ECONOMIA
La nota mensile sull'andamento dell'economia italiana dell'Istat
Istat: si arresta l'occupazione. Bene manifatturiero e compravendite immobiliari, male l'edilizia
"Il miglioramento dell'occupazione degli ultimi mesi ha subito una battuta d'arresto", lo certifica l'Istat. Nel terzo trimestre, il tasso di disoccupazione è sceso in misura marcata "influenzato anche dall'aumento degli inattivi". Prosegue "la dinamica moderatamente positiva dell'economia italiana" in modo eterogeneo. Bene il mercato immobiliare e i mutui, male l'edilizia
Roma
"Il miglioramento dell'occupazione degli ultimi mesi ha subito una battuta d'arresto: all'incremento congiunturale di agosto sono seguiti i cali di settembre e ottobre". Lo certifica l'Istat nella nota mensile sull'andamento dell'economia italiana. "Tuttavia - sottolinea l'Istituto di statistica - nel terzo trimestre si è registrata una crescita del monte ore lavorate, concentrata prevalentemente nel settore dei servizi, ascrivibile al relativo aumento delle posizioni lavorative. Anche il tasso dei posti vacanti ha segnato un lieve incremento".
Tasso disoccupazione all'11,5%
Sempre secondo l'Istat e sempre per nel terzo trimestre, il tasso di disoccupazione è sceso in misura marcata, passando dal 12,3% del periodo aprile-giugno all'11,7%, per diminuire ulteriormente all'11,5% in ottobre. Questi risultati "sono stati influenzati, tuttavia, anche dall'aumento degli inattivi".
Per l'istituto di statistica, comunque, "nonostante il rallentamento congiunturale, le tendenze occupazionali rimangono positive. I dati relativi al terzo trimestre", spiega la nota, "hanno nel complesso segnato un incremento rilevante su base annua: +270 mila unità, +1,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (dati grezzi). Contemporaneamente, però, si è verificata una consistente riduzione delle persone in cerca di occupazione (-10%, corrispondente a circa 299 mila unità in meno) e dell'incidenza della disoccupazione di lunga durata: la quota di disoccupati da più di dodici mesi (sul totale) si è attestata al 57,1% (rispetto al 62,4% del terzo trimestre 2014). Alla riduzione dei disoccupati si è accompagnata, inoltre, una lieve crescita delle forze di lavoro potenziali (+1,1%), la fascia di inattivi più vicini al mercato del lavoro".
Bene alcuni settori dell'economia
L'istituto di statistica spiega che "l'evoluzione congiunturale nel quarto trimestre suggerisce una prosecuzione della dinamica moderatamente positiva dell'economia italiana", osservando però "andamenti eterogenei tra i settori. Da un lato giungono "segnali favorevoli dalla manifattura, mentre le costruzioni mantengono un'intonazione negativa", con un indice di produzione che ha registrato la terza variazione congiunturale negativa (-0,2%). Le informazioni sul clima di fiducia segnalano per questo settore una contrazione nel quarto trimestre, con un picco negativo a dicembre legato prevalentemente alla marcata riduzione nell'ingegneria civile. Si rafforzano, tuttavia, i segnali positivi sulle compravendite.
Scambi record sul mercato immobiliare
Per l'Istat il rialzo tendenziale delle compravendite registrato nel terzo trimestre del 2015 (+8,4%) è il più alto dal 2008, ovvero da quando è partita la serie statistica. È il Nord a trascinare la ripresa delle vendite immobiliari. Nel terzo trimestre la crescita su base annua delle transazioni è a doppia cifra sia nel Nord-est (+10,7%) che nel Nord-ovest (+10,1%). Seguono il Centro (+7,3%), le Isole (+6,4%) e, a un ritmo dimezzato a confronto con l'Italia settentrionale, il Sud (+5,1%). Guardando alle differenze tra centro e periferia, l'Istituto di statistica spiega come "sia gli Archivi notarili distrettuali con sede nelle città metropolitane che gli archivi dei piccoli centri beneficiano della ripresa immobiliare nel settore dell'abitativo (+9,2% sull'anno precedente nei grandi centri e +8,7% nelle piccole città). In quello economico, invece, i grandi centri chiudono il trimestre in negativo (-0,6% contro +3,1% nei piccoli centri)".
