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MONDO

L'intervista

Crisi greca, Tsipras: "Accordo possibile ma non taglio le pensioni"

Alla viglia della ripresa dei negoziati parla delle sue condizioni per un accordo: "Si cerchino alternative al taglio delle pensioni e a nuove misure recessive". Torna poi a criticare le politiche di austerità

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"Siamo molto vicini ad un accordo sull'avanzo primario per i prossimi anni. Basta ci sia un atteggiamento positivo sulle proposte alternative al taglio delle pensioni e all'imposizione di misure recessive". Il premier greco Alexis Tsipras in un'intervista al Corriere della Sera dimostra cauto ottimismo sul raggiungimento di un accordo con Bruxelles e parla delle sue condizioni.

Alla vigilia delle ripresa dei negoziati e dell'incontro con la cancelliera Merkel e il presidente Hollande Tsipras spiega: "Credo che domani la discussione entrerà nel merito dei progressi raggiunti. Definiremo dei tempi chiari per l'accordo. Noi abbiamo presentato un testo completo che include il terreno comune delle trattative tecniche al Bruxelles Group. Lavoreremo per annullare le distanze sulle finanze statali, portando delle proposte alternative lì dove vi sono delle richieste illogiche e non accettabili". Ma le istituzioni devono trovare "soluzioni serie sulla sostenibilità del debito. Vogliamo porre termine a questa discussione sul Grexit, che è un freno alla stabilità in Europa". Le nuove misure, sostiene Tsipras, dovranno puntare su redistribuzione e giustizia sociale. "le misure contengano l'elemento della redistribuzione e della giustizia sociale".

Critico verso austerità
Torna quindi a criticare le politiche di austerità e difende il paese: "L'austerità in Grecia è stata attuata con una brutalità mai vista, non è possibile che ci si chieda di applicare misure che nessuno ha applicato in Europa". Elenca le proposte europee che non possono essere accettate: "Dopo 5 anni di austerità è inconcepibile che ci venga richiesto di abolire le pensioni più basse e i sussidi che riguardano i cittadini più poveri. O di aumentare del 10% il costo dell’energia elettrica per le famiglie, in un Paese nel quale migliaia di persone non hanno accesso all’elettricità".

"Fallimento della Grecia fine dell'eurozona"
La crisi greca, sottolinea, riguarda tutti i paesi europei.  "Se l'Europa non riesce a gestire noi che siamo così piccoli, quale sarà la reazione dei mercati per Paesi che affrontano problemi molto più grandi come la Spagna o l'Italia che ha un debito pubblico di 2 mila miliardi? Se la Grecia fallisce i mercati andranno subito a cercare il prossimo. Il fallimento della Grecia, conclude, sarebbe "l'inizio della fine dell'eurozona".


 
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