Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Khashoggi-Riad-nega-alla-polizia-turca-ispezione-nel-giardino-del-consolato-aae952d1-f198-4adf-9f05-0373489ddbf7.html | rainews/live/ | true
MONDO

L'omicidio del giornalista

Khashoggi: Riad ci ripensa e autorizza la polizia turca l'ispezione nel giardino del consolato

Nel giardino, secondo fonti di Skynews non confermate dalla procura di Istanbul, sarebbero state trovate alcune parti del corpo del reporter

Condividi
Dopo un iniziale rifiuto, le autorità saudite hanno ora concesso alla polizia turca - forse a seguito di pressioni diplomatiche - l'autorizzazione a effettuare un'ispezione nel pozzo del giardino del consolato di Riad a Istanbul, richiesta nell'ambito delle indagini sull'uccisione di Jamal Khashoggi. Lo riporta Anadolu. Sul posto sono stati inviati anche mezzi dei vigili del fuoco per fronteggiare la possibilità che nel pozzo ci sia un accumulo di gas. 

Nel giardino della residenza del console, secondo fonti di SKynews non confermate dalla procura di Istanbul, sarebbero state trovate alcune parti del corpo del reporter. 

L'iniziale piano saudita sul giornalista dissidente era di convincerlo a tornare in Arabia Saudita. Se si fosse opposto, il passo successivo doveva essere quello di drogarlo con dei tranquillanti per portarlo in una 'casa sicura' di Istanbul per 48 ore. Lo riferiscono fonti saudite alla Cnn. Se Khashoggi si fosse rifiutato ancora di rientrare in patria, a quel punto la squadra sarebbe dovuta partire e un "collaboratore locale" avrebbe dovuto lasciarlo andare, hanno aggiunto le fonti.

La fonte saudita ha inoltre riferito che un "esperto forense" era presente per cancellare tutte le prove della presenza di Khashoggi sia nel consolato che nella 'casa sicura', in modo che se il giornalista avesse poi denunciato di essere stato rapito non ci sarebbe stata alcuna prova. La fonte, sottolinea la Cnn, non ha fornito prove che confermino la sua nuova versione dei fatti. Secondo il New York Times, l'esperto forense aveva per anche una sega da ossa.

Londra revoca visti a sauditi sospettati dell'omicidio
Anche il Regno Unito, dopo gli Usa, annuncia la revoca dei visti a tutte le persone che ne fossero in possesso fra i funzionari sauditi sospettati di coinvolgimento nella morte di Jamal Khashoggi. Lo ha affermato oggi la premier Theresa May al Question Time alla Camera dei Comuni, rispondendo alle opposizioni. La premier però non ha preso alcun impegno sullo stop alla vendita di armi a Riad, anzi l'ha difesa sostenendo che rispetta i criteri di garanzia introdotti nel Regno.

May  intervenuta al Question Time alla Camera dei Comuni, rispondendo alle opposizioni - a cominciare dagli indipendentisti scozzesi dell'Snp - che denunciavano come insufficiente la condanna a parole dell'uccisione di Khashoggi, contestando i legami di Londra con Riad e chiedendo al governo d'interrompere almeno le massicce forniture di armi britanniche all'Arabia Saudita al pari della Germania di Angela Merkel.  Al riguardo, May tuttavia - pur ribadendo la condanna per il caso Khashoggi e definendo "non credibile" la ricostruzione fornita finora dai sauditi - non ha preso alcun impegno, difendendo anzi la vendita di armi a Riad come rispettosa dei criteri di garanzia introdotti nel Regno. Ha inoltre rivendicato il suo sostegno alla coalizione saudita nella guerra in Yemen, sebbene ribadendo "preoccupazione" per taluni episodi. 

Iran: "Sauditi devono aver avuto sostegno Usa"
Il presidente iraniano, Hassan Rohani, si  detto convinto che l'Arabia Saudita non abbia potuto uccidere Jamal Khashoggi "senza il sostegno degli Usa". Rohani, riferisce la televisione di Stato iraniana, ha definito l'uccisione del giornalista saudita come "un atroce delitto" parlando durante una riunione del governo di Teheran. Per il presidente iraniano, la vicenda sarà "un importante test" per tutti i Paesi occidentali. "Senza dubbio - ha affermato - le posizioni che gli Usa, l'Europa e gli altri Paesi adotteranno sulla questione rivelerà il grado della loro sensibilità sui diritti umani e per preservare la dignità umana".

Giovedì risoluzione Parlamento europeo
La Plenaria del Parlamento europeo voterà domani una risoluzione non legislativa, non vincolante, sulla vicenda del giornalista saudita. 
Condividi