MONDO
Bruxelles
Consiglio Ue, sul tavolo unione bancaria, terrorismo e Russia
L'ultimo summit del 2015 del Consiglio europeo mostra tutte le divisioni all'interno dei 28. Le sessioni di lavoro di ieri hanno avuto come oggetto la questione dei migranti e la rinegoziazione della partecipazione del Regno unito all'Ue. Renzi ha attaccato l'Ue 'a guida solo tedesca'
Le sessioni di lavoro di ieri hanno avuto come oggetto la questione dei migranti e la rinegoziazione della partecipazione del Regno unito all'Ue (l'Europa si è data sei mesi di tempo per decidere sulla polizia di frontiera comunitaria e due per trovare un accordo con Londra). Tra i nodi da sciogliere oggi, in particolare, i dissidi sulle garanzie sui depositi e la proposta del presidente del Consiglio Ue Donald Tusk di estendere di sei mesi le sanzioni a Mosca, entrambi temi sui quali Italia e Germania si trovano su fronti opposti.
L'ultimo summit del 2015 del Consiglio europeo mostra tutte le divisioni all'interno dei 28 e chiude un "annus horribilis" in cui la Ue ha rischiato di crollare prima per la crisi greca poi per quella dei migranti. E non riesce a collaborare pienamente neppure di fronte alla sfida del terrorismo.
Matteo Renzi ieri ha attaccato l'Ue a guida solo tedesca: "surreale" nel momento in cui ha aperto la procedura d'infrazione contro l'Italia per la questione delle impronte dei migranti; "timida" sulle politiche per l'immigrazione e tentata dal doppiopesismo quando si tratta di scelte che interessano Berlino (come quelle per il gasdotto North Stream). Secondo il premier italiano, come ha sostenuto davanti ai colleghi del Pse, l'Unione europea non può essere sotto la guida di un solo Paese (la Germania): l'Ue deve cambiare strada e abbandonare il fronte dell'austerità per aprirsi a politiche favorevoli alla crescita e all'occupazione. E nel chiuso del Consiglio, Renzi ha ricordato anche che i tedeschi si sono comprati tutti gli aeroporti delle isole greche.
"L'Italia ha fatto molto - ha aggiunto Renzi - e sono contento dei passi avanti dell'Ue, anche se li trovo un po' timidi. I ricollocamenti in questo momento sono meno dell'1% di quanto promesso". Anche sul nodo spinoso delle impronte, che l'Italia non avrebbe raccolto a sufficienza, il premier italiano ha specificato: "I riconoscimenti, anche quelli fotometrici, vanno fatti. E noi lo facciamo da mesi: siamo ormai oltre il 90% dei nostri impegni. Una polemica - ha concluso- che ha poco senso di esistere".
Sulla questione di migranti e rifugiati è un rimpallo di accuse. I numeri mostrati dalla presidenza lussemburghese dimostrano che l'intera politica dell'immigrazione disegnata dalla Commissione non funziona. Francia e Germania insistono perché l'Italia apra i centri di "ritenzione". Nel pre-vertice del Ppe Angelino Alfano aveva però già avvertito: "Bisogna ripartire con i ricollocamenti ed i rimpatri, altrimenti il sistema salta". E se anche tutti sono ormai convinti che la chiave è rafforzare la frontiera esterna, è "controversa" anche l'idea di un corpo di guardie di frontiera europea che intervenga anche quando un paese non vuole l'aiuto.