ECONOMIA
Le stime nell'aggiornamento del World Economic Outlook
Fmi, Italia ultima in classifica: Pil -12,8% nel 2020 e +6,3% nel 2021
Persi 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. A rischio progressi nella lotta contro la povertà. Nel 2021, l'attività economica italiana rimbalzerà invece del 6,3%. Brusca frenata anche per Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna. Pil Usa a -8%
Brusca frenata anche per Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna nel 2020. Secondo l'aggiornamento delle stime del Fmi, la locomotiva tedesca si contrarrà quest'anno del 7,8% per poi crescere del 5,4% il prossimo. Il Fondo prevede per la Francia un Pil in calo del 12,5% nel 2020 e una crescita del 7,3% nel 2021, mentre per la Spagna si stima -12,8% quest'anno e una crescita del 6,3% nel 2021. Calo a due cifre anche per il Pil britannico, che calerà del 10,2% nel 2020 per salire del 6,3% nel 2021.
Diminuisce stima Pil Usa 2020 a -8%
L'economia statunitense dovrebbe contrarsi dell'8% nel 2020 prima di rimbalzare del 4,5% l'anno seguente. E' quanto sostiene il Fondo monetario internazionale nell'aggiornamento del World Economic Outlook. Ad aprile, il Fondo aveva previsto una contrazione del Pil del 5,9% quest'anno e una crescita del 4,7% nel 2021.
Lavoro, persi 300 milioni di posti a tempo pieno
La crisi innescata dal coronavirus è un colpo "catastrofico" sul mercato del lavoro mondiale. Lo afferma il Fmi, sottolineando che "alcuni paesi (soprattutto l'Europa) sono riusciti a contenere le ricadute con efficaci piani di breve termine". Il Fondo quindi cita i dati dell'Organizzazione Mondiale del Lavoro: il calo delle ore lavorate nel primo trimestre rispetto al quarto trimestre del 2019 equivale alla perdita di 130 milioni di posti di lavoro. Il calo del secondo trimestre equivale a 300 milioni di posti.
A rischio progressi nella lotta contro la povertà
Le ricadute dell'epidemia di coronavirus sull'economia rischiano di cancellare tutti i progressi fatti nella lotta contro la povertà negli ultimi anni e di "aumentare significativamente le diseguaglianze". Gli effetti della pandemia hanno avuto "un acuto impatto negativo in particolare sui poveri a livello mondiale". La frazione di popolazione mondiale che vive in condizioni di estrema povertà, vale a dire con meno di 1,90 dollari al giorno, ricorda l'Fmi, era scesa sotto il 10% negli ultimi anni dal 35% del 1990. "Questo progresso", avverte il Rapporto, "è messo in pericolo dalla crisi da Covid-19, con oltre il 90% dei mercati emergenti e delle economie in via di sviluppo che registreranno un andamento del reddito pro capite negativo nel 2020".