ITALIA
Dopo la strage al tribunale di Milano
Expo 2015. Sala: "Niente psicosi, non sarà pericoloso"
Il commissario unico dell'evento che inizierà il primo maggio a Milano rassicura: "E' un evento che non è mai stato oggetto di azioni terroristiche", la manifestazione è un luogo di pace
Milano
"Venire all'Expo non sarà pericoloso, niente piscosi". Il commissario unico dell'evento, Giuseppe Sala, è granitico e lo ha ripetuto più volte, quasi a esorcizzare i timori che si sono addensati sull'Esposizione dopo i fatti al Palazzo di Giustizia di Milano. "Un evento che non è mai stato oggetto ad azioni terroristiche", anche perché la manifestazione "vuole essere un luogo di pace", testimoniato anche dal'ultima novità: la partecipazione della Corea del Nord che sarà nel padiglione delle Isole (e quindi dal lato opposto del sito rispetto alla Corea del Sud).
Il tema sicurezza ha dominato il primo 'question time' organizzato con la stampa da Sala. E il commissario ha provato ad anticipare alcune domande ammettendo che una delle società che controllano gli accessi al Tribunale di Milano, dove ieri è entrato un uomo armato che ha ucciso tre persone, "è tra quelle che hanno vinto la nostra gara (la AllSystem), ma a quanto mi risulta l'omicida di ieri è passato da un ingresso non controllato da loro". E poi, proprio sull'onda di quanto avvenuto solo 24 ore prima, ha aggiunto che "era già previsto, ma alla luce di quanto successo ieri, eviteremo che ci sia un ingresso che sia senza controllo". Quindi, tutti sotto i metal detector. Anche addetti ai lavori e personale accreditato.
Per tranquillizzare, il commissario ha passato in rassegna tutta quella complessa macchina che dovrà garantire la sicurezza del sito e dei visitatori, su cui "stiamo lavorando da un anno e mezzo". E che avrà diversi protagonisti: vigilantes, militari, forze dell'ordine e una dose abbondante di tecnologia. Saranno infatti 1.500 (750 per turno) le guardie giurate, armate e non, schierate a difesa di una 'cittadella' circondata da una recinzione alta 3,15 metri e con filo spinato. Ad assicurare il personale è un raggruppamento di otto imprese che si è aggiudicata la gara. A questi si aggiungerà un contingente di forze dell'ordine ancora indefinito nei numeri: "Ne stiamo discutendo con la Prefettura". Di notte invece interverrà un drappello di 600 uomini dell'Esercito per controllare il via vai dei mezzi per i rifornimenti e la pulizia del sito. Infine, il capitolo tecnologia: 4 mila telecamere e sistemi di controllo all'ingresso sul modello aeroportuale, sia per le persone che per i mezzi. Vuol dire scanner ai raggi x e metal detector. Per quanto riguarda questi ultimi si sta lavorando alla taratura per trovare il giusto compromesso tra sicurezza e rapidità delle verifiche. Per accedere serviranno al massimo 10 secondi (a parte gli accertamenti più approfonditi a campione), un lasso di tempo individuato in base ad esperienze analoghe - i Giochi di Londra, Disneyworld e l'edizione di Shanghai - che crea un "disagio che rientra nel campo dell'accettabilità" e che evita "code eccessive", ha spiegato Sala. Anche perché "dobbiamo evitare di creare agli ingressi un mostro che induce alla paura".
Poi la notizia da tempo attesa. La Corea del Nord ha infatti aderito "negli ultimi giorni". Una notizia, ha sostenuto il commissario, che "conferma quello che Expo vuole essere: un luogo di pace e confronto". Inoltre, ha incassato il giudizio positivo del Bie nel corso dell'ultimo comitato esecutivo di ieri. Per ultimo, "anche grazie al meteo, questa è stata una settimana di significativo avanzamento dei lavori": conclusa la rimozione delle interferenze, l'appalto della piastra prossimo alla fine ("siamo al 95%") e anche alcuni padiglioni 'ritardatari' che hanno avuto "progressi notevoli". Tanto che Sala è tornato a rassicurare: "Sono convinto che riusciremo ad aprire bene".
Il tema sicurezza ha dominato il primo 'question time' organizzato con la stampa da Sala. E il commissario ha provato ad anticipare alcune domande ammettendo che una delle società che controllano gli accessi al Tribunale di Milano, dove ieri è entrato un uomo armato che ha ucciso tre persone, "è tra quelle che hanno vinto la nostra gara (la AllSystem), ma a quanto mi risulta l'omicida di ieri è passato da un ingresso non controllato da loro". E poi, proprio sull'onda di quanto avvenuto solo 24 ore prima, ha aggiunto che "era già previsto, ma alla luce di quanto successo ieri, eviteremo che ci sia un ingresso che sia senza controllo". Quindi, tutti sotto i metal detector. Anche addetti ai lavori e personale accreditato.
Per tranquillizzare, il commissario ha passato in rassegna tutta quella complessa macchina che dovrà garantire la sicurezza del sito e dei visitatori, su cui "stiamo lavorando da un anno e mezzo". E che avrà diversi protagonisti: vigilantes, militari, forze dell'ordine e una dose abbondante di tecnologia. Saranno infatti 1.500 (750 per turno) le guardie giurate, armate e non, schierate a difesa di una 'cittadella' circondata da una recinzione alta 3,15 metri e con filo spinato. Ad assicurare il personale è un raggruppamento di otto imprese che si è aggiudicata la gara. A questi si aggiungerà un contingente di forze dell'ordine ancora indefinito nei numeri: "Ne stiamo discutendo con la Prefettura". Di notte invece interverrà un drappello di 600 uomini dell'Esercito per controllare il via vai dei mezzi per i rifornimenti e la pulizia del sito. Infine, il capitolo tecnologia: 4 mila telecamere e sistemi di controllo all'ingresso sul modello aeroportuale, sia per le persone che per i mezzi. Vuol dire scanner ai raggi x e metal detector. Per quanto riguarda questi ultimi si sta lavorando alla taratura per trovare il giusto compromesso tra sicurezza e rapidità delle verifiche. Per accedere serviranno al massimo 10 secondi (a parte gli accertamenti più approfonditi a campione), un lasso di tempo individuato in base ad esperienze analoghe - i Giochi di Londra, Disneyworld e l'edizione di Shanghai - che crea un "disagio che rientra nel campo dell'accettabilità" e che evita "code eccessive", ha spiegato Sala. Anche perché "dobbiamo evitare di creare agli ingressi un mostro che induce alla paura".
Poi la notizia da tempo attesa. La Corea del Nord ha infatti aderito "negli ultimi giorni". Una notizia, ha sostenuto il commissario, che "conferma quello che Expo vuole essere: un luogo di pace e confronto". Inoltre, ha incassato il giudizio positivo del Bie nel corso dell'ultimo comitato esecutivo di ieri. Per ultimo, "anche grazie al meteo, questa è stata una settimana di significativo avanzamento dei lavori": conclusa la rimozione delle interferenze, l'appalto della piastra prossimo alla fine ("siamo al 95%") e anche alcuni padiglioni 'ritardatari' che hanno avuto "progressi notevoli". Tanto che Sala è tornato a rassicurare: "Sono convinto che riusciremo ad aprire bene".