MONDO
L'istituto di Washington: "Ad Atene servono 50 miliardi fino al 2018"
Grecia. Fmi: "Situazione peggiorata per le mancate riforme"
L'agenzia di rating Standard and Poor's, intanto, quantifica in 11 miliardi di euro il costo per maggiori interessi sul debito del nostro Paese, nel caso di default della Grecia. Il presidente dell'Eurogruppo Dijssembloem: "Difficile un nuovo accordo se vincono i no". Fmi: "Per Atene potrebbero servire altri 53 miliardi di Euro". Varoufakis: "Se vince il 'sì' mi dimetto". Tsipras su twitter: "L'austerità peggiora la crisi"
Atene
Atene è stata troppo lenta nel varare le riforme economiche necessarie. E questo ha comportato un ulteriore indebolimento delle sue finanze. Lo afferma in un rapporto sulla sostenibilità del debito greco il Fmi sottolineando come lo scorso anno si prevedeva un calo del debito al 128% del pil. Ma ora il debito - continua l'istituto di Washington - è tornato a viaggiare verso il 150% entro il 2020. Il Fondo monetario, di cui Atene è debitrice, sostiene poi che necessità di finanziamento complessive di Atene ammontano a 50 miliardi di euro fino al 2018, una cifra che di recente è aumentata a causa di "importanti mutamenti politici" ed è basata sulle previsioni di un Pil destinato a rimanere invariato nel 2015.
Secondo il Fondo, quindi, la Ue dovrebbe fornire alla Grecia nuovi prestiti per 36 miliardi di euro nei prossimi tre anni se al referendum prevarranno i 'si' alle proposte dei creditori. Tali finanziamenti, avverte l'istituto, dovrebbero essere erogati con termini "molto accondiscendenti". Perchè un'uscita della Grecia dall'Eurozona avrebbe delle ricadute forti per tutta l'Euozona, e per l'Italia potrebbe costare 11 miliardi di euro di maggiori oneri sul debito pubblico. Il nostro Paese, stima l'agenzia di rating Standard&Poor's, fronteggerebbe l'aumento "più grande in assoluto" all'interno dell'Eurozona, a cui l'addio di Atene potrebbe costare in tutto 30 miliardi nel periodo 2015-2016.
Gli effetti sull'Eurozona
Sempre secondo S&P, "gli effetti sulle economie dell'Eurozona si faranno sentire principalmente attraverso rendimenti più alti" da pagare sui titoli di Stato. Infatti, essendo la Grecia "una economia piccola e tradizionalmente più chiusa" di altri Paesi dell'Eurozona, "gli effetti diretti sugli scambi commerciali" sarebbero "limitati".
Intanto su twitter il premier greco Tsipras scrive che l'austerità non farà altro che peggiorare la crisi e che lavoratori e pensionati non possono più addossarsene il peso.
Varoufakis: "Se vince il sì mi dimetto". Dijssembloem: "Se il risultato sarà no, difficile trovare un nuovo accordo"
Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis lo dice chiaramente: "Se vince il sì, mi dimetto". Le sue parole fanno da eco anche a quelle del premier Alexis Tsipras: per il suo governo, dunque, la partita del 5 luglio è esiziale. E questo, mentre i sondaggi attestano in leggero vantaggio i sì al piano di ristrutturazione proposto dalla ex Trojka. Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijssembloem però avverte: "Se vinceranno i no sarà incredibilmente difficile trovare un nuovo salvataggio". Parlando al Parlamento olandese ha detto: "Se il risultato è 'no', come puoi accettare un programma?".
Varoufakis: "Voglio disperatamente restare nell'Euro"
Secondo Varoufakis, "la vittoria del “no darebbe il là a un nuovo round di trattative che potrebbero portare a un accordo anche nel giro di un’ora”. "Necessariamente l’eventuale nuova intesa dovrà includere la ristrutturazione del debito ellenico", sottolinea il ministro. Nonostante finora “la Grecia sia stata trattata come una colonia debitrice priva di diritti”, “vogliamo disperatamente restare nell’euro” chiosa Varoufakis. Il ministro ha poi precisato che le banche greche "apriranno regolarmente martedì" prossimo.
I sondaggi: leggero vantaggio per il sì
Secondo un nuovo studio della società Gpo il 47% degli intervistati è orientato a votare per l’accordo sulla base delle richieste dei creditori, mentre i favorevoli al no sono il 43%. Si tratta di un testa a testa, anche perché le interviste di mercoledì attestavano il sì al 37% e il no al 46%, con un’ampia fetta di indecisi (17%).
Il Presidente greco annulla visita a Berlino
Il presidente greco Prokopis Pavlopoulos ha annullato la sua visita di Stato al presidente Joachim Gauck. Lo ha scritto Spiegel on line. La visita era in programma per il prossimo martedì.
Hollande: "Il no ci porterebbe in un territorio sconosciuto"
Il presidente francese François Hollande dice "Se al referendum di domenica prossima in Grecia vince il fronte del "no", "entriamo in un territorio sconosciuto". Il numero uno dell'Eliseo ha rotto il fronte con la Germania di Angela Merkel e propende per un accordo con il goerno Tsipras.
