A Villa Pamphili a Roma il vertice mondiale sulla Sanità
G20, Draghi: "Dobbiamo vaccinare il mondo e farlo rapidamente"
"La crisi globale non è finita, dobbiamo agire in fretta" afferma Draghi. Von der Leyen: "Vaccini a tutti. Entro il 2021, 100 milioni di dosi ai Paesi a basso-medio reddito". Gli Usa: "Ora gruppo di leader che fermi le future pandemie". Dalla Cina altri 3 miliardi di dollari in aiuti per i prossimi 3 anni. Fmi vuole un piano da 50 miliardi di dollari
Si è svolto oggi a Roma il vertice mondiale sulla Sanità, presieduto dal premier Mario Draghi e dalla presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen.
"La pandemia ha sottolineato la straordinaria importanza della cooperazione internazionale" per il presente e il futuro. "Con i partecipanti capiremo cosa è andato male" nella lotta al Covid 19 ha dichiarato il premier aprendo il summit. "Dobbiamo vaccinare il mondo e farlo rapidamente".
"Questo pre-vertice ospita contributi di scienziati, medici, filantropi ed economisti. Dobbiamo guardare attraverso paesi e discipline diverse se vogliamo capire cosa e' andato storto durante questa pandemia e cosa possiamo fare meglio in futuro - ha aggiunto -. Vorrei ringraziare il gruppo di esperti scientifici, e in particolare i co-presidenti organizzatori, il professor Silvio Brusaferro e il professor Peter Piot. La vostra relazione ha fornito una guida essenziale per le nostre deliberazioni e, in particolare, per la Dichiarazione di Roma che presenteremo oggi. Vorrei inoltre ringraziare le oltre 100 organizzazioni non governative e della societa' civile che hanno preso parte alla consultazione tenutasi ad aprile in collaborazione con Civil 20".
"E' essenziale consentire il libero flusso delle materie prime dei vaccini tra i vari confini. L'Ue ha esportato circa 200 milioni di dosi, tutti gli stati devono fare altrettanto, ci deve essere un equilibrio nelle esportazioni verso quei paesi più poveri" ha poi sottolineato il presidente Draghi, nel suo intervento.
"Dobbiamo revocare i divieti generalizzati di esportazione, soprattutto nei paesi più poveri. Purtroppo, molti paesi non possono permettersi di pagare questi vaccini. Dobbiamo anche aiutare i paesi a basso reddito, compresa l'Africa, a produrre i propri vaccini.Probabilmente avremo bisogno di più cicli di vaccinazione in futuro, e aumentare la produzione e' essenziale. Una proposta e' quella di introdurre una sospensione dei brevetti sui vaccini Covid-19. L'Italia è aperta a questa idea, in modo mirato, limitato nel tempo e che non metta a repentaglio l'incentivo ad innovare per le aziende farmaceutiche. Ma questa proposta non garantisce che i paesi a basso reddito siano effettivamente in grado di produrre i propri vaccini.Dobbiamo sostenerli finanziariamente e con competenze specializzate" dice Draghi.
Von der Leyen: "Pronta iniziativa Ue per l'Africa da 1 miliardo"
Obiettivo di questo vertice è "mettere sotto controllo la pandemia ovunque, assicurare che i vaccini vengano dati a tutti, ovunque" attraverso le esportazioni ma anche condividendo "la capacità di produzione" ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, annunciando "100 milioni di dosi ai Paesi a basso medio reddito entro il 2021".
La presidente ha ricordato che a oggi "l'Africa importa il 99 per cento dei sieri" e che questo "deve cambiare". Von Der Leyen ha definito il vertice in corso a Roma e organizzato su iniziativa della presidenza italiana del G20 l'inizio di "un nuovo capitolo nella storia della sanità pubblica".
Nella Dichiarazione di Roma che concluderà il Global Health Summit "ci impegneremo tutti a investire nella salute e nei professionisti della sanità", ha spiegato poi, ricordando "gli operatori sanitari che hanno lavorato senza sosta, salvato vite" e che si sono impegnati "anche quando non c'era più niente da fare".
