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MONDO

A Bruxelles

Il vertice Ue sui migranti: i chiaroscuri di un accordo al ribasso

I ventotto hanno approvato nella notte la ridistribuzione in due anni, senza obbligatorietà, di 40 mila richiedenti asilo ospitati in Italia e Spagna. Lite al Consiglio tra i Paesi. Renzi furioso con il blocco dell'Est richiama gli ideali dell'Unione

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di Silvia Balducci Un primo passo, così Renzi ha definito i risultati del vertice europeo. Ma i toni che usa in conferenza stampa quando poco dopo le 3 lascia il Consiglio non nascondono il disappunto e l'irritazione. Sì perché quello raggiunto è un compromesso amaro, difficile rivenderlo anche a casa come una vittoria. Tutto si è giocato sugli aggettivi obbligatorietà/ volontarietà dietro i quali si nasconde il reale impegno degli Stati sulla ripartizione dei migranti. La soluzione alla fine è stata un escamotage letterario: semplicemente omettere ogni aggettivo.

A Bruxelles comunque è stata scritta una pagina nera di storia europea: perchè mai prima si era arrivati ad uno scontro aperto tra i leader. Renzi, furioso, si è richiamato agli ideali fondativi dell'Unione, ha rivendicato il ruolo dell'Italia nella costruzione del percorso di integrazione. È stato durissimo contro il blocco dell'Est guidato da Polonia, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. La drammaticità del negoziato è stata confermata da un diplomatico di lungo corso che ha descritto lo spirito del vertice come "uno dei peggiori che si siano vissuti da decenni".



Alla fine i ventotto hanno approvato la redistribuzione dei 40 mila richiedenti asilo: 24 mila quelli sbarcati in Italia, 16 mila in Grecia. I ministri degli Interni a luglio decideranno a maggioranza qualificata la ripartizione, ma le quote per paese saranno riscritte da Commissione e presidenza del Consiglio Ue e verranno adottate per consenso. I paesi contrari hanno ottenuto che nel testo non si parlasse esplicitamente di meccanismo "obbligatorio" (ma nel testo non comparirà neanche l'aggettivo "volontario"). 

Numeri che non risolvono, ovviamente, l'emergenza. Da inizio anno in Italia sono sbarcati oltre 50 mila richiedenti asilo. Ogni giorno d'estate ne arrivano quasi mille sulle coste siciliane. Il presidente del Consiglio è consapevole che la questione è urgente e che le ripercussioni a livello nazionale sono notevoli. La grana per il governo è anche il compromesso con le Regioni, Veneto, Lombardia ma anche Liguria, che si rifiutano di accogliere migranti. "I prefetti devono ribellarsi, rispettare le istanze dei territori, rappresentare, nel mio caso, i veneti fino in fondo e non rispondere più al telefono al governo" ha detto il governatore Luca Zaia arrivando ieri a Roma per l'incontro con l'esecutivo.



Il problema però è anche di consenso interno. Da un sondaggio realizzato da Ipsos PA per RaiNews emerge che solo il 16 per cento degli italiani è favorevole ad accogliere richiedenti asilo. Interviste realizzate su un campione di 997 persone tra il 23 e il 24 giugno, insomma in piena emergenza. In molti considerano l'immigrazione "una seria minaccia alla sicurezza" e che "possa essere connessa al terrorismo". La maggior parte vuole frenare il fenomeno e ha scelto le due opzioni più radicali: attuare respingimenti o opzioni di tipo militare.
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