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ECONOMIA

Riunione convocata il prossimo 11 maggio

Crisi greca. Ancora niente accordo, Eurogruppo durissimo con Varoufakis

Nulla di fatto all'Eurogruppo di Riga. Tutti critici nei confronti del ministro delle finanze greco Varoufakis. Il numero uno dell'Eurogruppo Dijsselbloem: "E' nell'interesse dei greci trovare un accordo, speravamo di trovarlo oggi, ma siamo ancora lontani". La Commissione: "Progressi non sufficienti". Draghi: "Il tempo sta scadendo"

Jeroen Dijsselbloem e Yanis Varoufakis (Ansa)
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Riga Ancora niente. Un nulla di fatto. Riunione aggiornata all'11 maggio. Questo è il risultato, deludente è dir poco, della riunione dell'Eurogruppo di oggi a Riga sugli aiuti alla Grecia. Il tempo passa. Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo Dijsselbloem e lo ha anche sottolineato il numero uno della Bce Mario Draghi. A perderci, dicono loro, è solo Atene che deve circa 1 miliardo di rimborsi al Fmi  per la prima metà di maggio (la data segnata in rosso è proprio il 12 del mese, che pesa per circa 750 milioni) e le cui casse sono quasi vuote. Prova ne è la decisione del premier Tsipras di requisire la liquidità di municipalizzate ed enti locali per far fronte alle esigenze correnti: "Abbiamo un problema di liquidità perché la Grecia sta finanziando il debito con le sue risorse e invece, da accordi esistenti, andrebbe rifinanziato con gli aiuti" ha detto il ministro della Finanze, Yanis Varoufakis. E proprio per lui quello di oggi  "non è stato un bel giorno". Lo ha detto un diplomatico europeo secondo cui quello odierno è stato un dibattito molto "personale ed emotivo" con toni "duri". A confermarlo, nemmeno troppo velatamente, è stato lo stesso Dijsselbloem in conferenza stampa. Chi rischia di più, ovviamente, se non si raggiunge un accordo è proprio la Grecia, che ha raschiato il fondo della liquidità necessaria anche per  pagare gli stipendi e a cui è stato detto che non le verranno erogati i 7,2 miliardi di aiuti se non davanti a una lista di riforme concrete. 
 
"Sarò sincero - ha spiegato Dijsselbloem  - nell'Eurogruppo c'è stata una discussione 'critica' perché due mesi fa speravamo che oggi avremmo avuto risultati positivi e un accordo da decidere e invece siamo ancora lontani da tutto ciò". D'altronde, che la riunione odierna non avrebbe portato a risultati concreti era ben noto ai partecipanti europei, compreso il ministro Padoan. "Semplicemente stiamo perdendo troppo tempo" aveva osservato stamane il ministro delle Finanze austriaco Hans Joerg Schelling al suo arrivo nella capitale lettone. "Sono un po' irritato, non si può andare avanti così. Bisogna prendere delle decisioni" aveva aggiunto. Una linea che aveva trovato concordi molti colleghi.
 
Alla fine della mattinata di confronto l'unico riconoscimento giunto da Dijsselbloem è stato che "sono stati fatti progressi ma restano ancora ampie differenze sostanziali". Quali siano questi progressi, il ministro olandese si è rifiutato di precisarlo mentre Varoufakis ha fatto capire che le posizioni sono più vicine sulle privatizzazioni mentre restano ancora molto lontane sugli interventi allo stato sociale. "Il governo greco - ha aggiunto – si oppone fermamente alla richiesta avanzata da tutte le istituzioni di un taglio immediato alle pensioni - in particolare a quelle secondarie"."Il nostro governo non è assolutamente dogmatico - ha aggiunto - Siamo interessati a identificare un processo che porterà a una conclusione positiva e a un accordo reciprocamente vantaggioso". Ma "comprendiamo bene - ha concluso - che quella europea è una famiglia che ha bisogno di superare le sue differenze in modo collegiale".
 
Da parte sua Mario Draghi ha sottolineato che "il tempo sta finendo" ed ha posto l'accento sulla questione della liquidità: attraverso il programma Ela (emergency liquidity assistance) la Banca centrale europea - ha ribadito - "continuerà a fornire liquidità alle banche greche fino a quando queste saranno solvibili e forniranno adeguati collaterali". Tuttavia Draghi ha anche ricordato la fragilità dell'attuale situazione e i continui flussi in uscita" dagli istituti ellenici. Inoltre, ha aggiunto, "l'aumento dei rendimenti dei titoli greci, che sono saliti ai massimi dal 2012, aumenta la volatilità e 'distrugge' i collaterali".
 
Le scadenze sui pagamenti sono più che imminenti: a breve, tra maggio e giugno, Atene dovrà rimborsare dieci miliardi di euro, tra titoli di Stato (T-bills) e rimborsi al Fondo monetario internazionale. In particolare, sia a inizio sia a metà maggio, Atene dovrà versare 1,4 miliardi per le emissioni di titoli statali, mentre il 12 dovrà restituire all’Fmi 773 milioni di euro. Nel corso del mese di giugno i miliardi da erogare per i titoli di stato ammonteranno, in totale, a 5,2. 
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