Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Isis-in-Iraq-cominciata-offensiva-per-liberare-Ramadi-4bd40ebc-f9d0-4646-b42c-07b6de75ed88.html | rainews/live/ | true
MONDO

Guerra al terrore

Isis, in Iraq cominciata l'offensiva per liberare Ramadi, capoluogo della provincia di al Anbar

Nel 2015 lo Stato Islamico ha perso il 14% del suo territorio, afferma un centro internazionale di monitoraggio dei conflitti

Condividi
E' scattato l'attacco finale dell'esercito iracheno a Ramadi per riconquistare la città della provincia settentrionale di Anbar. "Stiamo avanzando verso il centro di Ramadi da più lati e abbiamo cominciato a riprendere alcune aree residenziali: la città sarà ripulita dai jihadisti nel giro di 72 ore", hanno riferito fonti militari locali mentre la rappresaglia dei jihadisti sembra adesso indirizzarsi con maggior ferocia sui civili: almeno 9 studentesse sono morte e altre 9 persone sono rimaste ferite, in gran parte minorenni, in un attacco a una scuola nel nord-est della Siria. La scuola colpita, riferisce l'Osservatorio siriano dei diritti umani, si trova nel distretto di Harabesh, nella provincia di Deier el-Zor, controllato dalle forze del regime siriano.    

L'offensiva su Ramadi era stata annunciata nei giorni scorsi con alcuni volantini lanciati sulla città in cui si chiedeva alla popolazione di lasciare la zona. In molti sono riusciti a fuggire, ma altri sono stati bloccati dai jihadisti dello Stato Islamico, che non vogliono perdere i loro "scudi umani". Nelle ultime ore, le forze militari e paramilitari irachene hanno liberato circa il 50 per cento dell'area di Albu Ziyab. Le manovre di terra sono supportate dalla componente aerea locale e internazionale, che effettua bombardamenti mirati per indebolire le postazioni nemiche. 

Intanto il presidente russo, Vladimir Putin, e il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, hanno concordato di coordinare gli sforzi dei rispettivi Paesi nella lotta contro il terrorismo in Medio Oriente. Lo ha riferito il Cremlino, spiegando che i due leader si sono sentiti oggi per telefono e hanno discusso della crisi in Siria.

Nel 2015 perso il 14% del territorio
Dall'inzio del 2015, lo Stato Islamico (Isis) ha perso 12.800 dei 78.000 chilometri quadrati che controllava; una perdita netta pari al 14%. E' la stima fatta da una ricerca condotta da un team della IHS, un centro internazionale di monitoraggio dei conflitti. Secondo questa ricerca, le principali perdite subite dagli uomini del Califfato nell'anno in corso hanno interessato ampie fasce del confine settentrionale della Siria con la Turchia, tra cui il valico di frontiera di Tal Abyad, che è stato il punto di accesso principale di jihadisti dalla Turchia verso la capitale di fatto del Califfato, Raqqa. Le altre perdite sostanziali si sono verificate in Iraq: la città di Tikrit (capoluogo della provincia di Salhuddine), Beiji, dove sorge la principale raffineria del Paese ferocemente contesa, e un tratto della strada principale tra Raqqa e Mosul, conquistata dalle forze curde lo scorso mese di novembre. Questa ultima disfatta militare, in particolare, ha reso molto complicato il trasferimento di beni e di combattenti tra le due città-roccaforte dell'Isis. Di contro, nello stesso periodo, le conquiste più significative dello Stato islamico sono arrivate dalla Siria con la presa della città archeologica di Palmira, ma anche dall'Iraq con la conquista del centro di Ramadi, oggi obiettivo di una campagna di riconquista. 

L'Isis, secondo il rapporto, ha dovuto spostare i suoi uomini dalla prima linea del fronte con le forze curde nel Nord dove ha subito dure sconfitte, a Palmira e Ramadi. Un dato che potrebbe indicare che per il Califfato il territorio curdo è considerato di minore importanza rispetto alla conquista in Siria e Iraq di territori tradizionalmente sotto controllo arabo-sunnita. Infatti, l'IHS mostra che l'attività dell'Isis in aree al di fuori del suo controllo sono fortemente concentrate attorno a Baghdad e Damasco e molto meno in territorio curdo. Le forze curde siriane risultano di gran lunga i vincitori nel 2015: le unità di difesa del popolo curdo (Ypg) sono infatti riuscite ad ampliare del 186% il territorio sotto il loro controllo con la conquista di 15.800 chilometri quadrati. Le forze curde controllano oggi quasi tutte le aree tradizionalmente appartenenti a 'Rojawa', ovvero il Kurdistan siriano. Motivo per il quale le forze curde sono oggi il principale componente delle "Forze Democratiche siriane" (SDF), una coalizione di recente costituzione sulla quale si fa affidamento come elemento chiave per una campagna di terra che gli Stati Uniti vorrebbero lanciare per sconfiggere definitivamente il Califfato nel 2016.
Condividi