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MONDO

L'accusa di 'apologia del terrorismo' dopo gli attentati di Charlie Hebdo

"'Je me sens Coulibaly', condannato a Parigi il comico francese Dieudonné

Il controverso comico di origini camerunensi, dopo aver partecipato alla marcia organizzata dal governo in seguito agli attacchi terroristici alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, aveva scritto sul suo profilo Facebook di sentirsi "Coulibaly", uno degli attentatori, parafrasando lo slogan "Je suis Charlie".  La pena, due mesi di reclusione, è stata sospesa. Il vignettista del Corriere della Sera, Emilio Giannelli: "Non me la sento di dire se la condanna è giusta o meno, non conosco questo caso nello specifico. In genere sono contrario alla condanna di chi fa satira"

I comico francese Dieudonné
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Parigi Il comico francese Dieudonne è stato condannato a Parigi per "apologia del terrorismo". La pena, due mesi di reclusione, è stata sospesa. In un post su Facebook, mentre milioni di persone scendevano in piazza per rendere omaggio alle vittime degli attentati iniziati con la strage a Charlie Hebdo, aveva detto di sentirsi "Coulibaly", uno degli attentatori, parafrasando lo slogan "Je suis Charlie". Il fatto risale al gennaio scorso, subito dopo gli attentati terroristici di Parigi e la marcia a cui hanno preso parte numerosi capi di Stato e di governo come gesto di solidarietà nei confronti della Francia.

Dopo aver partecipato lui stesso alla manifestazione - tornando a casa - Dieudonné, origini camerunensi, aveva scritto sul web il messaggio "Je me sens Charlie Coulibaly". Di fronte alle proteste dei frequentatori di social network, Dieudonné aveva tolto il post la mattina di lunedì, spiegando poi in una lettera di sentirsi considerato "come Amedy Coulibaly" ma di "sentirsi Charlie". 

Giannelli su condanna a Dieudonnè: "No a presa di posizione, non conosco la questione"

Raggiunto da Rainews, Emilio Giannelli, vignettista di punta del Corriere della Sera, alla domanda se la condanna del comico francese fosse giusta o meno, ha risposto di non concoscere la questione nel merito e di non volere esprimersi su ciò. "in genere - ha aggiunto - sono contrario alla condanna di chi fa satira, ma non voglio prendere una posizione in questo caso specifico".
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