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MONDO

Consiglio UE 15-16 Dicembre

Consiglio Europeo, la prima volta di Paolo Gentiloni a Bruxelles come Presidente del Consiglio

In agenda la questione migranti ma anche Siria e Ucraina. In mattinata il Premier ha partecipato alla riunione dei leader della famiglia socialista. Oltre a una linea comune sui temi all'ordine del giorno del vertice, i leader Pse discutono del prossimo rinnovo del presidente dell'europarlamento, in calendario per il mese prossimo a Strasburgo

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Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è a Bruxelles per il suo primo vertice dei capi di Stato e di governo europei.

L'Italia "è molto esigente" sulla questione della gestione dell'immigrazione in Europa, uno dei temi principali dell'agenda del Consiglio europeo di oggi: lo ha affermato, al termine del pre-vertice dei leader socialisti, il neo premier Paolo Gentiloni. "E' la prima volta che ho l'onore di rappresentare l'Italia nel Consiglio Europeo. Oggi la principale questione che affronteremo tra tante sarà l'immigrazione: sapete che da questo punto di vista l'Italia è molto esigente, perché non siamo ancora soddisfatti della discussione sul regolamento di Dublino che fissa le regole dell'accoglienza dei rifugiati. Abbiamo lanciato un programma per fronteggiare insieme i fenomeni migratori dall'Africa, l'abbiamo lanciato a gennaio ci aspettiamo risultati concreti", ha detto Gentiloni.

Secondo il neo premier, "oggi sarà fatto un passo avanti, importante perché insieme a Francia e Germania con il Niger firmeremo un primo accordo che vale un centinaio di milioni e cerca di mettere piu' forza nella gestione dei flussi migratori dal Niger verso la Libia. Consideriamo che il Niger è l'anticamera dei flussi verso la Libia: nel contesto di un politica che deve fare molti passi avanti adesso, con Hollande e Merkel e insieme al presidente nigerino Mahamadou Issoufou ne facciamo uno piccolo ma significativo". 

In mattinata il Premier ha partecipato alla riunione dei leader della famiglia socialista: ospiti del presidente del partito socialista europeo Sergei Stanishev, partecipano fra gli altri il premier portoghese Antonio Costa, il primo ministro svedese Stefan Lofven, il cancelliere austriaco Christian Kern, il premier maltese Joseph Muscat, quello greco Alexis Tsipras oltre al presidente uscente del parlamento europeo Martin Schulz, il candidato italiano alla sua successione Gianni Pittella, e il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans.

 Oltre a una linea comune sui temi all'ordine del giorno del vertice, i leader Pse discutono del prossimo rinnovo del presidente dell'europarlamento, in calendario per il mese prossimo a Strasburgo: i principali contendenti sono gli italiani Pittella e Antonio Tajani per il Ppe.

Il tema migranti sul tavolo del Consiglio
A tenere banco è ancora una volta proprio il tema dei migranti (in agenda sono citati gli accordi di rimpatrio, l'intesa con la Turchia e la questione di Schengen) sul quale l'ex ministro degli Esteri ha già messo in chiaro, nel corso del discorso alla Camera per la fiducia, che il nuovo esecutivo non attenuerà i toni rispetto al precedente: "Nel Consiglio europeo sarà centrale il tema migrazione. Deve essere molto chiaro che la posizione italiana non è una posizione che vuol far dispetto a qualcuno. Non siamo guastafeste di nessuno, ma non possiamo nemmeno essere il Paese che da solo si fa carico dei flussi migratori senza la necessaria solidarietà". E ancora: "Non è accettabile, e ancor meno lo sarebbe nel quadro di un'ipotetica riforma del regolamento di Dublino che passi un principio di un'Europa troppo severa su alcuni aspetti delle politiche di austerity, e troppo tollerante nei confronti di paesi che non accettano di assumere responsabilità comuni sui temi dell'immigrazione".

A Bruxelles guardano con attenzione agli sviluppi italiani e per il momento tirano un sospiro di sollievo. Temevano che la bocciatura del referendum avrebbe precipitato il Paese verso una rapida deriva populista. Perciò dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker arriva subito una sponda al nuovo esecutivo: "Sentiamo che ci sono problemi molto gravosi nel Mediterraneo e non possiamo disconoscere la situazione in Italia. Ribadisco: non possiamo lasciar sola l'Italia nell'ambito della crisi migratoria", dice parlando alla plenaria del Parlamento europeo. E assicura: "I fondi che l'Italia mette a disposizione per mitigare la crisi migratoria non possono rientrare nel campo d'applicazione del patto di Stabilità. Quanto l'Italia fa per migranti, e l'Italia fa molto, non deve portare a conseguenze negative in termini di bilanci per il Paese".

Ma già da martedì, nella lettera di congratulazioni a Gentiloni, cogliendo subito l'importanza del tema sisma per la tenuta del nuovo Governo, aveva assicurato: "La Commissione europea continuerà ad essere al fianco dell'Italia per sostenere il percorso di riforme e assicurare una rapida e completa ricostruzione delle aree colpite dal terremoto nei mesi scorsi". Insomma niente ostacoli per Roma, non servono manovre aggiuntive: "E' corretto dire che quello che è richiesto all'Italia è tutto incluso nell'opinione" della Commissione Ue di novembre "e non abbiamo altre parole da aggiungere oggi", chiarisce una portavoce della Commissione Ue rispondendo ai giornalisti che chiedono precisazioni sul punto. Sembra insomma un momento d'oro per l'Italia a Bruxelles. Anche il Parlamento europeo, infatti, sarà dal 2017 con ogni probabilità a guida italiana, essendo i due principali candidati gli italiani Antonio Tajani per il Ppe e Gianni Pittella per il Pse. Non a caso, Gentiloni domani parteciperà alla riunione dei leader del Pse che precede sempre il Consiglio europeo. Riunione alla quale la presenza italiana non è sempre garantita.

Gentiloni ha ricevuto le telefonate della premier britannica Theresa May, del primo ministro canadese Justin Trudeau e del presidente francese Francois Hollande. I due nel loro colloquio hanno sottolineato come la coesione europea sia "indispensabile".  Secondo l'Eliseo, Hollande e Gentiloni si sono accordati per mantenere "un dialogo stretto" in vista del 60esimo anniversario della firma del Trattato di Roma, che nel 1957 segnò l'inizio dell'Unione europea. 

In agenda anche Ucraina e Siria
Ma in agenda oggi e domani ci sono o anche Ucraina, Siria e, quindi, inevitabilmente Russia. Tema sul quale l'Italia potrebbe essere di nuovo protagonista. Roma, infatti, è sempre stata orientata a una normalizzazione dei rapporti con Mosca. E se i rapporti Usa-Russia, con la nomina a segretario di Stato di Rex Tillerson, amministratore delegato di ExxonMobil e amico di Vladimir Putin, vanno verso il disgelo, potrebbe essere proprio il nostro Paese - che nel 2017 ospiterà il G7 - la sponda di Washington in Europa in questa direzione. Strada però a Bruxelles tutta in salita, non solo per le riserve dei Paesi centro-orientali, ma anche visti gli sviluppi ad Aleppo, ancora una volta teatro delle stragi compiute dal regime di Assad con il supporto russo.
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