MONDO
Crisi ucraina
Scambio di accuse tra Russia e Ucraina. Intanto il vicepresidente Usa Joe Biden arriva a Kiev
Il ministro degli Esteri russo accusa Kiev di "violare grossolanamente" l'intesa di Ginevra. La replica del suo omologo ucraino: "Sorpresi dalle accuse di Mosca". Intanto il vicepresidente Usa, Biden, è arrivato in Ucraina
Kiev
Il vicepresidente degli Usa Joe Biden è arrivato a Kiev dove incontrerà il premier Arseniy Yatsenyuk e il presidente ad interim Oleksandr Turchynov, oltre a una delegazione della Rada, il Parlamento di Kiev. I colloqui saranno centrati sugli sforzi della comunità internazionale per contribuire alla stabilizzazione e al rafforzamento dell'economia ucraina e per aiutare il Paese a procedere sulla strada di riforma costituzionale, decentralizzazione, lotta alla corruzione e organizzazione delle elezioni presidenziali il 25 maggio. Ma i contatti di Washington non si limitano all'Ucraina tanto che ci sarebbe stata una telefonata tra il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e il segretario di Stato Usa John Kerry, in cui il politico russo avrebbe detto che gli impegni di Ginevra dipendono da Kiev, che deve essere influenzata per prevenire lo spargimento di sangue.
Le accuse della Russia a Kiev
Biden arriva a Kiev nel giorno in cui il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha attaccato duramente Kiev per aver "violato l’accordo di Ginevra", firmato il 17 aprile scorso da Russia, Usa, Ue e Ucraina e finalizzato ad attenuare la crisi nel Paese. “Gli accordi di Ginevra non specificano l'arco temporale ma le misure devono essere prese urgentemente" ha osservato. Lavrov ha poi dichiarato che Mosca metterà fine a qualsiasi tentativo di scatenare una guerra civile in Ucraina e ha definito la sparatoria di Pasqua vicino alla città di Sloviansk "oltre ogni limite". Ieri un checkpoint presidiato da separatisti filorussi, vicino alla città ucraina di Slaviansk, è stato attaccato. Quattro le vittime, tra cui 3 filorussi. A poche ore dall’attacco i separatisti hanno dichiarato il coprifuoco.
Kiev: sorpresi dalle accuse di Mosca
Il ministro degli Esteri ucraino Andriy Deshchytsya si è detto "sorpreso" dalle accuse lanciate stamani dal suo omologo russo. Lavrov, ha detto Deshchytsya secondo quanto riportato dall'agenzia Unian, "non è a conoscenza di quanto viene fatto in Ucraina riguardo agli accordi di Ginevra". Il governo di Kiev, ha aggiunto, si sta consultando regolarmente con i firmatari dell'accordo per trovare "il modo di far scendere la tensione nell'est dell'Ucraina".
I "governatori" filorussi
A Kharkiv, città dell'Ucraina orientale, i filorussi hanno "eletto" un loro "governatore
popolare". Si tratta di Volodimir Varshavski, scelto per alzata di mano durante una manifestazione pro-Mosca a cui - secondo i media di Kiev - avrebbero partecipato "diverse centinaia di persone". Un altro "governatore popolare" filorusso era stato eletto poche ore prima a Lugansk, una regione confinante con la Russia.
Dal Cremlino la legge per ottenere più facilmente la cittadinanza russa
Intanto arriva una mossa del Cremlino. Il presidente russo Vladimir Putin ha promulgato la legge che rende più facile e veloce ottenere la cittadinanza per i madrelingua russi i cui ascendenti diretti vivono o abbiano vissuto in Russia o in un territorio che faceva parte dell'impero russo o dell'Urss. La legge riduce i tempi e le difficoltà dell'iter, stabilendo che ogni richiesta deve essere valutata entro tre mesi.
