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ECONOMIA

Rapporto Istat 2015

Istat, in Italia crescono i consumi ma il Sud rimane indietro. Occupazione sotto la media europea

Il Rapporto Istat 2015 mostra un'Italia che già dagli ultimi mesi dell'anno scorso sta emergendo faticosamente dalla crisi con una modesta ripresa di consumi, investimenti e occupazione

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Un'Italia che vede crescere l'integrazione degli stranieri e con città più "eco", ma in cui furti e rapine sono notevolmente aumentati in questi anni di crisi e con un Mezzogiorno che continua a lamentare forti penalizzazioni nell'accesso ai servizi. E' questa l'immagine del nostro Paese nel Rapporto annuale 2015 dell'Istat.

L'occupazione
L'occupazione è tornata a crescere già nel 2014, ma solo per alcune specifiche categorie: i lavoratori ultracinquantenni, gli stranieri e le donne. Per i lavoratori più anziani pesano le riforme previdenziali, che hanno allontanato l'età della pensione: il tasso di occupazione degli ultracinquantenni, pari al 54,8 per cento, è aumentato del 7,7 per cento negli ultimi sei anni. Il recupero di posti di lavoro si è concentrato soprattutto nell'industria, 61.000, l'1,4 per cento in più, a fronte di un'ulteriore erosione nelle costruzioni e, in misura minore, in agricoltura.

Il Sud resta indietro
I segnali positivi percepiti tra la fine dell'anno scorso e questa prima parte del 2015 si fermano al Centro-Nord. "Le aree del Mezzogiorno - scrive l'Istat - si caratterizzano per una consolidata condizione di svantaggio legata alle condizioni di salute, alla carenza di servizi , al disagio economico, alle significative disuguaglianze sociali e alla scarsa integrazione degli stranieri residenti". Qualche dato: nel Mezzogiorno il reddito è più basso del 18 per cento rispetto alla media nazionale, nelle aree interne più povere la differenza sale al 30 per cento. Il che si riflette naturalmente nei consumi: le famiglie residenti al Sud spendono poco più del 70 per cento della media nel resto del Paese. La spesa nel Mezzogiorno è in buona parte alimentare.

Le famiglie
Per la prima volta dal 2008 il potere di acquisto delle famiglie nel 2014 si è stabilizzato, e i consumi sono cresciuti dello 0,3 per cento. Migliora la situazione di chi vive in condizioni particolarmente difficili: infatti l'indicatore di grave deprivazione materiale, che tra il 2010 e il 2012 era passato dal 6,9 al 14,5 per cento, è arretrato all'1,4 per cento, a vantaggio soprattutto delle coppie senza figli o con un figlio, e tra gli anziani; lo stato di sofferenza permane per le famiglie con almeno tre figli minori o le famiglie dove ci sono disoccupati.
 
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