MONDO
L'agenzia Onu denuncia le conseguenze del conflitto
Gaza, l'allarme dell'Unicef: "Almeno 33 i bambini morti"
La Mezzaluna rossa palestinese lamenta la mancanza di carburante per le ambulanze. Una cooperante italiana: "Disastro umanitario"
La Mezzaluna rossa: “Serve benzina per autoambulanze”
Un appello a fermare le ostilità è arrivato anche dal Orab Fuqaha, responsabile dell'ufficio stampa della Mezzaluna rossa palestinese. La situazione è particolarmente difficile al confine tra Striscia di Gaza e Israele, dove per arrivare e poter evacuare i feriti è necessario coordinarsi con il Comitato internazionale della Croce Rossa.
Lo staff della Mezzaluna rossa palestinese a Gaza è composto da 500 persone tra dipendenti e volontari che lavorano sul campo. "La nostra responsabilità principale è fornire soccorso in situazioni d'emergenza in Palestina", afferma Fuqaha, la quale sottolinea che anche tra le fila dell'organizzazione si sono registrati dei feriti. "Tre ambulanze sono andate totalmente distrutte, ma il principale problema cui dobbiamo far fronte a Gaza è la mancanza di carburante. Le riserve di dispositivi medici a nostra disposizione sono sufficienti, in tempi normali, per tre mesi, ma in caso di crisi - conclude - bastano solo per un mese. Di conseguenza se l'offensiva israeliana dovesse durare ancora avremo dei problemi e per questo lanceremo un appello a mandare aiuti".
Una cooperante italiana: “Disastro umanitario”
Tante anche le testimonianze dei cooperanti che in queste ore lavorano nei territori della striscia di Gaza. Tra questi Meri Calvelli, che conosce la terra palestinese e i suoi 'dolori' da più di dieci anni, denuncia a voce alta come la Striscia di Gaza sia "luogo in cui viene sperimentata la punizione collettiva". La cooperante del Centro Italiano di Scambi Culturali di Gaza è stata nella scuola di Nasser Street a Gaza City e parla delle "difficoltà" di chi ha lasciato la propria casa dopo l'avvertimento israeliano, di chi invece "vuole restare" e della "macchina umanitaria che non si muove immediatamente, a parte l'azione di alcuni volontari, degli aiuti che ancora non arrivano in grande quantità". Dalla Striscia di Gaza di fatto la maggior parte dei palestinesi non può fuggire: l'Egitto apre il confine solo per i feriti gravi, per i casi umanitari; l'altra frontiera è con Israele.