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MONDO

Nel quarto giorno in Messico il Pontefice incontra i giovani a Morelia

Il Papa ai giovani messicani: " Non lasciate vostra vita in mano ai narcos"

 "Uno dei tesori più grandi di questa terra messicana sono i suoi giovani", così il Papa agli oltre 100 mila giovani accorsi allo stadio Josè Maria Morelos y Pavon. La parola di speranza si chiama Gesù: "Mai ci inviterebbe ad essere sicari, ma ci chiama discepoli" 

Papa Francesco nello stadio Josè Maria Morelos y Pavon di Morelia in Messico
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Roma "Uno dei tesori più grandi di questa terra messicana ha il volto giovane, sono i suoi giovani. Sì, siete voi la ricchezza di questa terra. E non ho detto la speranza di questa terra, ho detto: la ricchezza". Così papa Francesco nell'incontro con i giovani a Morelia, in Messico.

Erano oltre centomila i ragazzi presenti all'evento. Più di cinquantamila hanno assistito dai parcheggi esterni attraverso i maxi-schermi e altrettanti erano all'interno dello stadio "Josè Maria Morelos y Pavon" di Morelia.

"La principale minaccia alla speranza - ha poi proseguito il Papa - è farti credere che cominci a valere quando ti mascheri di vestiti, marche, dell'ultimo grido della moda, o quando diventi prestigioso, importante perché hai denaro, ma in fondo il tuo cuore non crede che tu sia degno di affetto, degno di amore. La principale minaccia - ha aggiunto - è quando uno sente che i soldi gli servono per comprare tutto, compreso l'affetto degli altri. La principale minaccia è credere che perché hai una bella macchina sei felice".

Come si può sperare se "ci troviamo esposti continuamente alla perdita di amici e di familiari nelle mani del narcotraffico, delle droghe, di organizzazioni criminali che seminano il terrore?". Il Papa ha fatto allusione alla tragedia del rapimento e uccisione ndei 43 studenti l'anno scorso. "E' difficile - ha poi aggiunto - sentirsi la ricchezza di una nazione quando non si hanno opportunità di lavoro dignitoso, possibilità di studio e di preparazione, quando non si vedono riconosciuti i diritti e questo finisce per spingere a situazioni limite. E' difficile sentirsi la ricchezza di un luogo quando, per il fatto che sono giovani, li si utilizza per scopi meschini seducendoli con promesse che alla fine nono sono tali".

"Mi avete chiesto una parola di speranza: quella che ho da darvi si chiama Gesù Cristo", ha detto Francesco. "Da parte di Gesù - ha aggiunto - vi chiedo di non lasciarvi escludere, non lasciarvi disprezzare, non lasciarvi trattare come merce". Perché, continua il Pontefice,"Gesù mai ci inviterebbe ad essere sicari, ma ci chiama discepoli. Egli mai ci manderebbe a morire, ma tutto in Lui è invito alla vita. Una vita in famiglia, una vita in comunità; una famiglia e una comunità a favore della società".

Un'altra giornata intensa per Papa Francesco in Messico. Dopo il pranzo all'Arcivescovado di Morelia, si è recato alla cattedrale della città, di epoca sei-settecentesca. Nella sagrestia gli sono stati presentati 14 rettori di Università messicane e sei leader di altre confessioni cristiane. All'interno della cattedrale lo hanno atteso alcune centinaia di bambini del catechismo. Con loro anche la bambina miracolata dal beato Josè Sanchez Del Rio, un ragazzo di 15 anni ucciso nella persecuzione dei "cristeros" degli anni '20 che sarà presto canonizzato a Roma essendo stato già approvato il miracolo.

Poi, con l'auto scoperta ha percorso 21 km sulla 'jeep' aperta, lungo strade di Morelia invase da decine di migliaia di persone che lo attendevano per acclamarlo, per raggiungere lo stadio "Josè Maria Morelos y Pavon" per l'incontro con i giovani. 

 
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