Moody's taglia il rating L'agenzia Moody's taglia il rating della Grecia portandolo da Caa2 a Caa3, peggiorando cioè il livello fissato solo nello scorso aprile. Una mossa che gli analisti fanno "indipendentemente" dall'indizione del referendum di domenica, che rappresenta comunque un "rischio aggiuntivo" per i creditori privati. A pesare, comunque, è la distanza tra le richieste di Atene e la disponibilità delle istituzioni internazionali ad accogliere, per come si è mostrata chiaramente nell'ambito dei sette Eurogruppi convocati nelle ultime due settimane.
Secondo il Fondo, quindi, la Ue dovrebbe fornire alla Grecia nuovi prestiti per 36 miliardi di euro nei prossimi tre anni se al referendum prevarranno i 'si' alle proposte dei creditori. Tali finanziamenti, avverte l'istituto, dovrebbero essere erogati con termini "molto accondiscendenti". Perchè un'uscita della Grecia dall'Eurozona avrebbe delle ricadute forti per tutta l'Euozona, e per l'Italia potrebbe costare 11 miliardi di euro di maggiori oneri sul debito pubblico. Il nostro Paese, stima l'agenzia di rating Standard&Poor's, fronteggerebbe l'aumento "più grande in assoluto" all'interno dell'Eurozona, a cui l'addio di Atene potrebbe costare in tutto 30 miliardi nel periodo 2015-2016.
Gli effetti sull'Eurozona
Sempre secondo S&P, "gli effetti sulle economie dell'Eurozona si faranno sentire principalmente attraverso rendimenti più alti" da pagare sui titoli di Stato. Infatti, essendo la Grecia "una economia piccola e tradizionalmente più chiusa" di altri Paesi dell'Eurozona, "gli effetti diretti sugli scambi commerciali" sarebbero "limitati".
Intanto su twitter il premier greco Tsipras scrive che l'austerità non farà altro che peggiorare la crisi e che lavoratori e pensionati non possono più addossarsene il peso.
Austerity only serves to further the crisis. Workers and pensioners can no longer shoulder the burden. #Greece #Greferendum #dimopsifisma
— Alexis Tsipras (@tsipras_eu) 2 Luglio 2015
Varoufakis: "Se vince il sì mi dimetto". Dijssembloem: "Se il risultato sarà no, difficile trovare un nuovo accordo"
Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis lo dice chiaramente: "Se vince il sì, mi dimetto". Le sue parole fanno da eco anche a quelle del premier Alexis Tsipras: per il suo governo, dunque, la partita del 5 luglio è esiziale. E questo, mentre i sondaggi attestano in leggero vantaggio i sì al piano di ristrutturazione proposto dalla ex Trojka. Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijssembloem però avverte: "Se vinceranno i no sarà incredibilmente difficile trovare un nuovo salvataggio". Parlando al Parlamento olandese ha detto: "Se il risultato è 'no', come puoi accettare un programma?".
Varoufakis: "Voglio disperatamente restare nell'Euro"
Secondo Varoufakis, "la vittoria del “no darebbe il là a un nuovo round di trattative che potrebbero portare a un accordo anche nel giro di un’ora”. "Necessariamente l’eventuale nuova intesa dovrà includere la ristrutturazione del debito ellenico", sottolinea il ministro. Nonostante finora “la Grecia sia stata trattata come una colonia debitrice priva di diritti”, “vogliamo disperatamente restare nell’euro” chiosa Varoufakis. Il ministro ha poi precisato che le banche greche "apriranno regolarmente martedì" prossimo.
I sondaggi: leggero vantaggio per il sì
Secondo un nuovo studio della società Gpo il 47% degli intervistati è orientato a votare per l’accordo sulla base delle richieste dei creditori, mentre i favorevoli al no sono il 43%. Si tratta di un testa a testa, anche perché le interviste di mercoledì attestavano il sì al 37% e il no al 46%, con un’ampia fetta di indecisi (17%).
Il Presidente greco annulla visita a Berlino
Il presidente greco Prokopis Pavlopoulos ha annullato la sua visita di Stato al presidente Joachim Gauck. Lo ha scritto Spiegel on line. La visita era in programma per il prossimo martedì.
Hollande: "Il no ci porterebbe in un territorio sconosciuto"
Il presidente francese François Hollande dice "Se al referendum di domenica prossima in Grecia vince il fronte del "no", "entriamo in un territorio sconosciuto". Il numero uno dell'Eliseo ha rotto il fronte con la Germania di Angela Merkel e propende per un accordo con il goerno Tsipras.
Moody's taglia il rating L'agenzia Moody's taglia il rating della Grecia portandolo da Caa2 a Caa3, peggiorando cioè il livello fissato solo nello scorso aprile. Una mossa che gli analisti fanno "indipendentemente" dall'indizione del referendum di domenica, che rappresenta comunque un "rischio aggiuntivo" per i creditori privati. A pesare, comunque, è la distanza tra le richieste di Atene e la disponibilità delle istituzioni internazionali ad accogliere, per come si è mostrata chiaramente nell'ambito dei sette Eurogruppi convocati nelle ultime due settimane.