La crisi
Ex Ilva: Arcelor Mittal lascia Taranto, Conte convoca i vertici dell'azienda
Il caso "è di massima priorità per il governo" dice il premier che vedrà i vertici di Mittal domani pomeriggio. Il nodo è lo scudo penale, per Patuanelli si tratta di "un alibi". Infuria la polemica politica, lanciano l'allarme Federacciaio e sindacati: no alla chiusura. Interviene il governatore Emiliano: "La fabbrica è totalmente illegale"
Al termine di una giornata convulsa, iniziata con la doccia fredda dell'annuncio del ritiro dall'ex Ilva di Taranto di ArcelorMittal, il premier Giuseppe Conte convoca i vertici dell'azienda. L'incontro avrebbe dovuto tenersi oggi pomeriggio, ma a fronte delle spaccature emerse nella maggioranza, il Consiglio dei Ministri lo ha rinviato a domani.
Il nodo è lo scudo penale, senza il quale, sostiene il colosso siderurgico angloindiano, "non è possibile attuare il nostro piano ambientale".
"Il governo non consentirà la chiusura dell'Ilva" conferma Patuanelli al termine del vertice a Palazzo Chigi, aggiungendo che "non esiste diritto di recesso" (punto contestato dall'azienda, che sostiene che nell'intesa con il governo la clausola è prevista, ndr). E che lo scudo legale reclamato da ArcelorMittal "è la foglia di fico". A chi gli chiede quale sia il vero problema dell'azienda: "E' evidente, anche dai cambi di governance, che la governance che aveva seguito gli impianti fino a ora non ha funzionato".
Infuria intanto la polemica politica, lanciano l'allarme Federacciai e sindacati: "No alla chiusura". Interviene il governatore pugliese Emiliano: "La fabbrica è totalmente illegale".
Conte ai sindacati: "Nessun motivo per giustificare il recesso"
"C'è la ferma determinazione del Governo di proseguire la produzione dell'Ilva, di salvaguardare l'occupazione e di garantire la tutela dell'ambiente". E' quanto avrebbe detto il premier Giuseppe Conte ai sindacati a Palazzo Chigi prima di iniziare l'incontro per esporre le linee della manovra economica. "Domani abbiamo convocato l'azienda - avrebbe aggiunto Conte secondo fonti sindacali - chiariremo bene la nostra posizione. Il Governo vuole confrontarsi con l'azienda, ma riteniamo che non ci sia alcun motivo che possa giustificare questo recesso. La norma sullo scudo penale non era nel contratto e non può essere invocata per giustificare il recesso. Sarete naturalmente informati sull'esito di questo confronto".
Arcelor Mittal: lasciamo Taranto
Il gigante dell'acciaio Arcelor Mittal ha annunciato il ritiro dalla ex Ilva di Taranto. Con una nota, la società ha riferito di aver inviato ai Commissari straordinari di Ilva "una comunicazione di recesso dal contratto o risoluzione dello stesso" riguardo l'affitto e il successivo acquisto condizionato dei rami d'azienda di Ilva e di alcune sue controllate. Il gruppo ricorda che il contratto prevede che, nel caso in cui un nuovo provvedimento legislativo incida sul piano ambientale dello stabilimento di Taranto in misura tale da rendere impossibile la sua gestione o l'attuazione del piano industriale, la Società ha il diritto contrattuale di recedere dallo stesso Contratto.
Secondo i contenuti dell'accordo del 31 ottobre 2018 Arcelor Mittal "ha chiesto ai Commissari straordinari di assumersi la responsabilità delle attività di Ilva e dei dipendenti entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione" della volontà di ArcelorMittal di lasciare l'Ilva, si legge in un comunicato del gruppo.
Arcelor Mittal mette nel mirino il provvedimento con cui, dal 3 novembre 2019, "il Parlamento italiano ha eliminato la protezione legale necessaria alla Società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale, giustificando così la comunicazione di recesso". In aggiunta "i provvedimenti emessi dal Tribunale penale di Taranto obbligano i Commissari straordinari di Ilva a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019. Tali prescrizioni dovrebbero ragionevolmente e prudenzialmente essere applicate anche ad altri due altiforni dello stabilimento di Taranto. Lo spegnimento renderebbe impossibile per la Società attuare il suo piano industriale, gestire lo stabilimento di Taranto e, in generale, eseguire il Contratto", recita la nota.
A.d. Morselli, servirà piano sospensione attività
"Sarà necessario attuare un piano di ordinata sospensione di tutte le attività produttive ac ominciare dall'area a caldo dello stabilimento di Taranto, che è la più esposta ai rischi derivanti dall'assenza di protezioni legali". Lo scrive l'ad e presidente di A.Mittal Italia Lucia Morselli ai dipendenti. "Anche le attività di tutti gli altri reparti e aree operative saranno progressivamente sospese", con l'obiettivo "di mantenere tutti gli impianti in efficienza e pronti per un loro riavvio produttivo".
