ECONOMIA
Il bollettino mensile
La Bce all'Italia: necessarie nuove riforme, risanamento lontano da regole debito
Secondo Francoforte per Italia e Belgio "continua ad esservi un notevole scostamento dallo sforzo strutturale richiesto nell'ambito della regola del debito". Necessarie quindi nuove riforme che però, se portate a termine insieme ad una serie di liberalizzazioni, potrebbero valere fino ad un +10% del Pil
Inoltre, è l'invito, Roma dovrebbe impegnarsi in una serie di nuove riforme e liberalizzazioni. Cosa che, se venisse realizzata, potrebbe far guadagnare al Pil italiano fino a 10 punti percentuali. Riforme che, secondo quanto si legge nel bollettino, dovrebbero essere "significative", e portate completamente a termine nel mercato del lavoro.
Ovviamente non solo Italia nel report pubblicato da Francoforte che rileva, nel complesso, da una parte la crescita economica che si rafforza grazie all'indebolimento dell'euro e al calo del prezzo del petrolio, e dall'altra la disciplina di bilancio che ha allargato le sue maglie concedendo grandi deviazioni agli Stati membri acuendo però gli squilibri dei conti già presenti.
Squilibri che, per la Bce, stanno "aumentando in diversi Paesi" in maniera "preoccupante", e per questo Francofrote solleva "qualche interrogativo sull'applicazione" e "sull'efficacia del meccanismo preventivo" previsto dall Patto di stabilità e crescita, quell'insieme di norme che dovrebbe portare al rispetto della disciplina di bilancio e dei parametri Ue.
Passando agli aspetti positivi rilevati, si legge che i mercati del lavoro dell'area dell'euro "dovrebbero migliorare ulteriormente nel breve e medio periodo" mentre la situazione occupazionale "sta migliorando gradualmente". A livello di singoli Stati, oltre agli sviluppi del mercato del lavoro tedesco, la crescita dell'occupazione è stata, in larga misura, trainata dai miglioramenti nei paesi che mostrano attualmente i tassi di disoccupazione più alti, quali Spagna, Portogallo e Grecia. Segnali incoraggianti, dunque, anche per l'Italia dove effettivamente qualche segnale di inversione si è visto. Per la Bce, nonostante i risultati delle indagini sul settore si confermino a livelli bassi, essi "suggeriscono comunque un continuo miglioramento dell'occupazione al volgersi del 2015".
La stessa Eurotower commenta il suo programma di acquisto di titoli sul mercato, il Qe (Quantatitive easing): "Ha già prodotto un sostanziale allentamento delle condizioni finanziarie generali". Gli economisti spiegano che dopo l'annuncio del piano di acquisto di titoli pubblici "nell'area dell'euro i tassi obbligazionari sono scesi ulteriormente mentre i corsi azionari sono aumentati in misura significativa. Il tasso di cambio dell'euro si è notevolmente indebolito negli ultimi mesi". Gli andamenti favorevoli nei mercati finanziari "hanno determinato - scrive ancora la Bce - una diminuzione dei costi di raccolta per le banche, che sono stati gradualmente trasmessi ai costi del finanziamento esterno per il settore privato".
Su questa situazione, che porta "l'attività economica in ulteriore miglioramento all'inizio del 2015" e a stimare un ampliarsi graduale della crescita, pesa l'incognita della Grecia. Sugli spread, infatti, è aumentata la volatilità in relazione all'incertezza circa la possibilità per la Grecia di mantenere l'accesso all'assistenza finanziaria". In ogni caso, gli esperti della Bce hanno rialzato le stime di crescita dell'Eurozona per quest'anno e per il prossimo di "riflesso agli effetti favorevoli del calo delle quotazioni petrolifere, dell'indebolimento del tasso di cambio dell'euro e all'impatto delle recenti misure di politica monetaria": gli analisti hanno rialzato la crescita del Pil nel 2015, portandola all'1,5% in termini reali e a all'1,9% per il 2016. Per il 2017 prevedono un Pil dell'Eurozona a +2,1%.