MONDO
Kassig catturato nell'est della Siria un anno fa
Isis, l'ostaggio Peter Kassig scrive una lettera ai genitori: "Ho paura di morire"
La famiglia del giovane operatore umanitario americano minacciato dall'Isis di decapitazione pubblica su Twitter una sua lettera del figlio. Ieri, domenica 5 ottobre, una combattente curda kamikaze si è fatta esplodere a Kobane, città assediata dai jihadisti al confine tra Siria e Turchia
"Ho paura di morire"
Il giovane - un ex soldato americano divenuto operatore umanitario, rapito un anno fa e minacciato nell'ultimo video diffuso dall'Isis di essere il prossimo ostaggio decapitato - dice di aver "paura di morire", ma di essere in pace con la sua fede. Peter Kassig, che si è convertito all'Islam e ora preferisce farsi chiamare Abdul Rahman, aggiunge che prega ogni giorno. Nell'accorato messaggio-video con il quale i genitori fanno un appello per il suo rilascio, la coppia spiega che la sua conversione è in linea con il cammino spirituale intrapreso dal giovane; e aggiungono di aver deciso di divulgare la lettera, inviata nel giugno scorso, perché "il mondo possa capire perché noi e così tante persone lo amiamo e lo ammiriamo".
"Se muoio - scrive Abdul Rahman Kassig - immagino che alla fine voi e io possiamo cercare rifugio e consolazione nel sapere che sono finito in tutto ciò per cercare di alleviare la sofferenza e aiutare chi ha bisogno. Quanto alla mia fede, prego ogni giorno e non sono arrabbiato per questa mia situazione". In un comunicato diffuso insieme agli estratti della lettera e a varie fotografie familiari, i genitori di Kassig affermano che un ex ostaggio ha raccontato loro che il figlio si è convertito volontariamente all'Islam dopo aver condiviso la cella con un musulmano siriano molto devoto.
Kassig ha visto da vicino l'orrore della guerra, perché da soldato era stato inviato in Iraq tra l'aprile e il luglio del 2007. Ma una volta congedato dall'esercito per motivi sanitari, nel 2012 aveva deciso di fondare un'organizzazione di aiuto alle vittime dei conflitti armati. E' sparito in Siria da un anno. I jihadisti dell'Isis, che hanno conquistato parte del territorio in Siria e in Iraq, hanno già decapitato i giornalisti statunitensi James Foley e Steven Sotloff e i cooperanti britannici David Haines e Alan Henning; hanno nelle loro mani ancora il giornalista britannico John Cantlie, oltre allo stesso Kassig.