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MONDO

Ministro degli Esteri: "Non solo sanzioni"

Gentiloni: "Crisi ucraina, servono diplomazia e dialogo"

In un'intervista al Corriere della Sera il titolare della Farnesina annuncia che si parlerà di crisi ucraina lunedì a Bruxelles "nel primo Consiglio Esteri guidato da Federica Mogherini". Sulla crisi libica: "Fare in fretta per evitare una guerra civile"

Paolo Gentiloni
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Roma "Credo sia evidente a tutti che accanto alla necessaria fermezza, occorra tenere aperti tutti i canali diplomatici e cercare una soluzione politica in grado di garantire l'autonomia dell'Ucraina, ma anche il ruolo di un grande Paese come la Russia". Così il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un'intervista al Corriere della Sera in cui sottolinea di avere "riscontrato nella maggior parte dei colleghi piena convergenza su questa combinazione di fermezza e dialogo". Per il ministro è illusorio pensare che la crisi ucraina possa risolversi solo con lo strumento delle sanzioni nei confronti della Russia.

E proprio di Ucraina il ministro discuterà lunedì a Bruxelles "nel primo Consiglio Esteri guidato da Federica Mogherini". Gentiloni commenta poi l'intervista rilasciata allo stesso giornale dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, del quale condivide "due sottolineature: la prima che l'Ucraina non fa parte della Nato, e l'Italia dà per scontata questa non appartenenza anche per il futuro, la seconda è che non esistono soluzioni militari". "Certo - sottolinea ancora - c'è preoccupazione per i rischi di escalation. È stata messa in campo una strategia, con misure e sanzioni, cui l'Italia partecipa con coerenza e trasparenza assolute, senza accettare lezioni da alcuno".

Il capo della diplomazia italiana parla anche di Libia. Per lui bisogna "fare in fretta" per evitare che il caos degeneri in guerra civile. Preannuncia poi una riunione a Madrid la prossima settimana dei Paesi coinvolti. "Non dobbiamo rassegnarci al rischio che la divisione diventi permanente e degeneri in piena guerra civile - dice il ministro - e Bernardino Leon, l'inviato delle Nazioni Unite, ha un compito difficile, ma è la strada su cui insistere, rafforzandola".

Secondo Gentiloni, "i Paesi in grado di farlo, l'Italia in prima fila, devono esercitare una funzione di moderazione e influire sulle nazioni vicine o collegate, come Egitto, Algeria, Emirati, Turchia. In più l'Onu deve rimettere tutti a un tavolo: gli europei e i soggetti regionali interessati. Da solo, facendo la spola, Leon non può farcela". "La crisi libica - avverte - è una minaccia per il Mediterraneo e per l'Europa. Quest'anno abbiamo ricevuto attraverso la Libia 140 dei 160mila rifugiati dalle aree di crisi. Bisogna fare in fretta, il tempo corre. La prossima settimana dovremmo vederci a Madrid con i Paesi coinvolti".
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