Putin firma decreto riabilitazione dei tatari in Crimea
Ma non è l’unica novità che arriva dal Cremlino. Il presidente Putin ha annunciato inoltre di aver firmato un decreto per la riabilitazione dei tatari di Crimea e di altre minoranze della penisola come tedeschi, armeni e greci, dopo le deportazioni volute da Stalin al termine della Seconda guerra mondiale. I tatari di Crimea sono una minoranza musulmana (12% della popolazione) della penisola da poco passata sotto il controllo di Mosca, e in gran parte hanno boicottato il referendum per l'annessione alla Russia di marzo. Ora intendono avere un territorio autonomo in Crimea, anche se non sono chiari tempi e modalità. Secondo il leader del Cremlino, "nel decreto ci sono delle misure sociali ed economiche riguardanti i territori in cui vivono questi popoli".
Leader della comunità tartara: “Ad essere riabilitata dovrebbe essere la Russia per i crimini commessi contro i tartari di Crimea”
Non si fa attendere la replica di uno dei leader della comunità tartare in Ucraina, Mustafa Dzhemilev: "La Russia flirta con i tatari di Crimea, nel tentativo di conquistare il loro sostegno all'annessione”. Dzhemilev si è inoltre detto convinto che a essere riabilitata dovrebbe essere prima la Russia "per i crimini" commessi contro i tatari di Crimea.
Crimea: attaccato l'organo di rappresentanza della minoranza tartara
Mentre il Cremlino annunciava la firma del decreto, la sede del Majlis, l'organo di rappresentanza ufficiale dei tatari di Crimea, a Simferopoli, è stata attaccata da un gruppo di uomini in mimetica che hanno fatto irruzione nell'edificio per togliere la bandiera ucraina che sventolava all'esterno. Secondo il sito Newsru.ru, il Majlis ha deciso ora di tenere esposto solo il simbolo dei tatari di Crimea. Il gesto dei Majlis è stato fortemente criticato dal presidente ad interim della Crimea, Serghei Aksenev, che ha parlato di "incitamento all'odio etnico". "Se il Majlis continuerà a provocare - ha scritto il politico filorusso su Twitter - bisognerà riconoscere che si tratta di un gruppo estremista". Aksenev ha invitato i tatari di Crimea ad andarsene se non gradiscono la recente "riunificazione" con la Russia.
L’ex presidente Yanukovich chiede a Kiev di ritirare truppe dall’est
E intanto torna a parlare il deposto presidente ucraino Viktor Yanukovich che ha chiesto alle nuove autorità di Kiev di "ritirare immediatamente tutte le loro forze armate" dalle regioni sud-orientali dell'Ucraina, dove insorti filorussi controllano edifici amministrativi in una decina di città, per evitare "un bagno di sangue". Lo riferiscono le agenzie russe. Yanukovich, fuggito in Russia dopo la rivolta del Maidan, ha appoggiato l'idea - caldeggiata anche da Mosca - di indire un referendum regionale per trasformare l'Ucraina in stato federale.
Le accuse della Russia a Kiev
Biden arriva a Kiev nel giorno in cui il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha attaccato duramente Kiev per aver "violato l’accordo di Ginevra", firmato il 17 aprile scorso da Russia, Usa, Ue e Ucraina e finalizzato ad attenuare la crisi nel Paese. “Gli accordi di Ginevra non specificano l'arco temporale ma le misure devono essere prese urgentemente" ha osservato. Lavrov ha poi dichiarato che Mosca metterà fine a qualsiasi tentativo di scatenare una guerra civile in Ucraina e ha definito la sparatoria di Pasqua vicino alla città di Sloviansk "oltre ogni limite". Ieri un checkpoint presidiato da separatisti filorussi, vicino alla città ucraina di Slaviansk, è stato attaccato. Quattro le vittime, tra cui 3 filorussi. A poche ore dall’attacco i separatisti hanno dichiarato il coprifuoco.
Kiev: sorpresi dalle accuse di Mosca
Il ministro degli Esteri ucraino Andriy Deshchytsya si è detto "sorpreso" dalle accuse lanciate stamani dal suo omologo russo. Lavrov, ha detto Deshchytsya secondo quanto riportato dall'agenzia Unian, "non è a conoscenza di quanto viene fatto in Ucraina riguardo agli accordi di Ginevra". Il governo di Kiev, ha aggiunto, si sta consultando regolarmente con i firmatari dell'accordo per trovare "il modo di far scendere la tensione nell'est dell'Ucraina".