Michel: accelerare sui vaccini non riguarda solo i brevetti
"Serve accelerare la capacità di produrre vaccini anti-Covid, in particolare in Africa e in America Latina" ma "non si tratta solo di una questione di proprietà intellettuale ma anche di un trasferimento di tecnologie e know how" ha sottolineato il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. "Serve un accesso equo e globale ai vaccini - ha aggiunto Michel - e dobbiamo tutti essere impegnati in questa battaglia: tutti i membri del G20 devono garantire la catena delle forniture e che l'export si possa svolgere".
Sassoli: "Necessaria la condivisione dei brevetti"
"Credo sarebbe un passo molto concreto se tutti i Paesi membri del G20 decidessero anch'essi di condividere una quantità ragionevole di vaccini con i Paesi in difficoltà, di eliminare le restrizioni all'esportazione - e in particolare lo facessero per le dosi destinate allo strumento COVAX" ha detto il presidente del Parlamento europeo. "È una questione di responsabilità e di convenienza, perché non vi è sicurezza per nessuno, se non mettiamo tutti in sicurezza. Queste decisioni di breve periodo sono fondamentali, ma sappiamo che occorre ragionare ora nel medio e lungo termine. Dobbiamo esplorare soluzioni coordinate in sede multilaterale che prevedano non solo la condivisione volontaria di licenze per la produzione - uno strumento efficace per rafforzare la produzione - ma anche forme obbligatorie di condivisione delle licenze nel quadro di una situazione di emergenza quale quella attuale", ha concluso Sassoli.
Oms: "La distribuzione non equa è un fallimento per l'intera umanità"
"Oggi nove persone al minuto muoiono a causa del covid. La disparità nella distribuzione dei vaccini nel mondo persiste, questo è un fallimento per l'intera umanità" ha detto il direttore generale dell'Oms, Tedros Ghebreyesus. "Il 90% dei vaccini al momento è nei Paesi del G20 - prosegue - non possiamo fermare la pandemia se tutti non hanno le armi per stopparla".
Onu: "Da Covax solo 65 milioni di dosi, colpa dei nazionalismi"
"Il G20 deve creare una task force con tutti gli stakeholder più importanti per affrontare la pandemia di Covid-19. Un'iniziativa, questa, che sono disposto a sostenere mobilitando l'intero sistema delle Nazioni Unite. E poi devono raddoppiare la produzione di vaccini sondando ogni opzione possibile e dare l'esempio finanziando integralmente l'iniziativa Covax. Siamo in guerra contro il virus, ma ancora non stiamo applicando la legge di guerra". Così il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. "A oggi- ha aggiunto- Covax avrebbe dovuto distribuire nel mondo 170 milioni di dosi ma grazie ad atteggiamenti nazionalisti, limitate capacità di produzione e scarsità di fondi siamo fermi a 65 milioni". "Temevo una riposta a due velocità a questa pandemia e questo è quello che è successo" ha detto Guterres, che ha detto di aver paura che "con l'inverno che avanza" nell'emisfero australe "il peggio della pandemia debba ancora arrivare".
Le posizioni in Europa
La Francia darà entro la fine del 2021 "almeno 30 milioni di dosi di vaccini" al programma Covax, il meccanismo globale per fornire vaccini ai Paesi poveri. Lo ha annunciato il presidente francese Emmanuel Macron in un video discorso.
E' importante che i vaccini anti-Covid vengano prodotti "in tutti i continenti, soprattutto in Africa" ha dichiarato nel suo intervento la cancelliera tedesca, Angela Merkel, sostenendo che al momento "solo l'1% dei vaccini è prodotto in Africa. Dobbiamo rafforzare la capacità di produzione nella regione". Sottolineando l'importanza che tutti abbiano accesso ai vaccini, Merkel ha espresso "personale supporto alla Carta di Roma" che traccia le indicazioni per essere "meglio preparati" alle eventuali emergenze del "futuro". Merkel ha quindi annunciato che la Germania "entro fine anno" condividerà con i Paesi più in difficoltà nella campagna vaccinale "30 milioni di dosi". La cancelliera ha poi evidenziato che "la chiave per il G20 in questo momento è aumentare le esportazioni di vaccini e costruire ed espandere la capacità di produzione". A questo proposito ha spiegato che l'Ue ha già esportato il 40% dei suoi vaccini.
