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MONDO

La decisione

Grecia, il Consiglio di Stato: "Il referendum si farà"

Respinto il ricorso contro il referendum voluto da Atene sull'ultima proposta dei creditori. Il primo ministro Tsipras fa l'ultimo appello per un "no" contro "ricatti e ultimatum" e garantisce: "Nessuno ci manda via dall'Europa". Varoufakis: "Accordo in vista anche se vince il no". Dijsselbloem: "Una bugia". Il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble: "Nelle ultime settimane situazione drammaticamente peggiorata" 

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Il Consiglio di Stato greco ha respinto il ricorso presentato contro il referendum voluto da Atene sul piano dei creditori. Il voto dunque si terrà domenica come programmato.

L'appello di Tsipras
Una notizia che arriva in un'altra giornata "calda" sulla vicenda greca. Il premier Alexis Tsipras è tornato a lanciare un appello in tv: “Dite no a ricatti e ultimatum. Votare no al referendum non significa andar via dall’Europa, ma volere un accordo migliore per il futuro”, ha detto.  “Vi chiedo di dire no alla discordia, a quelli che cercano di spargere il panico”, ha affermato.

Il taglio del debito
Secondo Tsipras, l'unico modo per rendere sostenibile il debito greco è un taglio del 30% e un periodo di grazia di vent'anni. Il premier ha anche aggiunto: "il rapporto del Fondo Monetario Internazionale giustifica la nostra scelta di non accettare un accordo che ignora il tema fondamentale del debito".

Grande equilibrio
Quello di Tsipras è un tentativo di spostare l’ago della bilancia in una situazione molto incerta. Un sondaggio commissionato da Bloomberg all'Istituto di ricerca dell'Università di Macedonia sull'ultima proposta di aiuti avanzata dall'Eurogruppo alla Grecia segnala un testa a testa tra i sì e i no. Il 43% degli intervistati sarebbe intenzionato a votare contro la proposta dei creditori mentre il sì sarebbe al 42,5%. Il 14,5% sarebbe indeciso. Maggioranza schiacciante invece alla domanda sulla permanenza nell'euro. L'81% del campione vuole rimanere nell'area euro e solo il 12% è favorevole a tornare a una valuta nazionale.

Doppia manfiestazione ad Atene
Pur assicurando di essere pronto a riprendere il negoziato già da lunedì prossimo, Tsipras ha fatto sapere che interverrà al raduno dei sostenitori della linea dura e quindi del "no" in piazza Syntagma questa sera. Contemporaneamente, alle 19.30, nello stadio si riuniranno i sostenitori di un compromesso e non è esclusa la partecipazione dell'ex premier Antonis Samaras, che nel frattempo, in un intevento tv, ha dichiarato: "il sì è un voto per restare nell'euro". Samaras ha ripetuto che il premier Alexis Tsipras non ha voluto ammettere "di essere stato lui a decidere la chiusura della banche" e ha parlato di "scelte antieuropee" del governo, pagate ora dai greci. 

Botta e risposta Varoufakis-Dijsselbloem
Dall’estero continuano intanto ad arrivare attacchi e segnali preoccupanti per Atene. Al ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, secondo il quale "un accordo è in vista" anche con la vittoria del no al referendum, ha replicato il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, per il quale l'affermazione "è completamete falsa". Secondo il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, “anche nel caso" in cui il risultato del referendum greco "sarà sì, il negoziato sarà difficile. Se voteranno no la posizione greca sarà drammaticamente indebolita”. Critico anche il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, per il quale "nelle ultime settimane la situazione in Grecia è drammaticamente peggiorata".

Il fondo salva-Stati: mancato pagamento Fmi atto di default
ll tempo stringe. Per il fondo salva-Stati europeo Efsf, il mancato pagamento della Grecia della rata del Fmi è un "evento di default". Il suo board dei governatori ha comunque deciso di aspettare e "non richiedere" ad Atene il "pagamento immediato dei prestiti concessi né di usare il suo diritto ad agire", cioè di non usare alcuna delle opzioni a disposizione. "Il fondo Efsf è il più grande creditore della Grecia, questo default è causa di profonda preoccupazione - ha dichiarato il direttore Klaus Regling - Rompe l'impegno greco ad onorare i suoi obblighi finanziari verso tutti i suoi creditori e apre la porta a severe conseguenze per l'economia e il popolo greci".

Le banche: fino a lunedì liquidità di 1 miliardo di euro
Quanto alle banche greche, fino a lunedì hanno una liquidità disponibile di 1 miliardo di euro. Lo ha annunciato il numero uno dell'associazione delle banche greche, spiegando che dopo la giornata di lunedì tutto dipenderà dalla Banca Centrale Europea.

Carne e medicine scarseggiano 
Carne e medicine cominciano a scarseggiare nelle isole greche perché i commercianti locali non hanno più soldi per pagare i fornitori stranieri; e dunque cominciano i primi problemi per i turisti che, sfidando il rischio default, hanno deciso di avventurarsi comunque nei mari ellenici.  
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