2010, nel 2014 e, probabilmente, lo sarà anche nel 2015. I dati raccolti dal Noaa (l'agenzia federale Usa per la meteorologia) relativi all'anno in corso sono già piuttosto preoccupanti: luglio è stato il più caldo mai misurato dal 1880 a oggi (anno in cui si è cominciato a registrare i dati su clima e temperature),  con 0,81 gradi in più rispetto alla media del 20/mo secolo. Se a questo si sommano i record di caldo raggiunti a marzo, maggio e giugno, gli esperti sono convinti che il 2015 vincerà il titolo di anno record. 
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