MONDO
Guerra contro il Califfato
Libia, incursione di terra delle forze speciali egiziane a Derna. Catturati 55 miliziani dell'Isis
Le milizie di Misurata liberano Sirte dall'Is. Oggi Consiglio di sicurezza dell'Onu
Libia
Dopo i raid aerei l'Egitto ora attacca anche via terra. Le forze speciali hanno fatto incursione a Derna e hanno "catturato 55 elementi del Daesh": lo precisano fonti egiziane e libiche senza fornire altri dettagli.
Il Cairo esorta la comunità internazionale ad unirsi ai raid, ma l'Occidente chiede unito una soluzione politica. Questa la posizione anche italiana, come ribadito stamane dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in Parlamento. "Nessun intervento senza legittimità Onu" ha detto anche il ministro della Difesa Pinotti. Oggi il vertice del Consiglio di Sicurezza sul caos libico.
Egitto attacca via terra
Le forze del Cairo hanno fatto incursione a Derna. Già ieri i media egiziani avevano riferito che le autorità stavano vagliando la possibilità di attacchi di terra. In particolare era stata evocata la "task force 999", un'unità speciale per operazioni internazionali, da inviare in coordinamento con le forze di sicurezza libiche. L'offensiva del Cairo è scattata dopo la decapitazione dei 21 cristiano-copti da parte dell'Is. Secondo Lybia Herald, altri 35 egiziani sarebbero stati rapiti in diverse aree dalla Libia dai miliziani dell'Is o da gruppi legati allo Stato islamico.
Sirte liberata
Intanto le Brigate di Misurata, che sostengono il governo "parallelo" di Tripoli, hanno annunciato su Twitter che una loro unità chiamata "Forza 166" sarebbe riuscita a "liberare Sirte" dai jihadisti dell'Isis. Notizia smentita dai tweet dei seguaci del Califfato nero secondo cui sarebbero gli uomini di al Baghdadi a essere in "cammino" per liberare Misurata.
L'Egitto chiede intervento militare
L'Egitto ha chiesto alle Nazioni Unite di revocare l'embargo sulle armi alla Libia, affinchè il governo libico riconosciuto a livello internazionale possa essere meglio attrezzato per affrontare le milizie islamiste che hanno sequestrato ampie zone di territorio. Il presidente Abdel Fattah al-Sisi, inoltre, chiede alla comunità internazionale di unirsi ai raid. "Non c'è scelta", ha detto, se non quella di creare una coalizione globale per combattere gli estremisti islamici in Libia.
Europa e Usa per soluzione politica
Europa e Usa, invece, si schierano apertamente per una soluzione politica della crisi libica, in un apparente no alla richiesta egiziana al consiglio di sicurezza dell'Onu di autorizzare l'intervento militare nello stato nordafricano sconvolto dalla guerra. In una nota emessa ieri sera Italia, Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna affermano che la decapitazione dei copti "sottolinea ancora una volta l'impellente necessità di una soluzione politica del conflitto, la cui prosecuzione va a beneficio esclusivo dei gruppi terroristici, ISIS compreso". La questione verrà comunque affrontata dal Consiglio di sicurezza Onu oggi, su richiesta del ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, che vuole un "pieno sostegno" e l'autorizzazione all'uso della forza contro i jihadisti in Libia.
Paesi arabi favorevoli
I Paesi arabi si sonodetti favorevoli, pur sottolineando che l'invio di una forza militare richiede l'assenso del governo libico, abbastanza difficile da ottenere visto che in Libia oggi siedono due parlamenti e due governi rivali, uno con legami con gli islamisti, l'altro riconosciuto dalla comunità internazionale.
La posizione dell'Italia
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha lanciato il suo appello in Parlamento: "La situazione si aggrava, il tempo a disposizione non è infinito", pur ribadendo che "l'unica soluzione alla crisi libica è quella politica". Anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti specifica che: "La convocazione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, che chiedono Francia ed Egitto, è una cosa che l'Italia ha sostenuto con forza. Perché senza un quadro di legittimità internazionale l'intervento per dare una mano alla Libia non ci può essere".
Mogherini: incoraggiare il dialogo politico
Anche il capo della diplomazia europea Federica Mogherini ha ribadito che l'Ue resta convinta che sia ancora necessario incoraggiare il dialogo politico fra le diverse parti libiche, spingendole a sedersi a un tavolo come sta cercando di fare il rappresentante speciale dell'Onu Bernardino Leon.
Hamas contrario a intervento militare internazionale
Contro l'ipotesi di un intervento militare internazionale si è schierato Hamas che da Gaza ha respinto le ingerenze "di alcuni Paesi come l'Italia" che hanno intenzione di "intervenire negli affari interni della Libia con il pretesto di combattere il terrorismo" ma sarebbe solo "una nuova crociata".
Quattro gendarmi uccisi in Tunisia
Tutta l'area nord africana è sotto pressione. Quattro gendarmi tunisini sono stati uccisi nella notte in un attacco terroristico, vicino al confine con l'Algeria in una zona dove è attivo un gruppo jihadista. Lo ha detto il ministro degli Interni tunisino. In Iraq arse vive 45 persone Ieri in Iraq occidentale l'ultimo orrore dei miliziani dell'Isis, che hanno bruciato vive 45 persone ad al-Baghdadi, a soli 8 km dalla base aerea di Ain Al-Asad, dove 320 marines americani stanno addestrando i soldati della VII divisione irachena.
