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ECONOMIA

Dopo la riunione del Consiglio direttivo dell'Eurotower

Draghi: "Ripresa moderata e disomogenea in Eurozona"

Secondo il presidente della Bce, a influenzare al ribasso la crescita ci sono "la bassa inflazione" e la "dinamica sottomessa del credito". Sull'eurozona, ha aggiunto, i rischi rimangono "al ribasso" e la Bce conferma la sua politica "accomodante" con i tassi che resteranno "al livello attuale per un prolungato periodo di tempo"

Mario Draghi
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La ripresa dell'Eurozona prosegue "moderata e disomogenea" tra i vari Paesi dell'area. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine della riunione del Consiglio direttivo dell'Eurotower. A influenzare al ribasso la crescita ci sono "la bassa inflazione" e la "dinamica sottomessa del credito".

I rischi al ribasso
Sull'economia dell'eurozona i rischi rimangono "al ribasso", ha spiegato il presidente della Bce, per "gli accresciuti rischi geopolitici e le turbolenze nei Paesi emergenti" che si riflettono sui mercati finanziari. Rispetto alla situazione geopolitica, Draghi ha aggiunto che "vediamo rischi soprattutto sui prezzi dell'energia, ma è difficile valutare le conseguenze e definire ora quali sono le opzioni nel futuro soprattutto se il conflitto" tra Russia e Ucraina "si intensifica".
 
L'inflazione
La Bce conferma la sua forward guidance e la politica "accomodante" con i tassi che resteranno "al livello attuale per un prolungato periodo di tempo". Il Consiglio direttivo della Bce, infatti, "è unanime nel suo impegno a utilizzare anche misure non standard, se necessario anche il quantitative easing, se le prospettive nel medio termine sull'inflazione cambiano" in peggio. Inflazione che nell'eurozona "dovrebbe rimanere su livelli bassi nel corso dei prossimi mesi, per poi aumentare gradualmente durante il 2015 e il 2016", ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi.

I tassi
Il Consiglio direttivo della Bce ha quindi deciso di mantenere invariato il tasso chiave di rifinanziamento al minimo storico dello 0,15%. Fermi anche il tasso sui depositi, a -0,10%, e quello marginale, allo 0,40%. La scelta è in linea con le attese dei mercati. 

"Giunto il tempo di iniziare a condividere la sovranità"
"Per ripristinare finanze pubbliche sane, i Paesi dell'area dell'euro dovrebbero procedere in linea con il Patto di stabilità e crescita e non devono sciupare i progressi compiuti con il risanamento dei conti pubblici- ha detto Draghi - Il consolidamento fiscale deve essere programmato in modo da essere favorevole alla crescita". Draghi ha poi sottolineato che "gli sforzi" per le riforme strutturali "devono aumentare il potenziale di crescita dell'eurozona, concentrandosi sulla promozione degli investimenti privati e la creazione di posti di lavoro". Draghi ha anche affermato che "probabilmente è giunto il tempo di iniziare a condividere la sovranità a livello europeo anche per quanto riguarda le riforme strutturali", sottolineando la necessità di "fare sul piano delle riforme strutturali quello che è stato fatto a livello di bilancio".

Il commento sull'Italia
Mario Draghi ha anche commentato l'economia italiana che si è contratta dello 0,2% nel secondo trimestre. Il nostro Paese, per il presidente della Bce, "può rimediare ai risultati deludenti sul Pil "solo con le riforme, perché la mancanza di riforme è un grande fattore di scoraggiamento degli investimenti" . "Uno dei componenti del basso Pil italiano - ha aggiunto Draghi - è il significativo debole livello degli investimenti privati, nonostante una riprese dei consumi". Sull'Italia, inoltre, pesa "l'incertezza" sulla riforme, ha aggiunto Draghi, il quale ha precisato che occorrono passi avanti su "mercato del lavoro, nella giustizia civile e nella concorrenza" e "non c'è niente che la politica monetaria possa fare" per sopperire ai ritardi dei governi. A quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi,  il premier Matteo Renzi ha molto apprezzato le parole del presidente della Bce Mario Draghi sull'importanza strategica e sull'urgenza delle riforme.

Le riforme strutturali
"I Paesi che hanno fatto le riforme strutturali vanno bene - ha detto ancora il numero uno dell'Eurotower - molto meglio di quei Paesi che non le hanno fatte o le hanno fatte solo in parte". Il rallentamento della Germania, per esempio, non c'entra con le riforme ma "è dovuto a fattori tecnici". Draghi ha avvertito che "se i rischi geopolitici si materilizzano ci sarà un allentamento della crescita, ma sara del tutto diversa la situazione per i Paesi che hanno fatto le riforme". Il banchiere centrale ha precisato tuttavia che "bisogna dare tempo" alle riforme per dare risultati, perché "alcune hanno effetti nell'immediato, altre hanno bisogno di un periodo più lungo".
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