POLITICA
Patto di governo fino al 2018
Riforme, tensioni tra Pd e Forza Italia. Renzi: "È tempo di decidere". Berlusconi: "No a diktat"
Le tensioni all'indomani del vertice di maggioranza che ha stretto un accordo sulla legge elettorale, sul jobs act e sulle riforme. Brunetta: "Renzi vada avanti da solo". Lotti, Pd, replica: "Se la linea è quella di Brunetta, mi chiedo a cosa serva l'incontro di domani con Renzi". Berlusconi trova la mediazione con Fitto e ricompatta il partito

Ad alzare i toni per primo è Renato Brunetta. Il capogruppo di Forza Italia alla Camera lancia il suo ultimatum: "Se Renzi con la sua maggioranza ha deciso di cambiare tutto e di buttare quel testo e di scriverne un altro, non c'è più il patto del Nazareno". Alle parole di Brunetta replicano prima il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Lotti e la vicesegretaria Pd Serracchiani, poi arriva anche il tweet del premier Matteo Renzi. "Il tempo dei rinvii, dei tavoli tecnici, dei gruppi di lavoro è finito. Ora è tempo di decidere" scrive sul social network. Non si fa attendere la risposta di Berlusconi:"Nessun diktat, ma sì al confronto sulla governabilità". Botta e risposta che bastano a mettere in discussione l'incontro fissato per domani tra i due leader.
il tempo dei rinvii, dei tavoli tecnici, dei gruppi di lavoro è finito. Ora è tempo di decidere #lavoltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 11 Novembre 2014
Berlusconi:"Nessun diktat, ma sì al confronto sulla governabilità"
Il leader di Forza Italia Berlusconi trova la mediazione con Fitto, l'eurodeputato punto di riferimento della cosiddetta fronda interna, e ricompatta il partito. "Nessun diktat, ma sì al confronto sulla governabilità" avrebbe detto ai suoi, riuniti a palazzo Grazioli per la riunione del comitato di presidenza. Berlusconi ha poi letto un documento - che poi la presidenza ha accolto all'unanimità - che recepirebbe in larga parte gli emendamenti dell'area fittiana alla legge di stabilità. Proposte che si configurerebbero come una base programmatica dell'azione parlamentare di FI, a partire dalle proposte per meno tasse e meno spese.
Grasso: "La riforma è una priorità assoluta"
"In tempi non sospetti, ormai un anno e mezzo fa, ho avuto modo di sostenere l'assoluta priorità della riforma della legge elettorale per rinnovare il patto con i cittadini, anche prescindendo dal più ampio disegno di revisione costituzionale". È quantop ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso intervenendo all'inaugurazione di un master sulle politiche pubbliche.
Boschi: "Non posso confermare incontro Renzi Berlusconi"
"Non posso confermare l'incontro perché non so se ci sarà ma auspico che continui il confronto con Forza Italia". Lo ha detto in una intervista al Tg3 il ministro Maria Elena Boschi, a proposito di un incontro domani tra Renzi e Berlusconi. "Non so se è stato confermato l'incontro - ha aggiunto - ma immagino che possa esserci un nuovo confronto in tempi rapidi". "Noi sappiamo che il Patto con Forza Italia è importate - ha detto Boschi - ma ancora piè importante è il patto con cittadini. A Forza Italia abbiamo chiesto l'impegno a approvare la riforma in tempi rapidi, non possiamo accettare ulteriori rinvii ma siamo favorevoli che continui il confronto".
Lotti: "Inutili altri incontri". Serracchiani: "Berlusconi non tiene i suoi"
"Se le parole di Brunetta sul patto del Nazareno interpretano il pensiero di Berlusconi e di Fi, allora non c'è neanche bisogno di incontrarsi domani. Se la linea di Forza Italia è quella di Brunetta, come successo altre volte in questi mesi, mi servo a che serva vedersi domani" dichiara il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti. Interviene anche la vicesegretaria del Pd e presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani. "Sulla riforma elettorale il vero problema è che Berlusconi non tiene più i suoi dentro Forza Italia. Brunetta gli scappa da tutte le parti. Non si è rotto il patto del Nazareno, si è rotta Forza Italia".
Brunetta: "Renzi vada avanti da solo"
Il nuovo impianto della legge elettorale, sottolinea Brunetta intervistato al Gr1 Rai, "è tutta un'altra cosa rispetto a quello che abbiamo approvato a marzo di quest'anno. Era un testo completamente diverso, con un premio di maggioranza alla coalizione e non alla lista e con soglie per i partiti apparentati al 4.5%, con 120 collegi e non 75, e tante altre cose ancora. Se Renzi unilateralmente ho deciso di buttare quel testo che è passato dalla Camera, approvato dunque da un ramo del Parlamento, per scriverne un altro legittimo, ma diverso, allora vada avanti con la sua maggioranza".