Il Cairo esorta la comunità internazionale ad unirsi ai raid, ma l'Occidente chiede unito una soluzione politica. Questa la posizione anche italiana, come ribadito stamane dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in Parlamento. "Nessun intervento senza legittimità Onu" ha detto anche il ministro della Difesa Pinotti. Oggi il vertice del Consiglio di Sicurezza sul caos libico.
Egitto attacca via terra
Le forze del Cairo hanno fatto incursione a Derna. Già ieri i media egiziani avevano riferito che le autorità stavano vagliando la possibilità di attacchi di terra. In particolare era stata evocata la "task force 999", un'unità speciale per operazioni internazionali, da inviare in coordinamento con le forze di sicurezza libiche. L'offensiva del Cairo è scattata dopo la decapitazione dei 21 cristiano-copti da parte dell'Is. Secondo Lybia Herald, altri 35 egiziani sarebbero stati rapiti in diverse aree dalla Libia dai miliziani dell'Is o da gruppi legati allo Stato islamico.
Sirte liberata
Intanto le Brigate di Misurata, che sostengono il governo "parallelo" di Tripoli, hanno annunciato su Twitter che una loro unità chiamata "Forza 166" sarebbe riuscita a "liberare Sirte" dai jihadisti dell'Isis. Notizia smentita dai tweet dei seguaci del Califfato nero secondo cui sarebbero gli uomini di al Baghdadi a essere in "cammino" per liberare Misurata.
L'Egitto chiede intervento militare
L'Egitto ha chiesto alle Nazioni Unite di revocare l'embargo sulle armi alla Libia, affinchè il governo libico riconosciuto a livello internazionale possa essere meglio attrezzato per affrontare le milizie islamiste che hanno sequestrato ampie zone di territorio. Il presidente Abdel Fattah al-Sisi, inoltre, chiede alla comunità internazionale di unirsi ai raid. "Non c'è scelta", ha detto, se non quella di creare una coalizione globale per combattere gli estremisti islamici in Libia.
Europa e Usa per soluzione politica
Europa e Usa, invece, si schierano apertamente per una soluzione politica della crisi libica, in un apparente no alla richiesta egiziana al consiglio di sicurezza dell'Onu di autorizzare l'intervento militare nello stato nordafricano sconvolto dalla guerra. In una nota emessa ieri sera Italia, Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna affermano che la decapitazione dei copti "sottolinea ancora una volta l'impellente necessità di una soluzione politica del conflitto, la cui prosecuzione va a beneficio esclusivo dei gruppi terroristici, ISIS compreso". La questione verrà comunque affrontata dal Consiglio di sicurezza Onu oggi, su richiesta del ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, che vuole un "pieno sostegno" e l'autorizzazione all'uso della forza contro i jihadisti in Libia.
Paesi arabi favorevoli
I Paesi arabi si sonodetti favorevoli, pur sottolineando che l'invio di una forza militare richiede l'assenso del governo libico, abbastanza difficile da ottenere visto che in Libia oggi siedono due parlamenti e due governi rivali, uno con legami con gli islamisti, l'altro riconosciuto dalla comunità internazionale.
La posizione dell'Italia
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha lanciato il suo appello in Parlamento: "La situazione si aggrava, il tempo a disposizione non è infinito", pur ribadendo che "l'unica soluzione alla crisi libica è quella politica". Anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti specifica che: "La convocazione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, che chiedono Francia ed Egitto, è una cosa che l'Italia ha sostenuto con forza. Perché senza un quadro di legittimità internazionale l'intervento per dare una mano alla Libia non ci può essere".
Mogherini: incoraggiare il dialogo politico
Anche il capo della diplomazia europea Federica Mogherini ha ribadito che l'Ue resta convinta che sia ancora necessario incoraggiare il dialogo politico fra le diverse parti libiche, spingendole a sedersi a un tavolo come sta cercando di fare il rappresentante speciale dell'Onu Bernardino Leon.
Hamas contrario a intervento militare internazionale
Contro l'ipotesi di un intervento militare internazionale si è schierato Hamas che da Gaza ha respinto le ingerenze "di alcuni Paesi come l'Italia" che hanno intenzione di "intervenire negli affari interni della Libia con il pretesto di combattere il terrorismo" ma sarebbe solo "una nuova crociata".
Quattro gendarmi uccisi in Tunisia
Tutta l'area nord africana è sotto pressione. Quattro gendarmi tunisini sono stati uccisi nella notte in un attacco terroristico, vicino al confine con l'Algeria in una zona dove è attivo un gruppo jihadista. Lo ha detto il ministro degli Interni tunisino. In Iraq arse vive 45 persone Ieri in Iraq occidentale l'ultimo orrore dei miliziani dell'Isis, che hanno bruciato vive 45 persone ad al-Baghdadi, a soli 8 km dalla base aerea di Ain Al-Asad, dove 320 marines americani stanno addestrando i soldati della VII divisione irachena.