MONDO
Il giornalista Goto e il pilota giordano al-Kassasbeh
Isis, Tokyo ammette: "I negoziati per il rilascio dei due ostaggi sono a un punto morto"
Dopo le minacce di morte e l'ultimatum scaduto è silenzio sulla sorte degli ostaggi; il governo giapponese: "In attesa di nuove informazioni, concentrati in ogni sforzo". Amman: nessuno scambio, non abbiamo prove che il pilota giordano sia ancora vivo
Roma
I negoziati per salvare la vita al giornalista Kenji Goto e al pilota giordano Maaz al-Kassasbeh, tenuti in ostaggio dai miliziani jihadisti dell'Isis, sono "ad un punto morto". È la triste ammissione di Tokyo, un consigliere del premier Shinzo Abe, Hiroshige Seko, ha confermato però che il governo è in attesa di nuove informazioni.
"Resteremo vigili e continueremo ad analizzare e ad esaminare le informazioni mentre il governo è impegnato in una serie di sforzi concertati", ha riferito il viceministro degli Esteri, Yasuhide Nakayama,che guida la task force giapponese che segue i negoziati.
Silenzio sulla sorte degli ostaggi
Dopo le minacce di morte e l'ultimatum scaduto senza che nessuno scambio avvenisse, regna il silenzio- da parte dei jihadisti - sulla sorte dei due ostaggi. Ieri Shinzo Abe ha ripetuto in Parlamento che "tutti gli sforzi sono stati fatti per la liberazione" del giornalista Kenji Goto. In particolare spingendo per la collaborazione della Giordania, alla quale lo Stato islamico ha chiesto il rilascio di una terrorista irachena condannata a morte, Sajidah Rishawi. Ma Amman ribadisce di non avere ancora ricevuto dai jihadisti la prova che il suo pilota, Muath al Kaseasbeh, abbattuto sui cieli siriani il mese scorso e catturato dall'Isis, sia ancora in vita. Una condizione necessaria per acconsentire allo scambio e i negoziati sono così falliti.
I video con gli appelli
Kenji Goto era stato mostrato per la prima volta il 19 gennaio in un video dell'Isis insieme ad un altro ostaggio giapponese, il contractor militare Haruna Yukawa. Per la loro liberazione i jihadisti chiedevano al Giappone il pagamento di un riscatto di 200 milioni di dollari. Successivamente, dopo avere annunciato di avere ucciso Yukawa, i miliziani dell'Isis hanno cambiato le loro condizioni, chiedendo il rilascio della
terrorista detenuta ad Amman e inserendo nella drammatica partita anche il pilota giordano. In un messaggio apparentemente letto da Goto, veniva dato tempo fino al tramonto di giovedi 29 gennaio alle autorità giordane per consegnare la Rishawi al confine tra Turchia e Siria, minacciando in caso contrario di uccidere "immediatamente" Al Kaseasbeh.
Il rapimento del pilota giordano
Al Kaseasbeh, pilota di un F-16 abbattuto a Raqqah, partecipava ai raid aerei della Coalizione internazionale a guida americana contro l'Isis in Siria. Una politica osteggiata da vasti settori dell'opinione pubblica in Giordania e proprio a causa della pressione popolare il governo di Amman cerca di scendere a patti con i jihadisti, dicendosi pronto appunto a liberare la Rishawi nonostante la donna facesse parte del commando che nel 2005 si rese responsabile di tre attentati in grandi alberghi della capitale giordana che provocarono una sessantina di morti.
"Resteremo vigili e continueremo ad analizzare e ad esaminare le informazioni mentre il governo è impegnato in una serie di sforzi concertati", ha riferito il viceministro degli Esteri, Yasuhide Nakayama,che guida la task force giapponese che segue i negoziati.
Silenzio sulla sorte degli ostaggi
Dopo le minacce di morte e l'ultimatum scaduto senza che nessuno scambio avvenisse, regna il silenzio- da parte dei jihadisti - sulla sorte dei due ostaggi. Ieri Shinzo Abe ha ripetuto in Parlamento che "tutti gli sforzi sono stati fatti per la liberazione" del giornalista Kenji Goto. In particolare spingendo per la collaborazione della Giordania, alla quale lo Stato islamico ha chiesto il rilascio di una terrorista irachena condannata a morte, Sajidah Rishawi. Ma Amman ribadisce di non avere ancora ricevuto dai jihadisti la prova che il suo pilota, Muath al Kaseasbeh, abbattuto sui cieli siriani il mese scorso e catturato dall'Isis, sia ancora in vita. Una condizione necessaria per acconsentire allo scambio e i negoziati sono così falliti.
I video con gli appelli
Kenji Goto era stato mostrato per la prima volta il 19 gennaio in un video dell'Isis insieme ad un altro ostaggio giapponese, il contractor militare Haruna Yukawa. Per la loro liberazione i jihadisti chiedevano al Giappone il pagamento di un riscatto di 200 milioni di dollari. Successivamente, dopo avere annunciato di avere ucciso Yukawa, i miliziani dell'Isis hanno cambiato le loro condizioni, chiedendo il rilascio della
terrorista detenuta ad Amman e inserendo nella drammatica partita anche il pilota giordano. In un messaggio apparentemente letto da Goto, veniva dato tempo fino al tramonto di giovedi 29 gennaio alle autorità giordane per consegnare la Rishawi al confine tra Turchia e Siria, minacciando in caso contrario di uccidere "immediatamente" Al Kaseasbeh.
Il rapimento del pilota giordano
Al Kaseasbeh, pilota di un F-16 abbattuto a Raqqah, partecipava ai raid aerei della Coalizione internazionale a guida americana contro l'Isis in Siria. Una politica osteggiata da vasti settori dell'opinione pubblica in Giordania e proprio a causa della pressione popolare il governo di Amman cerca di scendere a patti con i jihadisti, dicendosi pronto appunto a liberare la Rishawi nonostante la donna facesse parte del commando che nel 2005 si rese responsabile di tre attentati in grandi alberghi della capitale giordana che provocarono una sessantina di morti.