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MONDO

Parla il generale Mauro Del Vecchio

Libia, ex comandante Isaf: "Missione Onu necessaria ma difficile"

Oggi intanto Paesi Ue e Usa hanno condannato "gli atti barbarici" dell'Isis a Sirte

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Un'eventuale operazione militare sotto l'egida dell'Onu in Libia "non potrebbe essere definita una missione di pace, ma piuttosto una operazione di stabilizzazione che può comportare anche momenti 'accesi', di forzatura delle posizioni avversarie in un ambiente poco sicuro e molto difficile. Una missione che comporta grandi rischi per i contingenti militari, ma necessaria. Il livello di pericolo dipenderà dalla precondizione politica, favorevole o meno". E' quanto sottolinea all'Adnkronos il generale Mauro Del Vecchio, ex comandante della missione Nato Isaf (International Security Assistance Force) in Afghanistan.

"In Libia - spiega - ci sono due governi antagonisti e una miriade di milizie tribali, ora si aggiunge anche la presenza dell'Isis. Le condizioni di partenza sono determinanti per capire quale potrebbe essere lo strumento d'intervento militare più idoneo. Se i due governi non trovassero un accordo l'operazione sarebbe molto difficile. In questo caso mancherebbe l'appoggio politico e quindi ci sarebbe bisogno di uno strumento militare forte e robusto, in grado di contrastare con efficacia gli eventuali attacchi che abbiamo già potuto tragicamente sperimentare con gli attentati esplosivi, gli attacchi suicidi e le autobombe in Iraq o Afghanistan".

La componente terrestre coinvolta, secondo il generale Del Vecchio "dovrebbe essere integrata da una componente aerea consistente in grado di dare copertura al personale di organizzazioni internazionali che opera nel paese. E' un quadro non semplice, per evitare la disgregazione della Libia è necessario raggiungere
l'accordo tra governi e fazioni".

Di sicuro, aggiunge Del Vecchio, "dovrebbe essere una organizzazione a partecipazione molto ampia perché nessuno può permettersi di affrontare le conseguenze di una operazione non supportata dal consenso internazionale e soprattutto dall'Onu".

L'Italia e altri 5 Paesi: "A Sirte atti barbarci"
Oggi intanto è arrivata una dichiarazione congiunta di 6 Paesi sulla Libia. "I Governi di Francia, Germania, Italia, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti condannano con forza gli atti barbarici che terroristi affiliati all'Isis stanno perpetrando nella città libica di Sirte". E' quanto si legge nel documento nel quale i 6 Paesi precisano di essere "profondamente preoccupati dalle notizie che parlano di bombardamenti indiscriminati su quartieri della città densamente popolati e atti di violenza commessi al fine di terrorizzare gli abitanti".

"Facciamo appello - si legge nella dichiarazione - a tutte le fazioni libiche che desiderano un Paese unificato e in pace affinché uniscano le proprie forze per combattere la minaccia posta da gruppi terroristici transnazionali che sfruttano la Libia per i loro scopi. Ci felicitiamo per la recente sessione di negoziati per il dialogo politico svoltasi a Ginevra e ribadiamo tutto il nostro appoggio al processo di dialogo guidato dal Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Bernardino Leon".

"Gli avvenimenti terribili che stanno accadendo a Sirte - aggiungono i sei Paesi - sottolineano ancora quanto sia urgente che le varie fazioni libiche trovino un accordo per la formazione di un Governo di Concordia Nazionale che, in cooperazione con la comunità internazionale, possa garantire la sicurezza al Paese contro i gruppi di estremisti violenti che cercano di destabilizzarlo"Ribadiamo ancora una volta - conclude la dichiarazione congiunta - che non esiste una soluzione militare al conflitto politico in Libia, e rimaniamo preoccupati per la situazione economica e umanitaria che peggiora giorno dopo giorno. Siamo pronti a sostenere la messa in pratica di questo accordo politico, affinché il Governo di Concordia Nazionale e tutte le nuove istituzioni nazionali possano funzionare efficacemente e venire incontro alle necessità più urgenti del popolo libico".
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