Con la crescita del mercato immobiliare, cresce inevitabilmente anche il numero dei mutui. L'Istat parla di "variazioni molto positive" per il terzo trimestre del 2015, mettendo insieme le convenzioni notarili per i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o altri soggetti. Se ne registrano, spiega, 85.705, "con una crescita del 29,2% rispetto allo stesso periodo del 2014".
Nel settore dei servizi prevale un andamento eterogeneo tra i diversi comparti, già evidenziato dai dati del fatturato del terzo trimestre. Il clima di fiducia dei servizi di mercato è migliorato ulteriormente in dicembre, mentre per il commercio si è registrato un significativo calo dovuto prevalentemente al peggioramento dei giudizi sulle vendite della grande distribuzione.
L'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali nel mese di novembre 2015 diminuisce dello 0,5% rispetto al mese precedente e del 3,3% nei confronti di novembre 2014. L'Istat rileva e sottolinea che i prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno diminuiscono dello 0,6% rispetto a ottobre e del 4,2% su base tendenziale. Al netto del comparto energetico si registrano diminuzioni dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,5% su base tendenziale.
L'inflazione in Europa
A livello europeo "l'andamento dell'inflazione rappresenta un elemento di criticità del quadro macroeconomico italiano e dell'area euro". Sempre secondo l'Istat, in un approfondimento dedicato all'inflazione, si sottolinea che "per quanto i timori di una deflazione siano in via di attenuazione, l'attuale fase di prolungata debolezza della dinamica dei prezzi non trova riscontro nel recente passato, costituendo un elemento di preoccupazione per il radicarsi di aspettative in grado di minare l'efficacia della politica monetaria".
Mentre i primi tre mesi del 2015 hanno registrato, sia in Italia sia nell'area euro, una flessione del tasso di inflazione, nei trimestri successivi si è determinata un'inversione di tendenza, sebbene con ritmi di crescita estremamente contenuti. Tale dinamica, guidata in misura prevalente dai ribassi dei costi energetici, ha accomunato la maggior parte delle economie dell'area euro. L'intensità è però risultata diversa tra i 19 paesi, a riflesso delle differenti caratteristiche strutturali e dell'andamento relativo del ciclo economico. La dispersione tra i tassi d'inflazione all'interno dell'area euro (misurata come deviazione standard non ponderata), in discesa dal 2010, ha toccato un minimo nell'agosto 2014, per poi aumentare moderatamente nei mesi successivi.
Tasso disoccupazione all'11,5%
Sempre secondo l'Istat e sempre per nel terzo trimestre, il tasso di disoccupazione è sceso in misura marcata, passando dal 12,3% del periodo aprile-giugno all'11,7%, per diminuire ulteriormente all'11,5% in ottobre. Questi risultati "sono stati influenzati, tuttavia, anche dall'aumento degli inattivi".
Per l'istituto di statistica, comunque, "nonostante il rallentamento congiunturale, le tendenze occupazionali rimangono positive. I dati relativi al terzo trimestre", spiega la nota, "hanno nel complesso segnato un incremento rilevante su base annua: +270 mila unità, +1,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (dati grezzi). Contemporaneamente, però, si è verificata una consistente riduzione delle persone in cerca di occupazione (-10%, corrispondente a circa 299 mila unità in meno) e dell'incidenza della disoccupazione di lunga durata: la quota di disoccupati da più di dodici mesi (sul totale) si è attestata al 57,1% (rispetto al 62,4% del terzo trimestre 2014). Alla riduzione dei disoccupati si è accompagnata, inoltre, una lieve crescita delle forze di lavoro potenziali (+1,1%), la fascia di inattivi più vicini al mercato del lavoro".