L'allarme di Federacciai: conseguenze enormi sulla filiera
"Le conseguenze per la filiera sarebbero enormi, esponendo tutti sempre di più alle dinamiche delle importazioni, ma sarebbero pesanti anche per la siderurgia Italiana nel suo complesso che è, ricordiamolo, la seconda in Europa e la decima al mondo" afferma il presidente di Federacciai, Alessandro Banzato. "Quello che temevamo purtroppo si è verificato: cambiare le regole del gioco in corsa poteva fare saltare il banco".
"Il mio auspicio è pertanto quello che si riapra velocemente il confronto e che questo possa portare a una soluzione positiva che abbia come obiettivo condiviso il mantenimento della produzione siderurgica a Taranto" sottolinea quindi Banzato. "Tutti adesso si agitano giustamente per il problema sociale che ne può scaturire e in molti dimenticano la radice della questione, quella senza la quale non c'è lavoro, ovvero l'enorme problema industriale che discenderebbe dalla chiusura di Taranto".
Salvini: "Chi ha tolto lo scudo penale vada a Taranto"
Sullo scudo penale per Arcelor Mittal "l'emendamento soppressivo è a firma M5S, votato da Pd Iv e Leu, chi lo ha votato dovrebbe avere il coraggio di andare a Taranto stasera a spiegarlo" tuona Matteo Salvini in conferenza stampa al Senato, parlando di governo di incapaci.
"La soluzione era lo scudo penale,come uscito dal nostro Consiglio dei ministri e arrivato in Parlamento. Se uno (l'azienda, ndr) mette quattro miliardi per riparare ai danni che vengono dal passato, come minimo ti chiede di essere tutelato finché non ha recuperato i danni del passato. Non gli puoi dire 'mi dai 4 miliardi però ti tolgo l'immunità penale" aggiunge Salvini. "Mi risulta, approfonditelo voi, che da giorni i dirigenti di Arcelor Mittal non stanno firmando più niente. Ai committenti stato detto che non hanno più bisogno di forniture. Non è stata una roba improvvisa - conclude-. Se poi al Mise pensano di risolvere tutto con l'Avvocatura dello Stato, fate pure..."
"Il governo riferisca alle Camere già domani"
"Domani in apertura lavori sia a Camera che a Senato chiederemo educatamente che qualcuno del governo venga a riferire su Ilva" aggiunge il leader della Lega, che in precedenza aveva prospettato azioni di blocco dei lavori parlamentari - "secondo i regolamenti" - in caso di mancata risposta.
Marcucci (Pd): scudo tolto da Salvini
"Salvini, a forza di comizi, perde la memoria. E' stato il suo governo, nel decreto Crescita, a togliere lo scudo penale sull'ex Ilva" afferma il presidente dei senatori del Partito democratico, Andrea Marcucci. "In un contesto cosi' difficile come quello di oggi, tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e di minoranza dovrebbero chiedere con forza al governo e a Mittal di non mettere Taranto in ginocchio e di rispettare gli impegni assunti. Il Pd lo fara', diamo una volta tanto il segnale giusto insieme", aggiunge.
Renzi: "Decisione inaccettabile, il Governo elimini l'autogol sull'immunità"
"La decisione di Mittal di disimpegnarsi da Taranto è inaccettabile. Il Governo deve da subito togliere alla proprietà ogni alibi eliminando gli autogol come quello sulla immunità voluto dal vecchio governo e sul quale avevamo messo in guardia il Ministro Patuanelli" scrive Matteo Renzi, in un post su facebook.
"Per chi in queste ore fa una polemica meschina e mediocre: lo scudo penale è stato cancellato dall'esecutivo Lega-Cinque Stelle- precisa il leader di Iv. "Ma noi vogliamo soluzioni, non capri espiatori. Indipendentemente dagli alibi, Taranto ha bisogno di un futuro e il futuro passa anche dall'acciaio. Ho firmato numerosi decreti per tenere aperta Ilva, mi sono preso di assassino da alcuni ex compagni di partito, ho subito contestazioni pesantissime. Rifarei tutto. Perché oggi il piano di risanamento c'è. E Taranto non può fare a meno dell'Ilva. Quello dell'immunità è un alibi che va tolto dal tavolo subito. Tutti, Governo e proprietà, devono mantenere gli impegni".
Renzi conclude: "I cittadini di Taranto lo hanno fatto. I lavoratori dell'Ilva lo hanno fatto. Adesso tocca a Governo e Mittal: non si scherza con il lavoro delle persone".