"Mi duole riconoscere che, quasi 2.800 anni dopo, il mondo è stato altrettanto diviso quanto Achille e Agamennone. Ritengo che sia arrivato il momento di unirsi per sconfiggere la pandemia e prevenirne di nuove". Così il premier britannico, Boris Johnson, In qualità di presidente del G7, il Regno Unito ha chiesto al Wellcome Trust di collaborare con i partner internazionali per formulare una proposta di rete mondiale di centri di sorveglianza, una sorta di radar pandemico globale. Johnson ha ricordato che il Regno Unito ha "contribuito con con 800 milioni di sterline all'ACT-A e partecipiamo al programma Covax, condividendo i nostri vaccini in eccesso. D'altronde, come tutti sappiamo, nessuno è al sicuro finché non lo saremo tutti".
Gli Usa: "Non eravamo pronti alla pandemia, ora lavoriamo insieme per esserlo"
"Dobbiamo essere onesti su quello che dobbiamo fare, il mondo era pronto per il Covid 19" ha detto la vice presidente americana, Kamala Harris, sottolineando la necessità di creare "un nuovo meccanismo" comune di risposta alle pandemie, considerando "il bilancio della sanità" alla stregua di quello per la difesa nazionale, affrontando investimenti perché "il costo del fallimento sarebbe ancora più alto". Harris ha affermato poi che la "dichiarazione di Roma" in vista delle prossime riunioni del G7 e del G20 sono "l'opportunità di lavorare insieme per fare la cosa giusta", ribadendo l'impegno degli Stati Uniti di Joe Biden su questo fronte. A proposito dell'accesso ai vaccini, Harris ha ricordato come l'amministrazione Biden si sia impegnata a donare 80 milioni di dosi di vaccini ai Paesi che ne hanno bisogno.
Messico denuncia accaparramento mondiale da parte di un piccolo gruppo di Paesi
Il presidente messicano,Andrés Manuel López Obrador, ha denunciato un"accaparramento" di vaccini da parte di un piccolo gruppo di Paesi, "mentre la maggioranza delle Nazioni ne riceve quantità molto piccole". Intervenendo al Vertice, López Obrador ha citato "cifre ufficiali" secondo cui finora "sono state iniettate 1.556 milioni di dosi di vaccini, di cui il 96% è stato a disposizione di 50 Paesi, mentre 145 Nazioni ne hanno avute solo 67 milioni, ossia appena il 4% del totale". Il capo dello Stato messicano ha quindi manifestato il suo sostegno alla proposta del presidente Usa, Joe Biden, di "mettere a disposizione dei popoli e delle Nazioni del mondo i brevetti delle aziende farmaceutiche che producono i vaccini contro il Covid-19".
Xi: da Cina altri 3 miliardi di dollari ai Paesi in via di sviluppo
"La Cina fornirà altri 3 miliardi di dollari in aiuti per i prossimi 3 anni per sostenere la risposta al Covid e la ripresa economica nei Paesi in via di sviluppo".Lo ha annunciato il presidente cinese Xi Jinping, in collegamento con il Global Health Summit. "Abbiamo già fornito 300 milioni di dosi di vaccino al mondo e la Cina continuerà a farlo, al meglio delle sue capacità", ha aggiunto Xi.
Fmi propone piano da 50 miliardi per mettere fine alla pandemia
"Non ci può essere una fine della crisi economica senza una fine della crisi sanitaria. Mettere fine alla pandemia è un problema risolvibile ma richiede un'ulteriore azione globale coordinata". Lo afferma il direttore generale del Fmi, Kristalina Georgieva, proponendo un piano da 50 miliardi di dollari per mettere fine alla pandemia. "Il mondo non deve sperimentare il dolore di una altro balzo di casi di Covid. Con una forte azione globale ore e pochi finanziamenti rispetto ai benefici, possiamo uscire da questa crisi finanziaria".
Partecipano oltre 20 paesi e 12 organizzazioni internazionali
I lavori si svolgono in modalità virtuale. Al termine del Summit è prevista una conferenza stampa congiunta con il presidente Draghi e la presidente von der Leyen. Partecipano oltre 20 paesi, 12 organizzazioni internazionali e i principali attori globali nel settore della tutela della salute. Saranno circa 20 i capi di Stato e di governo collegati. La lingua ufficiale del summit è l'inglese. Dopo la cerimonia di accoglienza, i saluti di benvenuto da parte di Draghi e von der Leyen.