MONDO
Il premier in missione nel Kurdistan iracheno
Iraq, visita lampo di Renzi a Baghdad ed Erbil. Parlamento decide per l'invio di armi ai curdi
Nell'agenda del presidente del Consiglio c'è l'incontro con il premier uscente Nouri al Maliki e il premier incaricato Haider al Abbadi
La visita a Bagdad e Erbil sarà in qualità di presidente di turno del semestre europeo oltre che di premier italiano. E della nuova crisi irachena il premier ha fatto il punto anche con l'amministrazione americana attraverso l'ultima conversazione telefonica avuta con Barack Obama. Renzi chiude così i tre giorni di vacanza con la famiglia a Forte dei Marmi, ignorando anche le accuse di Grillo sui costi elevati dell'albergo. E si prepara a tornare in campo sia sul fronte interno che estero.
L'Italia ha deciso davanti alla violenza scatenata dagli jihadisti dell'Isis di fare la sua parte ma ancora di più uno degli obiettivi della presidenza italiana in Ue è far sì che l'Europa parli con una voce sola anche in politica estera. "L'Europa - è la convinzione di Renzi - non è solo Maastricht e spread, i nostri aiuti umanitari sono lì, sempre più i confini dell'Europa (la Libia, l'Ucraina, il Mediterraneo, il Medio Oriente e l'Iraq) sono questione centrale per l'Europa".
A Bagdad il presidente del Consiglio avrà un incontro bilaterale con il presidente iracheno Fuad Masuum, con il premier incaricato di formare il nuovo governo Haidar Al Abadi e con il premier uscente Nuri Al Maliki. Ad Erbil Renzi dovrebbe incontrare il presidente del governo regionale del Kurdistan iracheno Masud Barzani e visitare un campo profughi. Già in serata, anche per il divieto di sorvolo sull'Iraq dopo le 23, Renzi tornerà a Roma. E da giovedì vuole chiudere il trittico di riforme giustizia civile-Sblocca Italia e scuola in programma per il Consiglio dei ministri del 29, più volte detto di svolta per la politica del governo. "L'unico piano non segreto", replica stizzito su Twitter Renzi davanti alle ricostruzioni giornalistiche sulla presunta trattativa con Bruxelles per una maggiore flessibilità dei parametri di rientro dal debito.