Bene alcuni settori dell'economia
L'istituto di statistica spiega che "l'evoluzione congiunturale nel quarto trimestre suggerisce una prosecuzione della dinamica moderatamente positiva dell'economia italiana", osservando però "andamenti eterogenei tra i settori. Da un lato giungono "segnali favorevoli dalla manifattura, mentre le costruzioni mantengono un'intonazione negativa", con un indice di produzione che ha registrato la terza variazione congiunturale negativa (-0,2%). Le informazioni sul clima di fiducia segnalano per questo settore una contrazione nel quarto trimestre, con un picco negativo a dicembre legato prevalentemente alla marcata riduzione nell'ingegneria civile. Si rafforzano, tuttavia, i segnali positivi sulle compravendite.
Scambi record sul mercato immobiliare
Per l'Istat il rialzo tendenziale delle compravendite registrato nel terzo trimestre del 2015 (+8,4%) è il più alto dal 2008, ovvero da quando è partita la serie statistica. È il Nord a trascinare la ripresa delle vendite immobiliari. Nel terzo trimestre la crescita su base annua delle transazioni è a doppia cifra sia nel Nord-est (+10,7%) che nel Nord-ovest (+10,1%). Seguono il Centro (+7,3%), le Isole (+6,4%) e, a un ritmo dimezzato a confronto con l'Italia settentrionale, il Sud (+5,1%). Guardando alle differenze tra centro e periferia, l'Istituto di statistica spiega come "sia gli Archivi notarili distrettuali con sede nelle città metropolitane che gli archivi dei piccoli centri beneficiano della ripresa immobiliare nel settore dell'abitativo (+9,2% sull'anno precedente nei grandi centri e +8,7% nelle piccole città). In quello economico, invece, i grandi centri chiudono il trimestre in negativo (-0,6% contro +3,1% nei piccoli centri)".
Con la crescita del mercato immobiliare, cresce inevitabilmente anche il numero dei mutui. L'Istat parla di "variazioni molto positive" per il terzo trimestre del 2015, mettendo insieme le convenzioni notarili per i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o altri soggetti. Se ne registrano, spiega, 85.705, "con una crescita del 29,2% rispetto allo stesso periodo del 2014".
Nel settore dei servizi prevale un andamento eterogeneo tra i diversi comparti, già evidenziato dai dati del fatturato del terzo trimestre. Il clima di fiducia dei servizi di mercato è migliorato ulteriormente in dicembre, mentre per il commercio si è registrato un significativo calo dovuto prevalentemente al peggioramento dei giudizi sulle vendite della grande distribuzione.
L'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali nel mese di novembre 2015 diminuisce dello 0,5% rispetto al mese precedente e del 3,3% nei confronti di novembre 2014. L'Istat rileva e sottolinea che i prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno diminuiscono dello 0,6% rispetto a ottobre e del 4,2% su base tendenziale. Al netto del comparto energetico si registrano diminuzioni dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,5% su base tendenziale.
L'inflazione in Europa
A livello europeo "l'andamento dell'inflazione rappresenta un elemento di criticità del quadro macroeconomico italiano e dell'area euro". Sempre secondo l'Istat, in un approfondimento dedicato all'inflazione, si sottolinea che "per quanto i timori di una deflazione siano in via di attenuazione, l'attuale fase di prolungata debolezza della dinamica dei prezzi non trova riscontro nel recente passato, costituendo un elemento di preoccupazione per il radicarsi di aspettative in grado di minare l'efficacia della politica monetaria".
Mentre i primi tre mesi del 2015 hanno registrato, sia in Italia sia nell'area euro, una flessione del tasso di inflazione, nei trimestri successivi si è determinata un'inversione di tendenza, sebbene con ritmi di crescita estremamente contenuti. Tale dinamica, guidata in misura prevalente dai ribassi dei costi energetici, ha accomunato la maggior parte delle economie dell'area euro. L'intensità è però risultata diversa tra i 19 paesi, a riflesso delle differenti caratteristiche strutturali e dell'andamento relativo del ciclo economico. La dispersione tra i tassi d'inflazione all'interno dell'area euro (misurata come deviazione standard non ponderata), in discesa dal 2010, ha toccato un minimo nell'agosto 2014, per poi aumentare moderatamente nei mesi successivi.