Pd: Conte convochi la proprietà
"Il governo convochi subito un tavolo con ArcelorMittal. La situazione è grave, non possiamo accettare che la filiera dell'acciaio venga messa in discussione e con essa più di 10 mila posti di lavoro". affermano i gruppi Pd in Regione, Comune e Provincia. "E' stato un errore offrire ad ArcelorMittal il pretesto per rescindere il contratto attraverso la rimozione dello scudo penale, quando il vero problema è la tenuta del piano industriale dell'azienda, complici il calo della produzione e la congiuntura internazionale negativa. Sollecitiamo il Governo a fare uno sforzo straordinario per garantire la continuità dei siti produttivi e dei livelli occupazionali. L'Italia non può uscire dalla filiera dell'acciaio" dice il Pd.
Tajani (FI): "Il ritiro di Arcelor Mittal è un duro colpo, Forza Italia porterà il caso a Bruxelles"
"Il ritiro di Arcelor Mittal nell’acquisizione definitiva dell’Ilva è un duro colpo per l’industria siderurgica italiana. Si è perso tempo e l’incapacità oltre all’indecisione politica dei due governi Conte hanno creato i presupposti per un grave fallimento. Migliaia di posti di lavoro a rischio e miliardi di € di Pil che vanno in fumo. Il governo, soprattutto con il M5s che è alla guida del Mise, non ha fatto altro che disattendere gli accordi con Arcelor Mittal utili al rilancio dell’ex Ilva. Togliere lo scudo penale necessario per attuare la bonifica ambientale dell'area è stato un vero suicidio e a pagarne le conseguenze saranno i lavoratori e i cittadini di Taranto. Servono scelte necessarie alla salvaguardia dell’occupazione soprattutto nel Mezzogiorno, misure utili a garantire all’Italia la posizione di secondo Paese manifatturiero d’Europa. C’è, insomma, bisogno di una vera politica industriale capace di rilanciare l’economia. Questo governo sta facendo l’esatto contrario. Forza Italia porterà il caso a Bruxelles al Parlamento e alla Commissione Europea". Lo scrive su Facebook Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia e Presidente della Commissione affari costituzionali al Parlamento europeo.
Meloni: se Stato non mantiene impegni nessuno investe
"Sono molto preoccupata. Penso che dobbiamo fare molta attenzione a uno Stato che non mantiene i propri impegni. Se lo Stato italiano si era impegnato su cose come lo scudo penale, penso che uno Stato che voglia mantenere gli investimenti debba anche mantenere gli impegni, altrimenti rischiamo che non investa nessuno". Così la leader di FdI Giorgia Meloni. "Poi il tema importante sull'Ilva- aggiunge - è capire quale debba essere il futuro nei prossimi decenni, che non è stato ancora affrontato".
Il governatore della Puglia, Emiliano: "La fabbrica è totalmente illegale"
La fabbrica "uccide cittadini e operai" ed "è totalmente illegale come dimostra lo stesso management di Arcelor Mittal che senza una immunità penale speciale, che esisteva in Europa solo per loro e che non è consentita a nessun'altra azienda, intima con arroganza allo Stato italiano di riprendersi la fabbrica entro 30 giorni" afferma.
Cgil, serve impegno di tutti per evitare disastro
"Taranto e l'Italia non possono pagare il prezzo di un contenzioso infinito tra Arcelor Mittal e governo. Mai come in questo caso il futuro dipende dal presente,c'è bisogno dell'impegno di tutti per evitare un disastro:l'azienda si fermi e il Governo tenga fede agli impegni presi e ristabilisca le condizioni dell'accordo". Così in una nota il segretario confederale della Cgil, Emilio Miceli. "In nessuna area del Mezzogiorno - prosegue il dirigente sindacale - che ha vissuto grandi dismissioni industriali, c'è mai stata traccia di sviluppo industriale, urbanistico e ambientale. Da Crotone a Termini Imerese, il Sud ha conosciuto solo sopportazione e assistenza, mai sviluppo e modernizzazione"
Bentivogli (Fim): disimpegno è bomba sociale
"Apprendiamo la notizia della volontà di Arcelor Mittal di comunicare ai commissari la volontà di recedere il contratto. Significa che partono da oggi i 25 giorni per cui lavoratori e impianti ex Ilva torneranno all'Amministrazione Straordinaria. Tra le motivazioni principali, il pasticcio del Salva-imprese sullo scudo penale. Un capolavoro di incompetenza e pavidità politica: non disinnescare bomba ambientale e unire bomba sociale". Lo afferma il segretario nazionale della Fim Cisl Marco Bentivogli.
Barbagallo, no a catastrofe industriale
"La decisione di Arcelor Mittal prefigura una catastrofe industriale per il nostro Paese: senza gli stabilimenti coinvolti, il futuro della nostra economia diventa più incerto. Questo disimpegno, le cui origini sono da esaminare a fondo, è inaccettabile, perché è il preludio a un dramma occupazionale, sociale e ambientale che deve assolutamente essere evitato". Lo dichiara il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. "Il governo deve intervenire: lo chiederemo con determinazione al premier Conte,già nella riunione di questa sera a Palazzo Chigi".