I "governatori" filorussi
A Kharkiv, città dell'Ucraina orientale, i filorussi hanno "eletto" un loro "governatore
popolare". Si tratta di Volodimir Varshavski, scelto per alzata di mano durante una manifestazione pro-Mosca a cui - secondo i media di Kiev - avrebbero partecipato "diverse centinaia di persone". Un altro "governatore popolare" filorusso era stato eletto poche ore prima a Lugansk, una regione confinante con la Russia.
Dal Cremlino la legge per ottenere più facilmente la cittadinanza russa
Intanto arriva una mossa del Cremlino. Il presidente russo Vladimir Putin ha promulgato la legge che rende più facile e veloce ottenere la cittadinanza per i madrelingua russi i cui ascendenti diretti vivono o abbiano vissuto in Russia o in un territorio che faceva parte dell'impero russo o dell'Urss. La legge riduce i tempi e le difficoltà dell'iter, stabilendo che ogni richiesta deve essere valutata entro tre mesi.
Putin firma decreto riabilitazione dei tatari in Crimea
Ma non è l’unica novità che arriva dal Cremlino. Il presidente Putin ha annunciato inoltre di aver firmato un decreto per la riabilitazione dei tatari di Crimea e di altre minoranze della penisola come tedeschi, armeni e greci, dopo le deportazioni volute da Stalin al termine della Seconda guerra mondiale. I tatari di Crimea sono una minoranza musulmana (12% della popolazione) della penisola da poco passata sotto il controllo di Mosca, e in gran parte hanno boicottato il referendum per l'annessione alla Russia di marzo. Ora intendono avere un territorio autonomo in Crimea, anche se non sono chiari tempi e modalità. Secondo il leader del Cremlino, "nel decreto ci sono delle misure sociali ed economiche riguardanti i territori in cui vivono questi popoli".
Leader della comunità tartara: “Ad essere riabilitata dovrebbe essere la Russia per i crimini commessi contro i tartari di Crimea”
Non si fa attendere la replica di uno dei leader della comunità tartare in Ucraina, Mustafa Dzhemilev: "La Russia flirta con i tatari di Crimea, nel tentativo di conquistare il loro sostegno all'annessione”. Dzhemilev si è inoltre detto convinto che a essere riabilitata dovrebbe essere prima la Russia "per i crimini" commessi contro i tatari di Crimea.
Crimea: attaccato l'organo di rappresentanza della minoranza tartara
Mentre il Cremlino annunciava la firma del decreto, la sede del Majlis, l'organo di rappresentanza ufficiale dei tatari di Crimea, a Simferopoli, è stata attaccata da un gruppo di uomini in mimetica che hanno fatto irruzione nell'edificio per togliere la bandiera ucraina che sventolava all'esterno. Secondo il sito Newsru.ru, il Majlis ha deciso ora di tenere esposto solo il simbolo dei tatari di Crimea. Il gesto dei Majlis è stato fortemente criticato dal presidente ad interim della Crimea, Serghei Aksenev, che ha parlato di "incitamento all'odio etnico". "Se il Majlis continuerà a provocare - ha scritto il politico filorusso su Twitter - bisognerà riconoscere che si tratta di un gruppo estremista". Aksenev ha invitato i tatari di Crimea ad andarsene se non gradiscono la recente "riunificazione" con la Russia.
L’ex presidente Yanukovich chiede a Kiev di ritirare truppe dall’est
E intanto torna a parlare il deposto presidente ucraino Viktor Yanukovich che ha chiesto alle nuove autorità di Kiev di "ritirare immediatamente tutte le loro forze armate" dalle regioni sud-orientali dell'Ucraina, dove insorti filorussi controllano edifici amministrativi in una decina di città, per evitare "un bagno di sangue". Lo riferiscono le agenzie russe. Yanukovich, fuggito in Russia dopo la rivolta del Maidan, ha appoggiato l'idea - caldeggiata anche da Mosca - di indire un referendum regionale per trasformare l'Ucraina in stato federale.