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MONDO

A Bruxelles si approva il pacchetto di aiuti a Kiev

Ucraina, tensione ancora alta. Faccia a faccia Kerry-Lavrov a Roma

Alla Farnesina nuovo faccia a faccia tra il segretario di Stato Usa e il ministro degli Esteri russo. Il 16 marzo annunciato il referendum per l'annessione della penisola alla Russia. Gli Stati Uniti impongono restrizioni sui visti ai cittadini di Mosca e Simferopoli che "minaccino la sovranità dell'Ucraina". Uomini armati hanno bloccato un gruppo di 40 osservatori dell'Osce, impedendo loro di entrare in Crimea

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov con il segretario di Stato Usa John Kerry (Ansa)
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Roma Il lavoro della diplomazia sulla crisi in Ucraina prosegue, anche se Mosca e Kiev continuano a non parlarsi e la Nato alza i toni. Oggi a Roma un secondo faccia a faccia tra il segretario di Stato Usa, John Kerry, e il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. I leader si sono incontrati a margine della Conferenza internazionale sulla Libia alla Farnesina. Continuano anche le riunioni informali tra il capo della diplomazia della Casa Bianca e i ministri degli Esteri europei, l'italiana Federica Mogherini, il francese Laurent Fabius, il tedesco Franz-Walter Steinmeier, e il sottosegretario britannico Hugh Robertson. Al centro dei colloqui ovviamente la crisi ucraina.

Intanto l’Unione Europea vara un piano di aiuti all’Ucraina da 11 miliardi di euro in due anni. Il pacchetto dovrà essere approvato oggi dal Consiglio straordinario dei 28 capi di Stato e di governo dell’Ue, l’altro fronte caldo sul piano diplomatico.

In Crimea la tensione resta altissima e il vicepremier filorusso, Rustam Temirgaliev, annuncia che il 16 marzo si terrà il referendum sull’annessione alla Russia. Il Parlamento locale si è già espresso, votando all'unanimità per la secessione.

Usa: restrizioni visti
Gli Stati Uniti, intanto, impongono restrizioni sui visti ai cittadini di Russia e Crimea che "minaccino la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina". L'annuncio viene dalla Casa Bianca che aggiunge: gli Usa commineranno sanzioni a "coloro che sono coinvolti più direttamente nella destabilizzazione dell'Ucraina".

Gli aiuti Ue
I soldi messi sul piatto da Bruxelles pareggiano - sostanzialmente - quelli promessi dalla Russia. Alla riunione di oggi, che sarà il primo impegno europeo di Matteo Renzi, è stato invitato anche il nuovo premier di Kiev, Arseniy Yatsenyuk. Gli aiuti sono molto articolati, con risorse che verranno dal bilancio europeo, ma soprattutto sotto forma di prestiti e investimenti coinvolgono la Banca europea per gli investimenti e la Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo.

Nel pacchetto, inteso come "contributo della Commissione allo forzo europeo e internazionale per fornire una via d'uscita sostenibile dalla difficile situazione economica e a sostegno della transizione economica e politica", sono incluse misure di assistenza politica e tecnica oltre ad un sistema di rifornitura di gas.

Ieri a Parigi il segretario di Stato americano, John Kerry ha incontrato per due volte il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov. Non è stato però possibile portare allo stesso tavolo il capo della diplomazia russa e il ministro degli Esteri ad interim dell'Ucraina, Andrii Deshchytsia: Mosca continua a non riconoscere il governo ad interim di Kiev. 

La richiesta è il ritiro delle forze russe e l'intervento di osservatori internazionali. L'ipotesi è tornare agli accordi del 21 febbraio, conclusi tra l'allora presidente Yanukovich e le opposizioni, con la mediazione Ue. Altre consultazioni sono in programma a New York, dove il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite si riunirà in serata.
 
Alta tensione in Crimea
Sul campo invece le parti continuano a mostrare i muscoli e a schierare i propri pezzi. Secondo Sergei Aksyonov, nuovo premier della regione autonoma della Crimea, le forze filorusse controllano tutti gli accessi alla penisola. Il vicepremier della Crimea, Rustam Temirgaliev, ha invece annunciato che il 16 marzo si svolgerà il referendum che chiederà alla popolazione se vuole restare a far parte dell’Ucraina o se vuole l’annessione alla Russia. Il Parlamento filorusso ha già deciso, votando all'unanimità per la secessione da Kiev.

Uomini armati hanno bloccato un gruppo di 40 osservatori dell'Osce, impedendo loro di entrare in Crimea. Lo ha riferito una fonte diplomatica occidentale: "Sono bloccati ma non stanno tornando indietro. Due gruppi di uomini armati, molto professionali e molto ben addestrati, non hanno consentito loro di passare".

Polemiche con la Nato
Nel frattempo gli Stati Uniti hanno dispiegato altri caccia F-35 nei Paesi baltici e tra le parti in causa la tensione è palpabile. Nel Consiglio Nato-Russia invece l'ambasciatore Aleksander Grushko si è alzato in più occasioni per lasciare polemicamente la riunione. Al termine l'Alleanza Atlantica ha annunciato da una parte che stringerà la collaborazione con Kiev e contribuirà a "aumentare la capacità militare" ucraina, dall'altra che "rivedrà i rapporti" con la Russia. A Kiev e nelle aree filo-occidentali dell’Ucraina intanto davanti ai centri di arruolamento si sono formate lunghe code. I giovani si preparano ad imbracciare le armi. Una prospettiva che tutto il mondo spera di evitare.
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